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Economia

A Roma solo due bar o ristoranti su dieci sono ancora chiusi

Dopo i ristori inadeguati torna la fiducia secondo Fipe Confeserenti; Paolantoni: “Ora serve una città efficiente”

Nove aziende di somministrazione a Roma si dicono fiduciose sul futuro: otto fra bar e ristoranti su dieci hanno già ripreso a lavorare, un esercente si prende ancora del tempo, un altro intende lasciar stare. E’ il quadro diffuso in mattinata da Fipe Confcommercio Roma: impressiona la mole di ristoratori e baristi che hanno giudicato insufficienti i ristori. Nove esercenti su dieci infatti hanno ricevuto gli aiuti governativi, ma gli stessi nove su dieci confessano di non riuscire a giudicarli adeguati.

“Del resto”, continua Fipe riportata dalle agenzie di stampa, ”i pubblici esercizi e i ristoranti della Capitale nel 2020 hanno perso in tutto 2,4 miliardi di euro, quasi il 50% rispetto al 2019. E se si aggiungono anche i primi cinque mesi del 2021 con gli esercizi di nuovo chiusi o fortemente limitati per la pandemia, le perdite arrivano a 3 miliardi. Di conseguenza, anche il numero degli addetti ha subito un calo di 24mila lavoratori che hanno lasciato il settore, nonostante 15mila di loro avessero un contratto a tempo indeterminato”.

Il presidente Fipe Roma Sergio Paolantoni chiede “al futuro sindaco della Capitale una città con servizi efficienti, trasporti in primis, più pulita e più decorosa”. I segnali incoraggianti ci sono e dalla riapertura di maggio 2021 “i guadagni sono stati di 200 milioni di euro al mese”. Ora serve la forza della città e delle istituzioni, continuano i commercianti, per svoltare la curva. 

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