“Vivevo in un villaggio, in Nigeria, con mia madre e cinque fratelli. Mio padre ci ha abbandonati quando avevo 12 anni, io ho lasciato la scuole per coltivare l’orto e dare una mano a mia madre. Eravamo già poveri, ma siamo diventati poverissimi”. Inizia così la storia di Favour (nome di fantasia), una delle tantissime donne vittime di tratta che arrivano a Roma
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