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Contenzioso infinito / Via della Muratella

Centrale del Latte di Roma, c’è chi (da oltre vent’anni) è pronto ad acquisirla

Lattesano, che con la sua azione legale ha dato il via al lungo contenzioso con Parmalat, ha ribadito la propria disponibilità a gestione temporanea e partecipazione a nuova gara per la privatizzazione

Sulla Centrale del Latte di Roma c’è chi si fa avanti, oggi come ventiquattro anni fa. Ariete Fattoria Latte Sano, tra le cinque società che parteciparono nel ‘98 all’avviso di manifestazione d’interesse per l’acquisizione dell’allora azienda comunale, ha ribadito “la propria piena disponibilità sia a partecipare alla futura gara di privatizzazione, come anche all’eventuale gara per la sua temporanea gestione”.

Il contenzioso legale che dura da oltre vent’anni

D’altronde l’affaire Centrale del Latte di Roma è nato proprio in seguito all’azione legale di Ariete Fattoria Latte Sano che nei tribunali ha combattuto per far dichiarare nulla l’intera gara di privatizzazione, “vista l’illecita rinegoziazione delle clausole degli accordi di cessione avvenuta successivamente all’aggiudicazione”. Ossia quella cessione della Centrale del Latte della Cirio di Sergio Cragnotti alla Parmalat di Calisto Tanzi prima dei cinque anni previsti nell’accordo di vendita con il Comune.

Un calvario giudiziario che va avanti dal Duemila: “In questi 23 anni di battaglie legali - scrivono dalla Latte Sano - non vi è mai stata una sola sentenza delle 32 già emesse a vario titolo e grado di giudizio sull’argomento, che abbia accolto la tesi della validità della gara o della proprietà delle bene in capo a Parmalat”. L’ultima quella della Corte d’Appello di Roma che ha confermato la restituzione delle quote della Centrale a Roma Capitale, condannando Parmalat a restituire pure tutti i dividendi distribuiti dal 2005 al 2012, più di 41 milioni di euro oltre interessi. 

La Centrale del Latte di Roma rischia di scomparire. 162 lavoratori temono il licenziamento

Parmalat stacca la spina alla Centrale del Latte di Roma

In attesa della pronuncia della Cassazione Parmalat, oggi controllata dal gruppo francese Lactalis, ha deciso di procedere alla spontanea riconsegna delle azioni. Questo dopo aver annunciato, da gennaio 2023, il ritiro della produzione dei prodotti a suo marchio dal sito romano che si ritroverebbe dunque senza il 48% della produzione totale. 

Così intorno alla Centrale del Latte di Roma regna l’incertezza. I lavoratori, 162 in tutto, temono il collasso dell’intero stabilimento, il tramonto di un marchio storico della città e un’ondata di esuberi: per questo il 22 novembre incroceranno le braccia. Quella di Parmalat per i sindacati  è “una scelta grave ed inaccettabile perché presa senza alcun confronto preventivo volto a garantire la continuità produttiva del sito e la conseguente tenuta occupazionale. Si è così scelto di abbandonare al proprio destino quelle lavoratrici e quei lavoratori che per anni - hanno scritto in una nota i segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di Roma Marco Pasti, Giuseppe Cappucci ed Antonio Mattei - avevano contribuito, con la loro professionalità ed il loro lavoro, ad assicurare all’azienda utili e profitti, una decisione scellerata che condanniamo fermamente”. C’è anche la richiesta al Campidoglio, che per adesso rimane silente, di farsi sin da subito garante dell’occupazione e della difesa del marchio presentando un piano di interventi “che sappia rispondere alle complessità insite nella gestione di un sito industriale come quello della Centrale”. 

La Centrale del Latte di Roma legata a Parmalat

E’ l’Ariete Fattoria Latte Sano a sottolineare come “l’attività di rilancio aziendale portata avanti da Parmalat nei confronti della Centrale del Latte di Roma, onde razionalizzare i costi del gruppo e quindi massimizzarne gli utili, si sarebbe sostanziata nella dismissione delle produzioni dello Yogurt, del burro e del latte UHT tre asset assai importanti per qualunque azienda di trasformazione di latte. La Centrale del Latte di Roma  pertanto oggi - scrive l’azienda della Muratella - sarebbe necessariamente dipendente da Parmalat per la prosecuzione della vendita di tali prodotti”. 

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