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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Pomezia / Via Industria, 4

Leonardo dice addio a Pomezia e affossa l’indotto: 100 posti di lavoro a rischio

La società intenzionata a spostare sito produttivo a Tiburtina e Latina: “Lascia qui solo magazzino, impoverendo tessuto industriale”

Leonardo, azienda globale ad alta tecnologia tra le prime dieci società al mondo nell’aerospazio, difesa e sicurezza vuole lasciare Pomezia dove da anni è operativo un sito di 140.000 metri quadrati dove lavorano oltre 700 dipendenti. 

Leonardo chiude lo stabilimento di Pomezia

Uno stabilimento, quello pometino, che si occupa in particolare di progettazione e sviluppo di equipaggiamenti per comunicazioni militari, terrestri, navali e apparati avionici e della manutenzione degli equipaggiamenti. La società vuole chiudere l’hub di Pomezia e spostare la produzione a Roma Tiburtina e Cisterna di Latina mettendo sostanzialmente in crisi le aziende dell'indotto e i lavoratori del ciclo degli appalti: ossia addetti alla mensa, alle pulizie e alla manutenzione. Circa 100 persone in tutto. 

La protesta di lavoratori e lavoratrici di Leonardo

Da qui la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici che ruotano intorno allo stabilimento di Leonardo con un corteo che questa mattina sfilerà dal sito produttivo per arrivare sotto la sede del Municipio. “Manifestiamo la nostra contrarietà a una scelta sbagliata che rischia di impoverire il tessuto industriale, sociale ed economico di un territorio già provato da altre crisi e chiusure, basti ricordare la Sintel, la Desmet, la Ste" - sottolinea Fabrizio Fiorito, segretario generale della Uilm di Roma e Provincia e coordinatore regionale Uilm Lazio. Sindacato e lavoratori vogliono coinvolgere il sindaco Adriano Zuccalà nella vicenda chiedendo al primo cittadino di farsi parte attiva intervenendo presso i vertici del gruppo affinché venga scongiurata la possibilità che un'altra azienda lasci il territorio e chiuda i battenti. “Le ricadute sui lavoratori, sulle loro famiglie, su tutta la città sarebbero catastrofiche” - avvisa il sindacalista. “Il sito di via dell'Industria, oltre ad appartenere a un gruppo leader nel settore aerospaziale, che dà lustro al territorio pontino, rappresenta anche un’icona storica e una parte importante dell'economia di Pomezia”. 

L’indotto di Leonardo in sofferenza: 100 posti arischio

E se Leonardo chiude, oltre alla perdita di un sito produttivo di prestigio ed eccellenza, è l’effetto domino su tutto l’indotto a destare grandi preoccupazioni: tra mensa, servizi, manutenzione e fornitori 100 i posti lavoro, secondo le stime del sindacato, che potrebbero andare irrimediabilmente persi. “Dobbiamo difendere la dignità di donne e uomini, la loro occupazione ed evitare un ulteriore atto di depauperamento del tessuto industriale e socio economico di questo angolo di territorio". 

“Tale scelta - incalza anche la Cgil Roma sud Pomezia Castelli - appare del tutto immotivata , considerando l’andamento più che positivo dello stabilimento di Pomezia, così come quello aziendale nel complesso, e quindi questa ‘razionalizzazione ‘ si inserisce non in una situazione di crisi, ma al contrario di espansione e investimenti che esclude però la zona di Pomezia. Si realizzerebbe inoltre un ulteriore impoverimento del tessuto industriale e produttivo in un settore rilevante quale l’elettronica. Pomezia è un distretto con una forte e storica vocazione industriale che ha subito negli anni processi di deindustrializzazione e crisi, ma presenta molte potenzialità, a partire da una posizione strategica alle porte di Roma, ed importanti realtà dalla farmaceutica, all’elettronica, all’agroalimentare”.

Pomezia sferzata dalle chiusure: “Si impoverisce tessuto industriale”

Anche il Pd di Pomezia si schiera contro la chiusura di Leonardo che rimarrerebbe in città in un’area non ancora identificata, solo con un magazzino per la logistica ad alta automazione. “Una decisione a nostro avviso inammissibile poiché Pomezia, già segnata da diverse importanti chiusure aziendali, non ha bisogno dell'ennesimo fallimento riorganizzativo che, tra l’altro, non colpirebbe solo i lavoratori dell’azienda in questione ma anche quelli dell'indotto. Difficile comprendere - sottolineano i consiglieri dem - il presunto vantaggio competitivo di tale operazione; l'unica logica che cogliamo è sempre drammaticamente la stessa: impoverire il tessuto industriale e della ricerca di Pomezia. Non ci rassegniamo alla logica di voler consegnare la nostra città all’esclusiva vocazione logistica che, in questo caso risulta maggiormente evidente poiché viene colpito un settore, come l'elettronica, che ha ben reagito alla crisi degli ultimi due anni. Ci impegneremo da subito per informare gli enti superiori, dalla Regione al Parlamento, ed evitare che le scelte aziendali producano un’ulteriore ferita per la città e per i lavoratori. Per decenni la città ha accolto centinaia di lavoratori che hanno trovato lavoro in Leonardo: un legame stretto che oggi non può essere tagliato per un piano di ottimizzazione aziendale”. 
 

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