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Economia

I 75 lavoratori disabili del call center con il fiato sospeso per il proprio posto di lavoro

Tutto tace sul rinnovo della convenzione che deve avvenire entro giugno, così tra gli operatori di Wind Tre a Roma (90 in tutto) cresce l'agitazione. Fp Cgil: "Non si disperda processo di integrazione che ha dato ottimi risultati"

Mentre i telefoni continuano a squillare tra gli operatori cresce il senso di agitazione dettato dalla totale incertezza sul loro futuro lavorativo. Rischiano il posto i 90 lavoratori e lavoratrici del call center di Wind Tre a Roma, 75 sono persone con disabilità grave. 

I 75 disabili del call center che rischiano il posto di lavoro

Sono quelle della cooperativa Callit, del consorzio Sintesi, assunte con il Progetto G. O. R. (Gestione Obbligo di Riserva) nato appunto per favorire, tramite convenzioni con le regioni, l’accesso al mondo del lavoro delle persone disabili con alta qualificazione professionale. L’accordo con la Wind, l’attività principale di Sintesi, dura da oltre quindici anni e impegna in tutto 377 lavoratori che a Roma, Napoli e Palermo gestiscono diverse attività di assistenza ai clienti e back office. Un’esperienza che sembra volgere al termine. Già perché la commessa Wind Tre scadrà il 31 dicembre prossimo, ma il rinnovo della convenzione deve avvenire entro giugno. Eppure tutto tace.

“Alla mancanza di certezze da parte di Wind Tre si aggiunge la latitanza della Regione Lazio. Nonostante le nostre richieste e solleciti gli assessori competenti, lavoro e politiche sociali, hanno scelto di non occuparsi di questa vicenda e abbandonare agli eventi le lavoratrici e i lavoratori”, tuona la Fp Cgil di Roma e Lazio. 

Nel call center di Roma sono impiegati più che altro persone con disabilità psichica “e - racconta a RomaToday uno degli operatori - anche questo periodo di incertezza e allarme sta aggravando le loro condizioni”. “Siamo molto preoccupati - aggiunge un’altra - il cambiamento e lo stravolgimento della routine potrebbe incidere sulle patologie. Chiediamo solo di poter continuare a lavorare perché ormai siamo una squadra collaudata, ci sentiamo una grande famiglia dove ciascuno si aiuta con l’altro”. 

Ma l'orizzonte non è roseo. “Sappiamo in modo indiretto che Wind non prevede nel piano industriale la continuazione di questo progetto, nonostante - sottolinea Giovanni Alfonsi, responsabile Terzo Settore Fp Cgil Roma e Lazio - non ci siano problemi di efficienza e produttività. Quello che ci interessa è che le 90 persone non perdano il lavoro. Abbiamo chiesto abbastanza fiduciosi alla Giunta Rocca, che sembrava sensibile al tema dell’inclusione, un tavolo ma - sottolinea il sindacalista - non siamo mai stati convocati”.

La preoccupazione maggiore è che il licenziamento dei 90 lavoratori disperda un processo di integrazione lavorativa "che negli anni - sottolinea la Cgil - ha dato ottimi risultati e si tradurrebbe in un danno non solo in termini di disoccupazione ma di nuova emarginazione di persone con disabilità". Secondo i dati forniti dal sindacato nel Lazio nel 2022 sono state soltanto 23 le persone disabili assunte, di cui 7 nel consorzio Sintesi. 

Chiesto tavolo alla Regione Lazio

"Wind Tre e la Regione Lazio devono considerare il costo sociale insieme alla altissima qualità espressa in termini di produttività e qualificazione raggiunta da questi lavoratori della cooperativa Call it”. La richiesta alla Regione Lazio è di convocare al più presto un tavolo con le organizzazioni sindacali e Wind Tre “per cercare un accordo che salvaguardi tutti i lavoratori, nel quadro del proprio piano industriale”. 

La precisazione di WINDTRE

“In merito all’articolo da voi pubblicato dal titolo ‘ I 75 lavoratori disabili del call center che rischiano di essere licenziati’, WINDTRE precisa che nessun lavoratore rischia il licenziamento. Nelle sedi opportune è sempre stata assicurata la totale continuità occupazionale. L’attenzione dell’azienda è rivolta ai lavoratori, la cui occupazione non è mai stata messa in dubbio sui tavoli competenti.

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