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In Italia aumentano le diagnosi di tumore: "Ci si ammala di più, ma si guarisce più facilemente"

I casi sono circa 366mila ogni anno. Per saperne di più su malattina e prevenzione la Dire ha intervistato Achille Lucio Gaspari, presidente della Sico

Le diagnosi di tumore annuali raggiungono cifre non trascurabili. Sono circa 366mila ogni anno: circa 200mila (55%) fra gli uomini e circa 166mila (45%) fra le donne. Lo ha stabilito uno studio relativo al 2013, condotto dall'Associazione italiana registri tumori (Airtum). I dati non fanno tirare certo un respiro di sollievo. Ma le percentuali relative alle guarigioni sono senza dubbio più confortanti. Sono infatti ancora vivi a cinque anni dalla diagnosi il 63% delle donne e il 55% degli uomini.

Questo deriva dalla maggiore adesione alle campagne di screening che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale. Ma  anche dalla maggiore efficacia delle terapie. Per approfondire l'argomento, la Dire ha intervistato il professor Achille Lucio Gaspari, presidente della Sico (Società italiana di chirurgia oncologica).

In Italia i tumori colpiscono un numero sempre maggiore di persone. Quali crede che siano le cause di questo fenomeno?

Sono cifre consistenti che si spiegano, ma solo in parte, con l'invecchiamento della popolazione. Le neoplasie, infatti, hanno più incidenza perchè oggi le malattie infettive sono meglio combattute e il contemporaneo invecchiamento della popolazione aumenta così in modo consistente il numero di nuove diagnosi. Quello che stiamo notando, poi, è che mentre fino ad alcuni anni fa nel mondo occidentale la prima causa di morte erano le malattie cardiovascolari, oggi lo sono diventate le malattie neoplastiche. Ed è probabile che su questo possa aver avuto influenza il deterioramento dell'ambiente.

I malati dunque aumentano. Ma aumentano anche i casi di guarigione.

Questo dipende fondamentalmente da due aspetti: il primo e il più importante riguarda la diagnosi precoce, che consente risultati molto brillanti; il secondo riguarda invece le terapie, che sono sempre più efficaci. Ormai il chirurgo non lavora più da solo, ma insieme al medico oncologo e al radioterapista, se necessario; questo per dire che i nuovi apparati per la radioterapia, le nuove tecnologie, i nuovi farmaci e, in generale, un miglioramento delle tecniche chirurgiche, il tutto ha concorso a far si' che diminuisse la percentuale di mortalità nei pazienti.

I tumori possono colpire diversi organi e parti del corpo. Quali sono i più frequenti?

Bisogna fare una distinzione tra donna e uomo. Nell'uomo uno dei tumori più frequenti è quello della prostata (20%); segue quello del polmone (15%), quindi del colon retto (14%). Nella donna il primato appartiene al tumore della mammella (29%); c'è poi quello del colon retto (14%) e del polmone (6%). Riguardo a quest'ultimo, in particolare, negli ultimi 20/30 anni è aumentata l'incidenza a causa della sempre più diffusa abitudine nelle donne del fumo di sigaretta.

I tumori possono essere benigni o maligni. Esiste una casistica in merito?

E' difficile in questo caso riuscire ad avere dei dati, perchè dipende da organo ad organo: nel polmone, per esempio, i tumori benigni sono rari; così come nella parotide quelli benigni sono invece più frequenti. In linea di massima esiste però una regola: quando un tumore è avanzato, quale che sia l'organo colpito, è abbastanza facile distinguere il tumore benigno da quello maligno. Mentre in una fase molto iniziale, dove è comunque importante arrivare subito ad una diagnosi, è meno semplice distinguere.

Secondo il World cancer report 2014, i decessi causati dal cancro  tra i cittadini di origine straniera sono il 20% in più rispetto agli italiani. Qual'è il motivo di questo dato?

Intanto bisognerebbe verificare se è realmente così. A ogni modo, se così fosse, una prima spiegazione potrebbe riguardare una minore cultura e una peggiore condizione economica. Senza dimenticare il fatto che queste persone, a causa della normativa che avrebbe richiesto ai medici di denunciare i clandestini, quando questi si fossero presentati negli ospedali o negli ambulatori, oggi potrebbero avere più timore nel recarsi in centri medici. Tutte queste cause potrebbero insomma concorrere al ritardo di una diagnosi precoce che, come ho detto, è fondamentale anche per i risultati della terapia.

Oggi i tumori si possono prevenire e sconfiggere. Ma in che modo?

Dirò qualcosa di molto generico, ma efficace: tantissimi in Italia possiedono un'automobile e, poichè sanno che andare su un mezzo non controllato è pericoloso, periodicamente vanno a fare il tagliando. Ecco: lo stesso, allora, dovrebbero fare le persone con la propria salute, con controlli e 'revisioni' periodiche. Purtroppo invece questo non avviene, perchè si ha paura di andare dal medico e di scoprire se si ha una malattia. Il fatto di non saperlo, però, non è che l'annulla. Bisogna poi mettersi bene in testa che il cancro si puo' vincere e si vince: basta avere fiducia e farsi controllare, con la consapevolezza che si tratti di una malattia si' seria, ma non più grave di altre degenerative, e che oggi sempre di più c'è la possibilità di curarsi. È chiaro che a questa fiducia dei cittadini deve però corrispondere anche l'impegno dello Stato a creare reti oncologiche efficienti, che possano portare ad un risparmio economico diretto e indiretto: diretto perchè si accentrano le cure in luoghi deputati; indiretto perchè, più persone si curano, più si riduce la spesa. Quando un malato di tumore ha una lunga malattia che termina con la morte, infatti, oltre che un peso per il dolore nei parenti e negli amici, rappresenta anche un peso economico molto importante: salvare vite, insomma, ha un valore morale ma anche economico.

Vuole aggiungere altro?

Si', se possibile vorrei dare un piccolo suggerimento ai giornalisti, che dovrebbero essere i primi a cambiare 'registro'. Mi spiego: in Italia, a differenza di altri Paesi, sui giornali, in radio e in tv, il tumore non viene mai chiamato con il suo nome. E invece credo che l'atteggiamento nei confronti di questa malattia dovrebbe essere diverso: bisognerebbe parlarne di più e soprattutto senza alcun tabù, anche per esorcizzare la paura.

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