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Economia Selva Candida

Selva Candida, un centro commerciale sulle rovine dell'ecomostro

Il progetto verrà realizzata nell'area che doveva ospitare, negli anni settanta, il centro direzionale Alitalia. Municipio e residenti sperano di "portare a casa" le opere viarie connesse

Selva Candida. Area ex Alitalia. Lo scheletro della struttura realizzata nella metà degli anni '70, che avrebbero dovuto ospitare gli uffici della compagnia di bandiera italiana, rimasto invece inconcluso e abbandonato per decenni, sono solo un brutto ricordo. Una carica di esplosivo ha raso al suolo quell'ecomostro il 21 giugno del 2010. In più di tre anni, più nulla è stato toccato. Al posto della distesa vuota lasciata dalle macerie del palazzone, dovrebbe trovare posto un centro commerciale e 12 edifici per un totale di circa 200 appartamenti. Il progetto, che dai primi annunci doveva essere pronto quest'anno, potrebbe sbloccarsi nei prossimi mesi.

Nel Bollettino ufficiale della Regione Lazio pubblicato il 21 novembre 2013 compare il documento che solleva la società che realizzerà il complesso, la Rinnovamento Commerciale spa, che fa capo alla Cmb  (Cooperativa muratori e braccianti) di Carpi, dalla realizzazione di valutazioni ambientali (la Valutazione ambientale strategica) a patto che vengano rispettate una serie di attenzioni, le cosiddette prescrizioni, al territorio. Gli occhi del territorio sono puntati su quest'area. La speranza che la realizzazione del progetto porti le strade e i servizi che il quartiere aspetta da anni ha la meglio sulla paura di sempre nuove cementificazioni. “Il progetto è già stato autorizzato dall'amministrazione comunale: la partita ora è quella di coinvolgere la cittadinanza e sfruttare la nuova urbanizzazione come occasione per dare servizi alla zona” racconta Andrea Montanari, capogruppo della Lista civica Marino nel XIV municipio.

IL PROGETTOTutto inizia nel 2007 quando la Rinnovamento commerciale spa acquista l'area dove erano stati realizzati gli scheletri dei palazzoni che dovevano ospitare il centro direzionale di Alitalia, poi costruito nella zona di Magliana. Il 21 giugno 2010, l'ecomostro viene fatto implodere. Al suo posto, da progetto, dovrebbe sorgere un'area commerciale da 19 mila metri quadrati. Al suo fianco si prevedono 70 mila metri cubi di case, 12 edifici per un totale di circa 200 appartamenti. Insieme al cemento i cittadini attendono l'arrivo dei servizi. In particolare un asilo nido da 60 posti mentre “l'inserimento di un'altra tipologia di servizio pubblico dovrà essere comunicata ufficialmente ai proponenti da parte dell'Amministrazione” si legge nel documento della regione. Infine la nota dolente della viabilità, attualmente pesantemente congestionata. Una bretella tra via Cremolino e via Casal Del Marmo per raggiungere il Grande raccordo anulare. La messa in sicurezza di via di Selva Candida. La costruzione di una nuova strada parallela a via di Selva Candida da via Cremolino con proseguimento di tale opera fino all'interno dell'area ex Alitalia.

ASSESSORECome spiega l'assessore municipale ai Lavori Pubblici Alessio Cecera “la convenzione che approva il centro commerciale è stata firmata dall'assessorato ai Lavori Pubblici della precedente amministrazione Alemanno il 16 marzo 2013, mentre l'iter per la parte relativa alle abitazioni è in via di definizione con l'attuale amministrazione”. Il punto ora consiste nel “portare a casa” le strutture collegate all'edificazione. “Le opere viarie sono legate alla costruzione della parte commerciale” continua l'assessore Cecera. “Abbiamo anche avviato un tavolo tecnico di confronto tra il municipio, la società e le società di servizi per coordinare gli interventi. I lavori dovrebbero partire nel primo semestre del 2014” spiega. “Per quanto riguarda le opere legate all'intervento residenziale invece abbiamo intenzione di aprire un processo partecipato con i cittadini”. Infine una serie di opere collaterali: “L'allargamento del depuratore di Palmarola, già saturo, e la messa in sicurezza del Fosso del Campo che con l'aumento dell'intensità insediativa potrebbe non reggere all'aumento del carico. In fondo si tratta di aree ex abusive scarsamente pianificate”.

I RESIDENTI - Una zona congestionata dal traffico e senza servizi spaventa più dell'idea di convivere con un nuovo quartiere animato da un grande centro commerciale. “Vediamo nella realizzazione di questo progetto un'opportunità per questa zona e poi non c'è molto da difendere sull'area che per trent'anni ha ospitato degli ecomostri” racconta Ida Dragonetti, componente di alcuni comitati di zona ma soprattutto “residente” di Selva Candida. “Troppe volte sono state realizzate case promettendo nuove strade e servizi che poi non sono mai arrivati. Questa volta confidiamo in un controllo maggiore da parte delle istituzioni” continua. “Mancano le scuole, le strade sono sempre bloccate. Via di Selva Candida è un budello a doppio senso di marcia e senza alcuno spazio per i pedoni. Spesso per fare 800 metri di strada con l'autobus ci si mette quasi un'ora. Vorrei scendere per spostarmi a piedi ma non ci sono nemmeno i marciapiedi” continua Dragonetti. Ma non solo strade e scuole. “L'amministrazione può indicare i servizi che vorrebbe vedere realizzati. Perché non fare una biblioteca o un teatro? Questo quartiere è totalmente privo di luoghi di cultura”.

CONSIGLIERE - “Abito a Selva Candida da 36 anni” racconta Andrea Montanari, capogruppo della Lista civica Marino nel XIV municipio. “Fin dagli anni sessanta l'area urbanizzata si è allargata, sono state realizzate abitazioni abusive, poi condonate, nuovi gruppi di case, ma la viabilità è rimasta sempre la stessa”. Di fronte al nuovo progetto “la partita è quella di riuscire a coinvolgere la cittadinanza per capire di quali servizi dotare l'area. Non siamo per la cementificazione ma troppo spesso gli oneri concessori incassati dalla realizzazione di nuove palazzine non sono stati poi reinvestiti nel territorio” commenta. L'obiettivo di Montanari “è quello di fare in modo che i cittadini vengano coinvolti il più possibile nella selezione dei servizi che questo progetto potrebbe portare con sé”.

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