La pandemia, la guerra, il carovita ma a Roma aumentano le imprese attive
Il numero totale delle imprese registrate, a Roma e provincia, è pari a 454.259 unità. I dati del dossier Movimprese
In una fase che continua a restare delicata per l'intera economia europea a causa del perdurare della guerra in Ucraina, della crisi del gas, dell'elevato tasso di inflazione e in uno scenario che rischia di volgere al negativo, Roma - nel terzo trimestre del 2022 - vanta un saldo attivo delle imprese di +1.699 unità (5.019 le iscrizioni a fronte di 3.320 cessazioni). Il tasso di crescita trimestrale è dello 0,37% (media italiana +0,22%). Il numero totale delle imprese registrate, a Roma e provincia, è pari a 454.259 unità.
E' quanto emerge dal report Movimprese diffuso nella giornata di ieri a Roma. Il tasso di crescita delle imprese nel Lazio, nel terzo trimestre dell'anno, è stato dello 0,33%. Il numero totale delle imprese registrate, al 30 settembre 2022, ammonta a 614.635 unità.
"La fase economica che stiamo vivendo - sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti - ha caratteristiche di grande complessità e, soprattutto, imprevedibilità. Il persistere della guerra in Ucraina, la fiammata inflazionistica e la crisi energetica, specie del gas, e il rialzo dei tassi di interesse sono fattori che si intersecano cambiando gli scenari velocemente e rendendo la realtà e le scelte delle imprese molto complicate".
"Il nostro tessuto produttivo", continua Tagliavanti, "dimostra però una tenace dinamicità e una diffusa capacità di adattarsi alle nuove esigenze e alle mutate condizioni del mercato economico. Le nostre imprese soffrono, ma non si rassegnano a una prospettiva di recessione. Roma, vanta un saldo attivo importante (+1.699 imprese), ma naturalmente non bisogna adagiarsi. Abbiamo davanti a noi due grandi appuntamenti internazionali: il Giubileo del 2025 che dovremo gestire al meglio e l'Expo 2030 che - in caso di aggiudicazione - potrebbe rappresentare un'occasione unica di rilancio economico non solo per Roma ma per tutto il Paese".
"In ogni caso, la via d'uscita non è tornare al punto in cui eravamo. Dobbiamo fare un passo avanti e avere una nuova visione di crescita, sviluppo e inclusione sociale. E' necessario- conclude Tagliavanti- favorire un nuovo ciclo di investimenti, invertendo la tendenza degli ultimi anni e le ingenti risorse del Pnrr possono essere la leva giusta per scardinare lo scenario fin qui disegnato: sarà fondamentale avere la capacità di saperle gestire nell'interesse di tutti".