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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Imprese soffocate da caro energia e inflazione: l'80% aumenterà i prezzi nel 2023

I dati dell’Osservatorio permanente istituito dalla CCIAA Roma restituiscono un quadro in cui a dominare è l'incertezza: soltanto il 18% delle aziende intervistate prevede un aumento del fatturato

Carico fiscale, inflazione, riduzione della domanda e aumento dei costi dell'energia frenano, inevitabilmente, le imprese. Stando ai dati diffusi dalla Camera di Commercio di Roma, nel 2023 soltanto il 18% delle aziende romane prevede un aumento del proprio fatturato, mentre circa la metà (il 49,5%) si aspetta rimanga stabile. E l'80% ha dichiarato che sarà costretto ad alzare i prezzi ulteriormente.
 
I dati dell’Osservatorio permanente istituito dalla CCIAA Roma restituiscono un quadro in cui a dominare è l'incertezza. L'analisi è stata fatta prendendo in considerazione 500 imprese rappresentative delle attività economiche di Roma (il 67%) e provincia, così da fornire un costante aggiornamento sull’evoluzione della situazione economica. Dopo due anni di pandemia, che fa ancora sentire gli strascichi, la guerra in Ucraina, le tensioni geopolitiche e il forte aumento dei prezzi che hanno tristemente caratterizzato il 2022 si sono trasformati in una seria minaccia anche per la ripresa economica del territorio.

Quasi due imprese su tre hanno aumentato i prezzi nel 2022

L’aumento dei prezzi dei beni energetici e dell’inflazione è stato il principale freno della crescita dell’economia: nel 2022 la maggior parte delle imprese intervistate ritiene che il proprio fatturato sarà stabile, anche se le imprese che prevedono una diminuzione del fatturato sono maggiori di quelle che prevedono un aumento. Le risorse e le azioni messe in campo dalle istituzioni per fronteggiare i rincari energetici, sottolinea la Camera di Commercio, sono state insufficienti per la gran parte delle aziende, e la principale strategia per difendersi dall’aumento dei costi resta la riduzione dei consumi. Quasi una impresa su tre, il 30%, ha però ridotto anche gli investimenti, e quasi due imprese su tre hanno dovuto aumentare i prezzi nel corso del 2022.

Le previsioni per il 2023 restano dunque incerte e orientate alla prudenza, e quasi l’80% delle imprese prevede di aumentare i prezzi nel 2023. Andando nel dettaglio dei numeri e delle percentuali, il 38% delle imprese intervistate dichiara che il fatturato nell’anno in corso diminuirà rispetto al 2021, a fronte di un 22% di imprese che, invece, si appresta di chiudere l’anno con un aumento del fatturato rispetto al 2021. Un altro 40% delle imprese ritiene che il fatturato sarà stabile rispetto al 2021. 

Per il 71% delle imprese il numero di lavoratori è restato stabile nel corso del 2022, mentre per il 16% è diminuito. Il 13% delle imprese segnala un aumento degli occupati. Nel corso del 2022 solo il 26,3% delle imprese dichiara di aver effettuato investimenti, e a fronte di un 43,6% di imprese che dichiara di non aver adottato nell’anno 2022 cambiamenti in seguito all’aumento dei prezzi dei beni energetici, il 37% ha ridotto i consumi energetici.

Meno del 5% delle imprese ritiene utili le misure adottate dal governo

Per far fronte ai maggiori costi il 65% delle imprese, nel 2022, ha dovuto aumentare i prezzi a sua volta, mentre il 35% ha lasciato i prezzi invariati.  Le misure adottate nell’anno in corso a livello istituzionale per calmierare i costi energetici per il 62% delle imprese non hanno avuto effetti, mentre per una impresa su 3 sono stati utili, ma si poteva fare di più. Solo il 4,8% delle imprese ritiene che le misure adottate siano state molto utili. 

“I risultati di questa nuova indagine delineano un quadro di grande complessità per le imprese - è il commento di Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma - I temi dei costi e dell’approvvigionamento energetico sono diventati preminenti e impegnano tutti su difficili obiettivi di diversificazione delle forniture di gas e di petrolio. Non solo. A causa dell’aumento dell’inflazione, le politiche monetarie si stanno inasprendo e i tassi di interesse sono in aumento, rallentando gli investimenti delle imprese. Resta fondamentale il sostegno delle istituzioni, a partire dal Governo, alle imprese in difficoltà e più colpite dai fortissimi rincari energetici".

"La situazione complessiva - conclude Tagliavanti - è tutt’altro che semplice ed è necessario, per il tessuto produttivo locale, utilizzare al meglio tutte le risorse del PNRR per far compiere alle imprese romane un salto di scala: in termini dimensionali, di efficienza e di complessità organizzativa. Un salto di qualità tanto più indispensabile in vista dei due grandi appuntamenti dell’orizzonte decennale della città di Roma: Giubileo 2025 e, speriamo, Expo 2030”.  

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