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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Crisi della Callgest di Pavona: Fli chiede che si rispettino i diritti dei lavoratori

Da mesi i lavoratori del call center di Pavona sono soggetti a licenziamenti e cassa integrazione per la crisi dell'azienda. Futuro e libertà di Albano chiede il rispetto dei diritti dei lavoratori

Ormai da mesi si sta perpretando la crisi della società di call-center "Callgest" che ha una sede a Pavona, frazione di Albano, dove lavoravano circa 200 dipendenti che in questi mesi si sono visti recapitare le lettere di licenziamento o prospettare la cassa integrazione in scadenza il prossimo 31 dicembre.

Sulla situazione dei lavoratori della Callgest ha acceso i riflettori il circolo di Futuro e Libertà di Albano che ha voluto presentarsi pubblicamente proprio con un convegno sulla precarietà del lavoro, di cui i lavoratori dei call center sono lo stereotipo.

"Abbiamo voluto occuparci di un tema delicato - ha detto il coordinatore albanense di Fli Andrea Titti -quale quello del lavoro  volendo accendere i riflettori su una situazione che, a nostro avviso, va portata a esempio di una condizione di precarietà costante, in cui versano tante persone nella nostra Italia. Denunciamo il caso della Callgest caso dove centinaia di lavoratori non vedono riconosciuti i loro diritti. Stipendi non percepiti, impossibilità di confronto con la controparte, la sopravvivenza serena di tante famiglie messa in discussione a causa dell'ennesimo gioco di scatole cinesi, permesso da una mancanza di controlli, entro il perimetro di una legislazione in materia di mercato del lavoro,
non completa e troppo facilmente interpretabile a discapito della dignità del lavoro e delle persone".

"Per parte nostra ci siamo attivati affinchè le Istituzioni conoscano il caso della sede Callgest di Pavona, e facciano la loro parte per il ristabilimento della legalità - ha proseguito Andrea Titti - I giovani e le donne sono le categorie sociali piu' in sofferenza in questi tempi di crisi   perchè sono più deboli e meno garantiti rispetto ad altre realtà. La politica si impegni per garantire i non garantiti e stia al fianco realmente dei più deboli e non di chi rappresenta i soliti interessi consolidati. Noi lo stiamo già facendo".

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