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COVID E NUOVI POVERI

Una card contro sprechi e crisi economica, a Roma il progetto del reddito alimentare

L’iniziativa, lanciata grazie a una petizione online, permetterà alle famiglie e persone in difficoltà di accedere gratuitamente ai prodotti invenduti di supermercati e alimentari, contrastando la povertà alimentare e contribuendo alla sostenibilità

Il Covid-19 ci ha costretti a confrontarci con molteplici significati del termine “emergenza”. Sanitaria, ma soprattutto umanitaria, perché scaturita dalla crisi economica con ripercussioni sulla vita delle persone. Innanzitutto, sui loro bisogni primari, come il diritto alla nutrizione.

È uno spaccato che emergeva già dal rapporto "promosso e finanziato" dalla giunta capitolina sui casi di indigenza nel territorio di Roma, per cui tantissimi cittadini hanno richiesto in questi mesi al Comune dei buoni socio-assistenziali perché in situazione di indigenza.

“Nuovi poveri” che si sono ritrovati a fare i conti con la crisi proprio durante la pandemia: il 75% dei richiedenti di buoni spesa non l'aveva mai fatto prima. Ed è a loro che si rivolge l’istituzione di un "reddito alimentare", iniziativa che da alcuni mesi sta prendendo piede online, grazie a una petizione su Change.org che a oggi conta quasi 55mila firme.

Un progetto pilota che punta a Roma per prender di petto la povertà alimentare di tantissime famiglie, lanciando una card di agevolazioni ai cittadini, per permettere loro di acquisire gratuitamente beni di prima necessità negli esercizi commerciali e rimetter mano al portafogli, risparmiando però.

“L’idea sorge perché la pandemia ha acuito un problema preesistente, quello dell’emergenza alimentare – spiega Leonardo Cecchi, ideatore del progetto – Oggi le persone a rischio povertà sono 2,4 milioni, con grandissima incidenza sui bambini. Tutto quel che viene risparmiato può essere destinato ad altri bisogni, a libri per l’istruzione, a risorse per il tempo libero. Una forma di libertà per chi è già intrappolato dal Covid e che così può non essere schiavo della povertà”.

Come funziona la card del reddito alimentare

La proposta del Reddito alimentare lanciata da Leonardo Cecchi non prevede l’erogazione mensile di denaro sul conto o sulla carta del beneficiario, bensì un diritto a ottenere generi alimentari. Il titolare della card, gratuita e anonima, potrà acquisire beni alimentari per un ammontare tra i 400 e 600 euro mensili, ottenibili presso i supermercati aderenti all’iniziativa, che parte da Roma ma sarà su scala nazionale. Il 9 dicembre infatti, ci sarà una prima interlocuzione sul progetto che vedrà la partecipazione del presidente della Commissione attività produttive di Roma Capitale, il consigliere Andrea Alemanni, chiedendo il suo supporto per l'apertura di un tavolo operativo con le istituzioni.

“È un vantaggio per le persone in difficoltà economiche, ma anche per le grandi catene di distribuzione – spiega Cecchi - I supermercati, i negozi di alimentari e le botteghe potranno usufruire di benefici fiscali, tra cui l’esclusione dell’iva sugli invenduti e altre agevolazioni grazie alla legge antispreco 2016”.

Ad accrescere la povertà alimentare, ha sicuramente contribuito la pandemia questa tendenza, ma i due anni vissuti non hanno ridotto invece le dimensioni dello spreco alimentare. Secondo un’indagine Adiconsum, sprechiamo infatti circa 65 kg di cibo a testa all’anno, a cominciare dai freschi come verdura, frutta, pane e prodotti lattiero caseari.

Cibi invenduti vuol dire buttati, che per tante persone potrebbero fare la differenza, con la possibilità di avere pane in tavola, un piatto a fine giornata e contrastare la povertà crescente che attanaglia migliaia di italiani.

La card del reddito alimentare, totalmente anonima, permetterebbe così alle persone di accedere alle risorse, ma anche agli esercizi commerciali di non sprecare cibo, contrastando anche lo spreco alimentare e aiutando i cittadini ad affrontare il cambiamento che la pandemia ha portato nelle loro abitudini. “Molte persone si vergognano di convivere con questo status sociale, per loro la povertà diventa uno stigma e il reddito alimentare aiuta ad accettare dignitosamente questa situazione – prosegue Cecchi – È importante capire che il Reddito alimentare non è un’iniziativa che sostituisce il Terzo settore, ma che vuole fare rete e che integra l’operatività di tutti i soggetti e il banco alimentare”.

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