Una storia lunga un anno, quella del tentativo di rimozione di una tettoia di amianto da una scuola materna di Montespaccato - periferia ovest di Roma - e che ancora non è finita, visto che nonostante ispezioni della Asl, mozioni della consigliera Claudia Finelli del XIII municipio e promesse di intervento a breve termine, il manufatto pericoloso – una copertura in eternit che le autorità sanitarie definiscono in “pessime condizioni” - si trova ancora nel cortile dove ogni giorno giocano i bambini.
Il Comune di Roma ha annunciato in pompa magna, poche settimane fa, un importante intervento sull’amianto in 111 scuole di Roma Capitale, ma tra queste la Carlo Evangelisti di via Cornelia 73 non c’è. Una situazione che, nonostante i recenti passi in avanti, è condivisa ancora da numerosi istituti, nella Capitale ma anche nel resto del Lazio e in tutta Italia. “In Italia ci sono 2.400 scuole con amianto. CI sembra scandaloso che nel 2022 a Roma ci siano bambini che giocano in luoghi attigui all’eternit”, spiega a Dossier Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (Ona). Le scuole individuate dal sindaco Gualtieri per la bonifica sono soprattutto nel centro di Roma. “Ci sono per caso istituti di serie A e istituti di serie B?”, commentano indignati dal comitato cittadino di Montespaccato.
Genitori in ansia
Il 18 gennaio 2022, infatti, il comitato di quartiere "Insieme per Montespaccato" ha segnalato alla dirigenza della scuola d'infanzia la presenza di amianto all'interno del cortile. Ad oggi, però, dopo più di otto mesi non sembra sia stato effettuato alcun intervento risolutivo. “Il preside - ci dice Valentina Furcolo, presidente del Comitato - non ha mai risposto a quella pec. I genitori sono preoccupati per la salute dei loro bambini”.
RomaToday si era già occupata di questa scuola, è su queste pagine che Valerio Valeri aveva scritto del parlamentino del XIII Municipio riunitosi a fine marzo 2022 proprio per discutere una mozione della lista Calenda Sindaco per l’intervento rispetto all’amianto. Mozione bocciata dalla maggioranza: "Prima di intraprendere la strada politica - spiega a la consigliera Claudia Finelli - abbiamo provato a risolvere contattando gli uffici tecnici, ma non è stato possibile. Poi è normale che i cittadini denuncino la cosa". La mozione è stata bloccata, si legge, “in quanto la competenza non è del Municipio”.
Eppure un progetto già c’era…
Il preside della scuola Evangelisti, Alessio Santagati, conferma anche all’Ona che i materiali della tettoia e della canna fumaria sono effettivamente in amianto. Pensate che la Asl ha definito il materiale in “pessime condizioni” e ha chiesto "di rimuoverlo quanto prima", eppure è ancora lì nonostante la soluzione per toglierla esista da anni. “C’è un progetto del 2020 - racconta a Dossier la consigliera Claudia Finelli - che aveva individuato nel Municipio XIII un pericolo amianto e aveva previsto i passaggi tecnici per rimuovere sia la tettoia che la canna fumaria. Sono trascorsi due anni e tutto è rimasto invariato”.
Claudia Finelli oltre che consigliera del XIII Municipio, è un architetto: “La cosa incredibile sono i tempi. La mia domanda è: perché nel privato si tratta di una lavorazione di bonifica che impiega due, massimo cinque giorni, in questo caso in due anni non è stata fatta?”.
Le scuole italiane non sono ancora state liberate: i numeri
Secondo l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), che raccoglie le segnalazioni dai territori, nel Paese sarebbero circa 2.400 le scuole non bonificate. Circa 356mila gli studenti esposti al materiale che provoca patologie come l’asbestosi (da asbesto, “che non si spegne mai”, un altro modo per chiamare l’amianto), malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il mesotelio, il tessuto sottile che riveste gli organi interni. A questa cifra si aggiungono altre 50mila persone tra docenti e personale scolastico.
Ma poche volte vengono fuori le responsabilità. Nel 2021 per la prima volta il Miur è stato condannato per mancata bonifica dell’amianto nelle scuole. Il Tribunale di Bologna ha condannato al pagamento di un risarcimento, pari a 930.258 euro, per la morte per mesotelioma -dovuto all’esposizione ad amianto- della professoressa Olga Mariasofia D’Emilio. Secondo il “VI rapporto del Registro nazionale dei mesoteliomi”, elaborato dall’Inail e pubblicato nel 2018, sono oltre 91 i casi censiti di docenti o personale scolastico deceduti per questa neoplasia. “Come osservatorio insistiamo affinché il ministero della Salute, insieme al ministero dell’Educazione, disponga al più presto la bonifica e metta in sicurezza tutti gli istituti scolastici”, afferma l’avvocato dell’Ona Ezio Bonanni.
A presentare un’analisi sulla situazione è stata anche Legambiente nel rapporto “Ecosistema scuola”, riguardante il rischio ambientale indoor, pubblicato lo scorso anno. La ricerca ha preso in considerazione un campione di 6.156 edifici che insistono nelle città capoluogo di provincia: dal monitoraggio è emerso che l’amianto è presente nel 4% delle strutture esaminate. In particolare nel 6,9% delle scuole prese in considerazione nel Nord, nel 2,5% nelle Isole e nello 0,4% nel Centro-Sud. Piemonte e Liguria risultano essere le Regioni con la maggiore percentuale di contaminazione, mentre le più “virtuose” sono Abruzzo, Sardegna e Umbria. Sull’urgenza di portare avanti le bonifiche, è intervenuta anche la Commissione europea: attraverso una direttiva emanata nell’ottobre 2021, ha chiesto a ogni Paese membro una valutazione che stimi la quantità e i tipi di materiali contenenti amianto da rimuovere da edifici e infrastrutture, dando priorità a scuole e ospedali. Ogni giorno perso per la bonifica, è un giorno in più in cui i bambini sono esposti alla fibra killer.
Aggiornamento 5.10.22, ore 15: Dopo l'inchiesta di Dossier, il caso della scuola di Montespaccato finisce in Procura con un esposto e anche il Municipio XIII promette di impegnarsi per far rimuovere l'amianto. Qui tutti i dettagli.