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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia

Il turismo a Roma è in crescita ma i lavoratori restano a casa

I sindacati denunciano la scarsa pianificazione delle attività ricettive di Roma

Una maggiore pianificazione per non lasciare i lavoratori in balìa delle oscillazioni del mercato. La pandemia ha inferto un colpo durissimo sul settore del turismo, in particolare a Roma. Dall’esplosione del covid 19, sono stati centinaia i lavoratori delle strutture ricettive della Capitale e del Lazio ad essere stati licenziati, spesso senza preavviso. Una situazione che, nonostante la ripresa del settore durante l’estate 2022, non sembra voglia cambiare.

Al netto di altre procedure di licenziamento, sono 340 i lavoratori impegnati nel settore della ricezione che sono stati licenziati. Un vero e proprio dramma occupazionale, tamponato soltanto grazie ad una buona stagione estiva. Una ripresa che, però, non regala garanzie per il futuro. Lo scorso 3 agosto, Federalberghi pubblicava un bollettino per analizzare l’andamento del turismo nel primo semestre del 2022. “Pur in presenza di segnali di risveglio del mercato che inducono a guardare con fiducia al futuro – si leggeva nella nota - il primo semestre del 2022 continua a registrare livelli inferiori a quelli del 2019. In calo il tasso di occupazione camere (.14,9%), il traffico aereo (-23%) e il tax free shopping (-56%)”. Numeri però positivi per quanto riguarda il mese di maggio 2022 che, rispetto al 2019, ha fatto registrare un +33,4% per quanto riguarda le presenze nel segmento leisure.

“In questi mesi abbiamo protestato duramente contro alcune grandi realtà alberghiere della Capitale che hanno deciso di licenziare centinaia di lavoratori, adducendo come motivo alcune criticità economiche – scrive in una nota segretario generale della Fisascat-Cisl Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti - al tempo stesso, si continua a parlare di incassi record e di altissima affluenza turistica: si tratta di un meccanismo pieno di contraddizioni, perverso nei suoi effetti, che a un primo sguardo si fatica a comprendere”.

Licenziamenti anche senza preavviso

I sindacati chiedono, ormai da tempo, una pianificazione su larga scala del comparto turistico, “che è una vera e propria industria per un Paese che ha il patrimonio artistico dell’Italia  -scrive ancora Diociaiuti -politiche miopi e di respiro corto, unite all'estemporaneità dei flussi turistici ed economici, in questi anni più che mai intermittenti, non possono che ricadere sulle spalle dei lavoratori: parliamo di persone e famiglie esposte all’andamento oscillante del comparto, che sono state licenziate talvolta senza preavviso e dopo molti anni di servizio”. Non solo. Secondo Diociaiuti ci sono anche tanti lavoratori assunti senza garanzie e per pochissimo tempo, per rispondere ai capricci del mercato, che a nostro parere non sono nemmeno definibili come 'stagionali'”. Il rischio, alla lunga, è che venga a mancare un’organizzazione dell’accoglienza turistica orientata alla valorizzazione. Un’eventualità che potrebbe causare l’invio “dalla Capitale e dall’Italia” di una brutta cartolina, “fatta di servizi improvvisati e di basso profilo e di occupazione intermittente e instabile”.

Il Majestic

Lo scorso inverno erano scesi in piazza i 47 lavoratori dell’Hotel Majestic . Una protesta che, però, non è servita, anzi. Per queste persone è arrivata una vera e propria beffa. Non solo, alla fine, quei lavoratori sono stati messi alla porta. Il Majestic, a luglio, ha chiuso i battenti, riaccendendo le proteste dei sindacati che vedono, dietro ai licenziamenti, un’operazione speculativa ai danni dei dipendenti

Lo Sheraton

Sono 164 i lavoratori licenziati dallo Sheraton Roma Hotel & Conference Center, dopo quasi due anni di cassa integrazione. Pure in questo caso la pandemia ha avuto la sua parte anche se, come nel caso del Majestic, secondo i sindacati lo scopo sarebbe quello di “svuotare” la struttura e ripartire da capo, con “assunzioni a basso costo”.

Il Victoria

Lo storico quattro stelle, costruito nel 1899 in via Campania, era chiuso dal marzo del 2020 e, dopo due anni di pandemia, ha registrato un “fatturato pressochè azzerato”. Per questo la proprietà ha deciso di cessare l’attività a tempo indeterminando, licenziando 37 lavoratori, senza nessuna misura alternativa.

L’Ambasciatori Palace e il Cicerone

Licenziamento anche per i 51 lavoratori dell’albergo di via Veneto, simbolo della Dolce Vita. La crisi del turismo dovuta alla pandemia ha colpito anche questa struttura. I sindacati avevano protestato, accusando la proprietà di utilizzare la pandemia come una scusa per scaricare i lavoratori. Discorso analogo per l’Hotel Cicerone, dove gli esuberi sono stati 41.

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