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Giovedì, 18 Aprile 2024
Emergenza lavoro / Parco Leonardo

Niente più assistenza per Apple: nel call center di Roma 166 lavoratori a rischio

Il 31 marzo finisce la missione di Teleperformance per il colosso di Cupertino: 69 dipendenti ricollocati, per i 166 in somministrazione si apre periodo di disponibilità

“Le nostre sono 166 vite stravolte”. A parlare è uno dei lavoratori dei call center di Teleperformance: la multinazionale francese, con sede anche a Fiumicino, che fornisce servizi di assistenza tecnica, informatica, social media e customer service. Tra questi anche l’assistenza telefonica e via chat per Apple, con supporto di primo e secondo livello. 

Apple toglie la commessa a Teleperformance

Peccato però che la commessa con il colosso di Cupertino stia volgendo al termine: il 26 marzo chiuderà il servizio, cinque giorni dopo l’intera missione. Così per i lavoratori di Teleperformance, ignari della scadenza e che hanno appreso la notizia da un comunicato dell'azienda, è arrivata la doccia fredda. 

Teleperformance: a rischio 166 posti di lavoro

Se ai 69 dipendenti diretti di Teleperformance è stata promessa almeno l’immediata ricollocazione all’interno di altri servizi in mano all’azienda, per i 166 lavoratori in somministrazione con contratto a tempo indeterminato si apre la strada della disponibilità: sei mesi circa entro i quali l’agenzia per il lavoro cercherà di collocarli altrove facendo loro almeno tre proposte congrue. Nessuno potrà essere impiegato in posti di lavoro ad oltre 50 chilometri dalla propria residenza o con una decurtazione dello stipendio di più del 15% rispetto a quello percepito in media negli ultimi mesi. Ma il timore dei lavoratori di Teleperformance, qualcuno è li da addirittura dieci anni, è quella di non trovare un altro posto. “Abbiamo paura perchè negli ultimi anni sono stati mandati via prima sedici colleghi, poi altri dieci. Quindi - racconta una delle lavoratrici a RomaToday - non c’è la certezza per noi somministrati di essere ricollocati”. 

"Le nostre vite sono distrutte"

“Ci sentiamo anche noi vittime delle delocalizzazioni. Prima il servizio di Teleperformance era a Roma, Barcellona e Atene. Poi Barcellona ha chiuso e ha aperto Tirana, con la promessa che non sarebbe avvenuta una vera e propria delocalizzazione. Negli anni - recriminano i lavoratori - ci hanno aumentato le mansioni e le responsabilità, senza adeguamenti contrattuali ma con qualche bonus di produttività che, non essendo protetto da contrattazioni di secondo livello, poteva essere modificato o tolto in qualsiasi momento. Poi, l'anno scorso, verso marzo/aprile, siamo venuti a sapere che Apple si sarebbe avvalsa anche di un'altra azienda in Romania, con lavoratori anche in Egitto e in Italia dove però non ha sedi produttive. Così noi - dice con rammarico uno degli addetti al call center - siamo stati di fatto messi alla porta”. 

“E’ tutto paradossale” - aggiunge un’altra collega. Tutti vogliono rimanere anonimi per paura di ritorsioni. “Apple è un’azienda che guadagna come il Pil di una nazione eppure vuole avvalersi di lavoratori a basso costo stravolgendo all’improvviso le vite di 200 persone, perchè tra noi - è l’amara constatazione - un posto di lavoro certo lo manterrà meno della metà”. 
 

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