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Maxi vendita Enasarco, gli inquilini contestano i punti dell'accordo

Si sono ribattezzati "Comitati spontanei inquilini Enasarco" e contestano anche la firma dei sindacati. Ecco cosa secondo loro non va nella maxi dismissione di oltre 14.000 appartamenti

Continuano le voci contro il piano di dismissione Enasarco. Dopo l'unione inquilini e il sindacato Asia Usb, a denunciare le lacune e i problemi della maxi dismissione da oltre 14.000 appartamenti nella città di Roma sono i “Comitati Spontanei Inquilini Enasarco”.

I COMITATI SPONTANEI INQUILINI ENASARCO
- Prima dei contenuti della denuncia, è interessante dire cosa sono questi Comitati Spontanei Inquilini Enasarco. Ce lo spiega Angela Bernardini che di questi comitati fa parte: “Si tratta di inquilini che, non condividendo l'accordo proposto da Enasarco e non accettando il comportamento dei sindacati, che senza interpellare gli inquilini hanno firmato tale accordo, si sono messi insieme per provare a ristabilire una giusta informazione su questo accordo che non è quello che viene descritto”.

DISTORSIONI - Secondo questi comitati infatti il piano di dismissione è stato “descritto in maniera distorta ed illusoria. Dalle notizie fornite, infatti,  emerge nettamente come elemento comune la possibilità di acquistare gli appartamenti a condizioni uniche, vantaggiose ed irripetibili, alla portata della quasi totalità dell’inquilinato, che appare così erroneamente raffigurato come una casta privilegiata”.

I PREZZI DI VENDITA - Partendo da quest'analisi i comitati contestano innanzitutto i  prezzi di vendita di partenza. “Sono prezzi di mercato e sono di gran lunga superiori a quelli proposti nel tempo dagli Enti rimasti pubblici ( INPS, INPDAI, etc.), che sono stati vincolati alle quotazione di ottobre 2001, e che hanno consentito ai locatari di acquistare a prezzi realmente vantaggiosi”.

I comitati contestano poi gli sconti: “Il tanto decantato sconto del 30%, peraltro l’unico, viene normalmente applicato nel mercato immobiliare nelle operazioni di compravendita di appartamenti occupati. L’ulteriore eventuale riduzione del 10%, da calcolarsi sul prezzo già scontato, è del tutto aleatoria, in quanto la prevista soglia del 70% degli inquilini acquirenti di uno stabile, con mandato collettivo, sarà difficilmente raggiungibile, stanti le attuali condizioni di vendita”.

MUTUI – Ulteriore contestazione è quella relativa ai mutui. “La possibilità descritta nei vari articoli”, spiegano i comitati, “di accedere in maniera generalizzata a  mutui di durata quarantennale, è destituita di fondamento e crea false aspettative nelle persone intenzionate all’acquisto, alla luce della formalizzazione delle condizioni di erogazione della banca aggiudicataria della relativa gara. In realtà, così come divulgato di recente dai Sindacati firmatari con appositi comunicati, “ la durata dei mutui potrà essere di quarant’anni, ma la somma dell’età del mutuatario con la durata del contratto di mutuo, non potrà superare i 78 anni “. In pratica tutti coloro che hanno più di 38 anni di età non avranno accesso al mutuo quarantennale. Va sottolineato però che gli inquilini Enasarco sono in larghissima misura lavoratori dipendenti e pensionati spesso monoreddito, aventi un’età media di oltre 60 anni. Questi qualora volessero comprare sarebbero costretti a contrarre mutui più brevi, con rate più alte.

CONTRATTI DI LOCAZIONE
- Per quanto riguarda i contratti di locazione che sarebbero “garantiti” agli inquilini che non potranno o non vorranno acquistare ( i cosiddetti “ redditi medio bassi" ), i comitati “fanno presente che le uniche tutele consistono nella previsione di  un rinnovo di durata 5+3, ad un canone comunque maggiorato, e solo per quei conduttori i cui nuclei familiari e relativi redditi rientrano in specifiche soglie”.  Ad esempio i nuclei familiari di due componenti con un reddito annuo lordo complessivo superiore ai 33.000 euro, non hanno diritto ad un rinnovo del contratto di locazione e potrebbero subire una procedura di sfratto per finita locazione.
 

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