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Economia

Coronavirus, il delivery supera le aspettative: "I romani stanno rispondendo bene"

A due mesi dal lockdown, come procede l'attività di servizio a domicilio di ristoranti, pescherie, forni della Capitale? Le testimonianze raccolte da Romatoday

Il delivery è stato, finora, l'unico modo che ristoranti, alimentari, produttori hanno avuto per resistere all'emergenza Coronavirus. Ma, a circa due mesi dalla partenza delle consegne a domicilio - che in molti non avevano mai fatto prima - come sta andando?

Lo abbiamo chiesto a ristoratori, pizzaioli, mastri gelatieri di Roma. Una recente indagine svolta da Deliveroo, ha svelato le preferenze del food delivery dei romani. Un grande sì per la pizza, gli hamburger, il sushi. Il gelato se la passa abbastanza bene, anche grazie alle giornate miti che la primavera sta regalando.

Ogni giorno è una lotta per sopravvivere, ma, in alcuni casi il delivery ha addirittura sorpreso le aspettative, anche grazie all'idea giusta al momento giusto.

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La Box per pizza e pane diventata virale

C'è chi, come Elettroforno Frontoni, ha avuto un'idea risultata più che azzeccata: parliamo del'Elettro Home Box. "Un'idea nata quasi per gioco", come ci racconta Valerio Migliorati del forno in zona Ostiense, sul mercato del delivery già da più di quindici giorni. "Abbiamo visto sui vari social che le persone a casa stavano iniziando a panificare, a fare pizza e abbiamo saputo del problema della farina e del lievito andato a ruba, così abbiamo pensato di dare un servizio, inizialmente solo al quartiere".

Gelato delivery

Positivamente sorpreso dal delivery anche Geppy Sferra proprietario di Gelato D'Essai, con due gelaterie in zona Centocelle e Colli Aniene: "Abbiamo iniziato il servizio di consegna a domicilio, con le nostre forze, dal giorno prima del lockdown. Sta andando meglio di quanto ci aspettavamo. Riusciamo a fare anche 60-80 consegne al giorno nel weekend". Gli incassi sono un terzo rispetto allo scorso aprile, specifica Sferra, ma si cerca di far cadere meno cocci possibili: "E' come se fosse sempre il mese di febbraio, ma poter continuare a lavorare ha un importante aspetto psicologico. Non ti dà impressione di chiudere, mantiene un rapporto con i clienti. Per noi significa aprire a un bacino di utenza più ampio, in questo periodo abbiamo contattato almeno 200 clienti nuovi". Per risparmiare sulle spese, al momento tutto il gelato viene prodotto nei laboratori di Colli Aniene, ma con il via libera all'asporto riaprirà anche la sede di Tor de Schiavi.

La vendita di pesce fresco: i clienti non badano a spese

Livello 1, ristorante di pesce a due passi da viale del Tintoretto si tiene in piedi grazie alla Pescheria adiacente al ristorante, come ci racconta Emilia Branciani: "Abbiamo creato un menù ad hoc delivery per il ristorante Livello 1, ma riusciamo ad andare avanti, più che altro, grazie alla pescheria. Grazie alle vendite del pesce riusciamo a coprire quei pochi assegni che avevamo fatto, ma la situazione è molto dura". Ad essere più venduto è il pesce fresco, molto più dei preparati: "In questo momento molti clienti guardano più alla qualità, badando meno al prezzo".

Burger e patate resistono

C'è anche chi il delivery lo faceva già prima e vendendo burger e patate si sente agevolato nel settore. "Eravamo già collaudati su take away e delivery - racconta Fabrizio Verga di Flower Burger - il servizio di consegna a domicilio, ad oggi, ci permette di guadagnare dalle 100 alle 350 euro al giorno, nulla a che vedere con i 1500-1700 euro quotidiani del pre-emergenza, ma sicuramente siamo molto più fortunati di altre realtà"

L'entusiasmo dei "giovani"

C'è anche chi, non perde entusiasmo in questo tempo di emergenza. E' Paolo D'Ercole, proprietario e cuoco di Eufrosino, trattoria in zona Tor Pignattara: "Insieme alla pizzeria A Rota abbiamo unito le forze". Ogni giorno Paolo D'Ercole e Sami El Sabawi (pizzaiolo di A Rota) sono in cucina dalla mattina alla sera: "Il menù sta andando molto bene nel quartiere e nelle zone limitrofe, dal Pigneto, al Quadraro, fino all'Alessandrino". Inizialmente Eufrosino e A Rota si sono affidati alle società di food delivery, ma poi si sono resi conto che la gente chiamava al locale, voleva parlare con loro e così hanno iniziato a fare le consegne a domicilio con le proprie forze: "Abbiamo surclassato 8 a 1 le consegne con i delivery", ci dice D'Ercole.

I due locali in via di Tor Pignattara hanno aperto a gennaio, ma il loro essere giovani è secondo D'Ercole un punto di forza in questo momento: "Secondo me siamo agevolati, ci sono realtà storiche che rischiano immobilismo, penso ad esempio ai locali storici a conduzione familiare. Noi stiamo ancora cavalcando l'entusiasmo dell'apertura. Sono ottimista, non riesco a viverla diversamente".


 

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