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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Maxi bolletta da 18.000 euro, il titolare della storica gelateria Fassi: "Una violenza per la mia onestà"

Andrea Fassi, titolare del "Palazzo del Ghiaccio" all'Esquilino, ha ricevuto una bolletta da record: rispetto allo stesso periodo del 2021 è più che triplicata

Anche Andrea Fassi, il "re del freddo", titolare della storica e omonima gelateria fondata nel 1927 in via Principe Eugenio, all’Esquilino, insorge contro il caro bollette. E lo fa condividendo una foto di quella che gli è stata recapitata a settembre, in riferimento ai consumi di luglio, e di quella relativa allo stesso periodo ma dell’anno precedente. Un confronto che mostra un aumento di oltre il 300%: dai 4.741 euro del luglio 2021 ai 17.800 del luglio 2022.

Fassi, pronipote del fondatore del "Palazzo del Freddo" e rappresentante della quinta generazione degli storici mastri gelatieri, ha affidato un lungo sfogo a Facebook facendosi portavoce delle centinaia di imprenditori che in questi mesi stanno lottando per tenere aperta la loro attività senza soccombere davanti all’aumento dei prezzi dell’energia, che rischia di mangiarsi ogni margine di ricavo.

"Questa bolletta violentà la mia onestà"

“Io faccio questo lavoro al mio meglio - ha esordito - Combatto l’alzarsi del sole, combatto me stesso, combatto un settore gonfio di invidia, vivo un territorio degradato, sopporto il poco valore dato alle aziende in questo paese, ingoio l’imborghesirsi del cibo con mezzo mondo che non magna, ignoro gli insulti sui coreani, tra i primi a rispettare il mio lavoro; eppure accolgo con il sorriso di Joker migliaia di romani ogni giorno, difendo la semplicità del gelato, imprescindibile. Come amministratore delegato del Palazzo del Freddo, come socio fondatore della scuola di scrittura Genius, unico vero capolavoro dopo mia figlia Amelia, come consigliere Fipe e come vicepresidente dei locali storici d’Italia sempre per Fipe, penso questa bolletta sia un punto a capo per la mia vita e per quella di molti altri”.

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L’imprenditore definisce poi la bolletta “l’esempio limpido del venir meno di un patto fondamentale tra stato e imprese, violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me. E vale per tutti. Polverizza la speranza, inaridisce i desideri. È una goccia densa di tutto quanto ci sia di sbagliato al mondo oggi, della direzione storta di questo presente”.

"Venderemo 9mila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente"

Poi la promessa, venata di amara ironia: “La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci. Il punto è che io questo lavoro non volevo farlo, e così non è più neanche divertente. E io mi annoio subito e quando mi annoio, o forse quando ho paura, distruggo tutto. Ecco, in Italia, a lavorare bene, anche un animo come il mio con energie infinite si annoia e ha paura. Per ora reggo, è solo l’ansia che sale, ma non vi mollo, sia mai lasci spazio al gelato all’amatriciana o al sorbetto di funghi porcini o, peggio ancora, a quelle poltiglie scolorite e gonfie”.

Il post, condiviso domenica 18 settembre, ha totalizzato migliaia di reazioni, commenti e condivisioni, e va ad aggiungersi alla già lunga lista di sfoghi e denunce da parte di imprenditori che da settimane si vedono recapitare bollette stratosferiche. Arrivando, in alcuni casi, anche a scegliere di chiudere.

Stangate in bolletta, decine di bar e ristoranti romani sull'orlo del baratro

Soltanto una decina di giorni fa in un bar di San Giovanni, il Big Mamy era comparso un manichino impiccato corredato da un cartello con la scritta “È arrivata la bolletta”: un gesto eclatante compiuto dalla titolare, Laura Ramoni, che aveva spiegato a RomaToday che “il 5 settembre è arrivata la bolletta, peraltro scaduta il 2, cosa che mi obbliga a pagare anche la mora. È di 2.600 euro. Significa che è più che raddoppiata perché l’anno scorso è stata di circa 900/1000 euro. Ovviamente dovrò chiedere di farla dilazionare, perché altrimenti non potrei pagarla. Per far fronte a questi rincari abbiamo aumentato di dieci centesimi il prezzo del caffè e del cappuccino”.

Qualche giorno fa l’assessora alle Attività Produttive della giunta Gualtieri, Monica Lucarelli, aveva espresso soddisfazione per l’emanazione del Dl Ter, che prevede tra le altre cose lo sconto del 30% in bolletta per bar e ristoranti: “Si tratta di aiuti concreti, studiati e ponderati per traghettare le attività produttive fuori dall’emergenza energetica. Con lo sconto fiscale del 30% si dà ossigeno a chi ora sta vivendo momenti di difficoltà - aveva detto Lucarelli - Avevo fatto appello, anche durante il tavolo che abbiamo istituito con le varie associazioni datoriali, al Governo e la sensibilità dell’Esecutivo ha portato a una misura che sono convinta possa essere efficace”. Per le associazioni di categoria però il provvedimento è ben lontano dall’essere sufficiente: “È sicuramente un primo passo, però non basta. I rincari sono stati enormi - ha confermato  Claudio Pica, presidente della FiepetConfesercenti Roma - Ho incontrato un panificatore di Acilia che in un anno ha visto schizzare la propria bolletta da 12 a 34mila euro. Lui ha provato a fronteggiare l’incremento aumentando di 20 centesimi il prezzo del pane, col risultato che per le prime due settimane ha registrato anche un crollo degli incassi”.

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