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Caso Enasarco, Unione Inquilini: "Stop ai mutui? Si cambia l'accordo"

La crisi della banche mette alla gogna gli inquilini che stanno acquistando da Enasarco, ente in fase di dismissione del patrimonio immobiliare. Unione Inquilini chiede un cambio dell'accordo

Spread a rischio, borse che oscillano e banche a corto di liquidità. Conseguenza (una delle tante)? Lo stop ai mutui, erogati per lo più a tassi inaccessibili. Ne sanno qualcosa tutti quelli che vorrebbero comprare casa e si trovano alle porte coi sassi. Meglio ancora lo sa chi, casa sua, è quasi  "costretto" ad acquistarla. Il caso riguarda gli inquilini della Fondazione Enasarco, ente previdenziale privato che da mesi sta procedendo alla dismissione del proprio patrimonio immobiliare. A denunciare la questione è Unione Inquilini Roma.

Tra i sindacati firmatari dell'accordo di compravendita stipulato con l'ente, ha ritenuto quanto proposto dalla fondazione adeguato a garantire regole certe e tutele necessarie agli inquilini. Attuare tutti gli aspetti dell'accordo nella maniera più favorevole è stato fin dall'inizio l'obiettivo sottoscritto da Unione Inquilini. A distanza di un anno però qualcosa è cambiato e la stessa adesione del sindacato rischia di vacillare. Il problema? L'erogazione del mutuo da parte della Bnl (istituto di credito con cui Enasarco si è accordata) è scesa da ottobre di circa il 10%: in sostanza se prima il 90% degli inquilini Enasarco poteva acquistare le case dove hanno vissuto decenni, quella stessa percentuale sta precipitando. Il rischio da arginare è che si crei una fascia di inquilini privato di quelle tutele e garanzie all'acquisto promesse da un accordo che, cambiate le condizioni economiche generali, forse dovrebbe adeguarsi. Cosa comportava fino a ora?

L'ACCORDO - Quattordicimila immobili sul territorio comunale, dal valore stimato di 3 miliardi di euro, da vendere al prezzo di mercato di 4 miliardi e mezzo, ricavandone una pluisvalenza di circa un miliardo e mezzo. E' questo, in estrema sintesi, il piano di dismissione, annunciato nel 2009, dalla Fondazione Enasarco, ente nazionale per gli agenti di commercio. Soluzioni per i residenti? Comprare, a prezzi stabiliti tra il minimo e il medio dei valori dell'agenzia del territorio ridotti del 30%, del 40% in caso di acquisto collettivo (70% di inquilini di un immobile) e con mutui agevolati per le fasce più deboli. Le proteste degli stessi inquilini, riuniti in comitati, hanno puntato più volte il dito, appellandosi anche al Tar che però ha respinto il ricorso, contro i prezzi di mercato e le condizioni stabilite per la contrazione del mutuo. Detto questo, l'accordo è stato firmato e parte degli appartamenti già venduti: secondo dati forniti dalla stessa Enasarco il 50% degli acquirenti ha utilizzato la convenzione con Bnl, 25% ha comprato in contanti e un altro 25% ha scelto altri istituti di credito. Questo fino al mese di ottobre. Oggi la situazione sta cambiando e, il cambiamento, non è dei migliori.

"La crisi c'è e, dopo un anno, la situazione economica in cui è stato stilato l'accordo è cambiata molto, rischiano di venire meno le condizioni di acquisto". A farci il quadro, "tragico" a suo dire, dell'attuale situazione della dismissione in corso è Guido Lanciano, segretario di Unione Inquilini Roma. "Le banche stanno stringendo troppo sui mutui, se la dismissione deve comportare problemi nell'acquisto degli immobili allora non può procedere oltre". Insomma, se arrivano meno soldi dalle banche allora le condizioni dell'accordo devono cambiare al fine di non intaccare le tutele stabilite per chi compra. Per chiarire il punto Unione Inquilini sta trattando con Enasarco: a un primo tavolo fissato a dicembre, un altro dovrebbe arrivare tra poco. "Abbiamo delle idee da proporre - ci spiega Lanciano - vedremo quali sono le disponibilità dall'altra parte". Una cosa sembra certa: "Se non verranno ampliate le tutele, dovremo rivedere le nostre posizioni".

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