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Economia

La crisi energetica mette in ginocchio le aziende: il 5% rischia di chiudere

Uno studio di Federlazio effettuato su un campione di 200 aziende conferma il preoccupante quadro già emerso nelle ultime settimane

Oltre sette imprese su dieci nel Lazio hanno visto crescere in maniera drammatica i costi per la fornitura dell’energia elettrica, cinque su dieci quelli del gas: è lo spaccato che emerge da uno studio commissionato da Federlazio per indagare sugli effetti che la crisi energetica e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno avuto sul mondo dell’imprenditoria. Prevedendo che il 2023 sarà un anno in cui il margine di guadagno si ridurrà ulteriormente, proprio quando la maggior parte delle aziende stavano iniziando a risollevarsi dopo la crisi generata dalla pandemia di Covid-19.

Quasi il 40% delle aziende ha visto raddoppiare le bollette

Lo studio ha preso in considerazione 200 aziende, e le percentuali confermano che praticamente tutte (il 97%) si trovano in una condizione di forte sofferenza economica, e che poco più della metà lamenta che l’attività aziendale è stata compromessa. Il 16% si trova in una situazione grave, con un consistente calo dei ricavi. Quasi il 40% delle aziende ha visto raddoppiare i costi delle bollette dell’energia elettrica, anche se le percentuali differiscono molto a seconda della tipologia di impresa.

Quelle più colpite sono infatti quelle che lavorano nella ceramica - il 55% delle imprese sostiene che sia a rischio la prosecuzione dell’attività - quelle della logistica, il metalmeccanico e la lavorazione dei metalli, la ristorazione e il commercio al dettaglio e all’ingrosso. Federlazio ha quindi provato a valutare le prospettive a breve e a medio termine, prevedendo come il 5% delle aziende rischi concretamente di sospendere o chiudere l’attività produttiva, mentre il 18% ritiene di poter reggere ancora qualche mese prima di essere costretto a piegarsi alla crisi energetica. Il 10% prevede una riduzione di attività, e la necessità di ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni.

"Gli aumenti dei costi sono molto più elevati dei ricavi"

“Il sistema imprenditoriale del nostro territorio mostra una grande capacità di superare le emergenze e i fenomeni critici, ma il perdurare di queste circostanze sta mettendo in serio pericolo le aziende - ha confermato il presidente Federlazio Frosinone Nino Polito - Gli imprenditori si trovano nella condizione di subire gli effetti negativi di fenomeni non prevedibili e in rapida successione, che non dipendono direttamente dal loro impegno e dalla loro capacità imprenditoriale. A tal proposito nonostante gli sforzi messi in campo da molte imprese in questi anni sull’aspetto dell’efficienza energetica, l’incremento dei costi risulta molto più elevato rispetto ai risultati raggiunti”.

“Senza interventi immediati e incisivi da parte delle istituzioni europee, nazionali e dei sistemi regolatori dei mercati per contenere gli effetti dell’estrema volatilità dei prezzi delle materie prime e dell’energia sui mercati globali, molte imprese rischiano di registrare una battuta d’arresto nel percorso di rilancio e innovazione che si era messo in moto con l’uscita dalla fase critica delle pandemia - conclude Polito - I primi effetti di tutto ciò si stanno già purtroppo verificando e sono anche recentemente certificati dall’Istat che registra una variazione positiva dello 0,5% del PIL grazie ai servizi, il turismo che, fortunatamente sta registrando dati sempre più positivi, mentre il primario, la manifattura e l’agricoltura, accusa un calo. L’auspicio è che il nuovo Governo intervenga immediatamente”.

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