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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Almaviva, i sindacati: "Fallita la mediazione con il Governo"

I sindacati spiegano che la proposta dell'azienda per concedere all'esecutivo "sei mesi di tempo per intervenire sui problemi del settore" avrebbe portato nel frattempo ad "un dimezzamento del reddito dei lavoratori"

Trattativa fallita. Sulla vertenza Almaviva la riunione convocata dal ministero dello Sviluppo economico non ha consentito di raggiungere un accordo con i sindacati. I 3000 licenziamenti messi sul piatto da Almaviva Contact si riavvicinano. "Il Governo ha proposto una revoca dei licenziamenti per sei mesi al fine di consentire all'esecutivo di intervenire sui reali problemi del settore, caratterizzato da una concorrenza selvaggia, dalla mancata applicazione delle leggi sulla delocalizzazione all'estero e dal mancato rispetto delle clausole sociali, previste dalla normativa, proprio dalla grossa committenza pubblica" scrivono in una nota unitaria le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. 

L'ACCORDO - Spiegano i sindacati: "L'azienda ha accettato il percorso proposto dal Governo solo a condizione di realizzare un'intesa che chiuda la procedura aperta con un accordo" prosegue la nota "certificando in questo modo gli esuberi individuati dall'azienda, con un contratto di solidarietà al 45% per le sedi di Roma e Palermo, al 35% per la sede di Napoli e con percentuali minime per le altre sedi". 

REDDITO DIMEZZATO - L'intesa "dimezzerebbe il reddito di questi lavoratori" afferma Giorgio Serao, Fistel Cisl. "Vista la quasi totalità di personale impiegato come part time a 4 ore, si determinerebbe la situazione per cui il personale scivolerebbe sotto la soglia degli 8000 euro annui, causando anche la perdita del 'bonus Renzi' di 80 euro, e condannando i lavoratori a dover restituire quanto già percepito nei primi mesi dell'anno. In questo modo, la proposta aziendale determinerebbe lo spostamento in fascia di povertà della maggioranza dei lavoratori dell'azienda". 

I MOTIVI DEL RIFIUTO - Un quadro che il sindacato non ha voluto accettare: "La gravità di tale conseguenza ha impedito di accogliere l'invito del Governo a utilizzare ulteriore tempo per cercare soluzioni strutturali alla crisi, che resta la vera priorità per scongiurare le migliaia di licenziamenti che il settore subirà nei prossimi mesi" aggiunge Pierpaolo Mischi, Uilcom Uil. "È chiaro che risulta impossibile chiedere ai lavoratori di accettare la collocazione in fascia di povertà con la prospettiva di essere licenziati entro la fine dell'anno". 

AMMORTIZZATORI SOCIALI - I sindacati fanno sapere di aver "più volte evidenziato l'assoluta inadeguatezza degli ammortizzatori sociali messi a disposizione e la necessità di riconoscere al settore la CIGS, consentendo la stipula di accordi di medio periodo che permettano di ricercare soluzioni in grado di azzerare gli esuberi" chiosa Michele Azzola, Slc Cgil. "In realtà l'incontro di ieri ha evidenziato ulteriormente, ammesso ce ne fosse ancora bisogno, come il problema è e resta quello di intervenire sui contratti di fornitura del servizio che non possono essere strutturati in moda da determinare l'insostenibilità del costo del lavoro" conclude il sindacalista.

LE SOLUZIONI PROPOSTE - Non solo l'intervento sui contratti. Per i sindacati, per risolvere la situazione del settore, bisogna assicurare una "rigida" applicazione delle clausole sociali, "chi vince la gara deve assumere il personale che già opera su quella commessa" ma anche modificare i livelli di qualità "che garantirebbe servizi migliori". 

I NUOVI INCONTRI - Il 26 e il 29 aprile sono stati fissati altri due incontri. Se l'intesa non verrà raggiunta in quella sede, "sarà necessaria una nuova convocazione in sede ministeriale, perchè risulterebbe inaccettabile la resa del Governo che renderebbe i licenziamenti una certezza". 

GRUPPO GEPIN - Non solo Almaviva. "A questa situazione si aggiungono gli oltre 500 licenziamenti del Gruppo Gepin, determinati dalla gara indetta da Poste Italiane e preassegnata ad un importo che non permette di retribuire il costo del lavoro, e per il quale il Governo si era impegnato a riconvocare il tavolo entro questa settimana. Ma a oggi tale impegno sembra essere disatteso", conclude la nota.

PECIOLA - Così in una nota Gianluca Peciola, esponente di Sel: "Preoccupa il fallimento della trattativa sulla vertenza dei lavoratori Almaviva. Bisogna scongiurare il licenziamento di migliaia di operatori senza tagli sui salari. L'azienda, una delle principali del settore dei call center, ha deciso di avviare un piano di riduzione del personale che avrà gravi effetti anche sulla sede di Roma. Auspico la riapertura della trattativa e che si arrivi ad una soluzione condivisa a tutela dei posti di lavoro. Le aziende del comparto dei call center devono rispettare le normative in tema di delocalizzazione all'estero e di applicazione delle clausole sociali".

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