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Pubblici esercizi alle prese con il Super Green Pass, manca il personale: "Persi a oggi 250mila posti di lavoro"

Primo giorno di verifica del certificato verde per i gestori dei pubblici esercizi, che dopo un triennio di perdite si confrontano con l’introduzione di norme più stringenti

Prova del fuoco per i pubblici esercizi della Capitale alle prese con il Super Green Pass, che subentra a partire dal 6 dicembre per tutti i luoghi pubblici e i mezzi di trasporto. Una restrizione che incide soprattutto su bar, ristoranti, tavole calde e tutti i luoghi della convivialità che da anni tentano di conciliare le norme su carta con le difficoltà fisiche che il settore sta vivendo.

Prima, lo scadere dei permessi di occupazione di suolo pubblico, ormai alle porte il 31 dicembre, che impediranno alle attività di ristorazione di espandersi con tavoli e dehors oltre i limiti consentiti dal Comune per crisi emergenziale. Un aspetto in questi giorni al vaglio del Campidoglio. E, in seconda istanza, l’adeguamento necessario al Super Green Pass, che per molti titolari ha voluto dire ripensare alla gestione del personale e alla strutturazione del proprio organico.

A mancare però è il personale a supporto, sia per motivazioni contrattuali, sia per una carenza sistemica che ora può creare anche penurie sui controlli. “Nel settore dei pubblici esercizi sono stati persi a oggi 250mila posti di lavoro – afferma Valentina Picca Bianchi, Presidente delle Donne Imprenditrici Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi – per questo è ancora più difficile trovare qualcuno che sia responsabile solo dei controlli sui Green Pass. Molti di noi si sono attrezzati infatti con delle colonnine per la scansione del Qr code, tutte spese che abbiamo ovviamente sostenuto da soli”. Non avendo sufficiente organico per una persona addetta solo ai controlli, molti gestori si sono dovuti infatti adeguare con i dipendenti e le turnazioni, già provati da sacrifici.

Secondo Fipe Confcommercio Roma, l'associazione di categoria dei pubblici esercizi, il 2021 ha mantenuto un trend di perdita rispetto al 2019 (-19,6%) ma, rispetto al 2020, il settore si sta comunque riprendendo. Le attività di ristorazione della Capitale secondo Fipe Confcommercio sono infatti in ripresa del 90% ed è con quell’entusiasmo che si affacciano al graduale ritorno ai ritmi di lavoro pre pandemia, sebbene con nuovi step e controlli da effettuare.

Un triennio di perdite, i pubblici esercizi si adeguano al Super Green Pass per la sopravvivenza

È dal 2019 che i pubblici esercizi cercano di remare contro la crisi economica che ha investito tutto il settore, lo stesso che per il 2021 prevede 7,1 miliardi di incassi persi, da aggiungersi ai 12,5 miliardi già sfumati nel 2020 e 2021 a causa dei lockdown e delle restrizioni Covid.

Per questo l’introduzione del Super Green Pass, rispetto al crollo dei fatturati del triennio, è stato accolto dagli esercenti come indice di riapertura, di garanzia di lavoro per imprese e dipendenti. “Al momento non abbiamo avuto difficoltà con il Super Green Pass – ammette Sergio Paolantoni, Presidente di Fipe Confcommercio Roma - Le persone si fanno controllare serenamente dagli addetti, tutti i dipendenti delle attività sono stati formati su come accedere all’app di verifica per il Super green pass rafforzato. Non vogliamo trasmettere che siamo un settore che si esime dai controlli o dalle multe, saremo collaborativi con il Governo e come associazione di categoria ci siamo preoccupati che ogni esercente gestisca le proprie attività in linea con le norme. Devono esserci anche linee guida chiare però anche sulle OSP, chiediamo al Governo l’estensione delle garanzie per almeno 1 anno-6 mesi per rientrare in carreggiata dopo anni di stenti”.

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