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Economia

Il Coronavirus chiude i negozi: i grandi marchi anticipano il Governo. Ecco chi ha deciso di abbassare le serrande

Tante le società che hanno scelto di chiudere gli store in concomitanza con l’epidemia da Covid-19, da Kiko a Luisa Spagnoli e Rinascente l’appello alla responsabilità: “Così tuteliamo clienti e dipendenti”

Nell’ultimo decreto sulle misure di contenimento e gestione dell’emergenza Coronavirus l’indicazione di chiudere del tutto non c’è eppure a Roma, come nel resto d’Italia, sono numerosi i grandi marchi che hanno scelto di chiudere i propri store. 

Da Calzedonia a Kiko: il coronavirus chiude i negozi

Serrande abbassate nei centri commerciali, negli outlet così come nelle vie dello shopping, chiudono i negozi che non vendono articoli di prima necessità: dall’intimo di Calzedonia e quindi anche Intimissimi e Tezenis ai cosmetici di Kiko, passando per numerosi prodotti di Coin e l’abbigliamento di Luisa Spagnoli. Il Coronavirus chiude i negozi. 

Coronavirus, chiudono i negozi di Coin 

Serrande abbassate da domani giovedì 12 marzo ad almeno domenica 22 per Coin, la più grande catena italiana di department store. “In questo momento responsabilità per Coin significa garantire a 3.000 collaboratori e a tutti i propri clienti i massimi standard di sicurezza e salubrità nel corso di una delle crisi sanitarie più difficili che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare. L’esigenza di dare continuità alla gestione dell’attività produttiva per evitare ricadute economiche negative passa inevitabilmente in secondo piano” – ha scritto in una nota l’azienda. 

“Una misura precauzionale specifica Coin - presa con la consapevolezza che in questo modo sarà possibile tutelare la salute e la sicurezza dei propri collaboratori e clienti, nella convinzione che in questo modo si contribuirà ad abbreviare i tempi di soluzione del problema. Al momento opportuno, Coin è pronta a tornare sul mercato più forte e determinata per riprendere le proprie sfide. Contando sull’ apporto dei propri eccezionali collaboratori e sulla fiducia della propria clientela”. 

Coronavirus, Calzedonia chiude gli store

Identica decisione, “per contribuire attivamente allo sforzo collettivo", anche per gli store del gruppo Calzedonia: dunque Calzedonia, Intimissimi, Intimissimi Uomo, Tezenis, Falconeri, Signorvino e Atelier Emé. 

"Consapevoli della situazione di criticità che riguarda la nostra Italia, non vendendo articoli di primaria necessità ci è sembrato giusto cercare di fare quanto in nostro potere, per tutelare al massimo la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti" – ha detto il presidente Sandro Veronesi annunciando la serrata a Roma e su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile. 

La Rinascente chiusa: "Decisione di responsabilità"

Giù le saracinesche anche per Rinascente, che come altri department store e negozi italiani ha deciso di chiudere tutti i punti vendita in Italia a seguito dell'emergenza Coronavirus. A partire da oggi e fino a venerdì 3 aprile i nove store dislocati a Roma e su tutto il territorio nazionale resteranno quindi chiusi. "E' una decisione di responsabilità - fa sapere l'azienda - che vuole essere innanzitutto un messaggio forte di vicinanza alle persone, soprattutto a chi combatte in prima linea l'emergenza sanitaria. Se le condizioni sanitarie e le disposizioni normative lo consentiranno, saremo felici di poter anticipare la riapertura". Rinascente ricorda inoltre di essersi "adoperata sin dall'insorgenza dell'emergenza per far fronte alla situazione sanitaria esistente mettendo in atto tutte le indicazioni comportamentali dettate dal governo, dal ministero della Sanità e dalle autorità locali. Rinascente ha sempre seguito scrupolosamente le disposizioni ministeriali e regionali emesse ed ha attivato in tutte le sue sedi, ulteriori misure di prevenzione e di sanificazione per il rafforzamento della protezione sia della clientela che del personale".

Coronavirus, Kiko chiude: “Tuteliamo clienti e dipendenti”

Il Coronavirus chiude pure i 340 store di Kiko. “Senza allarmismi e paura ma con serietà e razionalità abbiamo deciso di fare quanto in nostro potere per tutelare al massimo la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti, nonostante il considerevole impatto economico. Siamo fiduciosi che potremo tutti tornare presto ad essere più forti di prima. Ma per farlo adesso – ha sottolineato l’ad Cristina Scocchia, ringraziando medici e personale sanitario impegnati instancabilmente in prima linea - è doveroso fermarci”. 

Un appello alla responsabilità arriva anche dalla Luisa Spagnoli SpA. “In questi giorni, più che mai, tutti i cittadini sono chiamati ad esser responsabili dei propri comportamenti per loro e per la collettività. Gli imprenditori, in particolar modo, - ha detto Nicoletta Spagnoli, Ad e Presidente della società - devono adattarsi velocemente e senza esitazioni ai nuovi modelli imposti affrontando in prima persona l'emergenza, cercando di adottare tutte le misure contingenti necessarie, anche le più difficili, mantenendo allo stesso tempo una visione a lungo termine che possa garantire la continuità aziendale con la speranza di lasciarci presto tutto alle spalle”. 

Coronavirus, economia romana al collasso

L’auspicio che è di tutti, dai grandi marchi al commercio di vicinato con l’epidemia di Coronavirus a mandare l’economia romana al collasso: “Effetti negativi sul 76% delle imprese” – come emerge da uno studio della Camera di Commercio sul tessuto produttivo della città. 
 

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