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Economia

Chiede l'aspettativa, ma per Carrefour è assente ingiustificata: licenziata

La dipendente del magazzino di Tor Vergata ha chiesto l'aspettativa per assistere la sua bambina. Tornata a lavoro, le è stata comunicata l'assenza ingiustificata. Due giorni fa il licenziamento. La Filcams Cgil: “Comportamento da bottegai”

“Licenziata senza giusta causa”. La storia viene dalla grande distribuzione e più precisamente dalla Carrefour di Tor Vergata. Protagonista una dipendente assunta 18 anni fa dall'azienda francese e mandata a casa per “assenza ingiustificata”, nonostante la stessa avesse presentato una richiesta d'aspettativa accompagnata da certificati medici per assistere la sua bambina malata.

Il licenziamento, comunicato mercoledì, è l'ultima delle situazioni al limite del paradosso che i dipendenti di Carrefour si stanno trovando a vivere. Dopo i licenziamenti in vari punti vendita nazionali e alla Romanina sul territorio romano, il ricorso massiccio alla cassa integrazione da un lato e al lavoro interinale dall'altra, e la cancellazione del Contratto integrativo aziendale sostituito dal piano aziendale collaboratore, il licenziamento di questa dipendete secondo la Cgil “rappresenta un tentativo di intimidire gli altri dipendenti in queste settimane impegnati in vari scioperi contro le politiche aziendali”.

LA STORIA DI DONATELLA
Assunta 18 anni fa da Carrefour, Donatella ha lavorato per l'azienda francese sia presso il magazzino della Romanina (11 anni) e poi a Tor Vergata negli ultimi 5 anni. Da alcuni anni la donna era diventata rappresentante sindacale in azienda e come tale secondo lei stessa, ma anche secondo la Cgil, non molto ben vista, “per il suo impegno nelle recenti lotte sindacali”.

A dicembre Donatella chiede la cosiddetta “aspettativa bambino”, per stare vicino alla sua bambina. Presenta tutti i documenti, con annesso certificato medico della pediatra e chiede il permesso dal 12 dicembre al 12 gennaio. Tornata a lavoro, si vede consegnare un provvedimento disciplinare in cui si attesta la sua assenza ingiustificata. “A quel punto”, spiega a Roma Today la donna, “ho ripresentato tutti i documenti, accertandomi che l'ufficio del personale li avesse ricevuti. Ho con me tutte le carte che lo testimoniano”.

Da allora Donatella ha continuato a lavorare presso il magazzino di Tor Vergata fino a quando, l'altro ieri, è stata chiamata dall'ufficio del personale. “Mi è stata presentata una lettera di licenziamento”, ci racconta, “che ovviamente io non ho firmato. Oggi a casa mi è arrivata la raccomandata in cui mi si certifica il licenziamento”.

IL COMMENTO DELLA CGIL
Durissimo il commento della Cgil. Vittorio Pezzoti, segretario regionale Filcams attacca: “Ci troviamo di fronte ad una grande azienda che da un lato ci presenta uno dei codici etici più avanzati del mondo, in cui si scrive che si presta molta attenzione agli aspetti della vita sociale dei dipendenti, mentre dall'altro lato mette in atto comportamenti degni del più classico dei bottegai di quartiere. Il tutto al netto dell'articolo 18 che vieta il licenziamento senza giusta causa”.

Pezzotti spiega che “dopo aver presentato le carte ai nostri legali, ci è stato assicurato che la lavoratrice è assolutamente dalla parte della ragione e l'azienda sarà tenuta a reintegrarla e risarcirla. Purtroppo però con i tempi della giustizia italiana, ci saranno delle ripercussioni per lei e per la sua famiglia in questo periodo in cui l'azienda di fatto l'ha messa alla porta dopo 17 anni di servizio in cui non risulta aver avuto altri provvedimenti”.

Per il giorno 1 marzo è annunciato uno sciopero dei dipendenti di tutti i punti vendita del gruppo.
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