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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una mostra e una rassegna di film al Palaexpo

“Praga da una primavera all’altra. 1968-1969”, è la mostra e la rassegna di film in programma al Palazzo delle Esposizioni. La mostra è prevista fino al 1 marzo, la rassegna fino al 24 gennaio

Il 16 gennaio del 1969, esattamente 40 anni fa, Jan Palach era un semplice studente di filosofia dell’Università Carlo di Praga. Quel giorno Jan andò in piazza San Venceslao, si fermò davanti al Museo Nazionale, si cosparse di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Morì dopo 3 giorni di agonia, rimase sempre lucido e ai medici disse di aver preso ad esempio i monaci buddisti del Vietnam. Palach col suo sacrificio voleva dire no alla repressione, no alle truppe sovietiche che avevano soffocato nel sangue la Primavera di Praga, una stagione di riforme e libertà nella Cecoslovacchia ancora satellite di Mosca. Un’esperienza breve ma epocale, dal gennaio all’agosto del ’68, e un periodo di grande vitalità artistica, favorita dalla rimozione della censura. Una vitalità testimoniata dalla rassegna cinematografica apertasi ieri al Palaexpo, e che questa sera vede come protagonista un’opera dedicata proprio al martire Palach.

“Jan 69” è un piccolo grande documentario di otto minuti, realizzato in condizioni di semiclandestinità per sfuggire al controllo della polizia politica ed emerso solo oggi dagli scaffali della cineteca nazionale. Racconta l’impatto popolare del sacrificio del giovane studente.

Tutti i titoli della rassegna “Praga da una primavera all’altra. 1968-1969”, in programma al Palazzo delle Esposizioni dal 15 al 24 gennaio, in contemporanea con l’omonima mostra (16 dicembre – 1 marzo) condividono una vicenda simile. Realizzati prima o durante il nuovo corso voluto da Dubcek, furono proibiti  e sparirono dai grandi schermi a Primavera soffocata. Con molti casi paradossali, film mai terminati all’epoca, rivisti e montati 20 anni dopo, opere nascoste tra le pizze di un archivio di Stato. Insomma, come dicono i curatori della rassegna “piccoli messaggi in bottiglia destinati ai posteri”.

Ci sono documentari simili ad happening, come “Le affinità elettive”, di Karel Vachek, che guarda con ironia e disincanto a quei drammatici eventi. C’è un Forman d’annata, che prende in giro le ritualità sociali in “Al fuoco, pompieri”. Ci sono opere vicine al gusto surrealista, come “Il giardino” e “L’appartamento”, di Jan Svankmajer. E c’è anche un film tratto dal primo romanzo di Milan Kundera, “Lo scherzo”, storia di un studente che, a causa di una battuta fuori luogo, conosce la dura realtà dei campi di lavoro. Insomma, il “socialismo dal volto umano” è durato lo spazio di una primavera, ma l’arte, come dimostra, il Palaexpo, lo ha reso immortale.

Il programma della rassegna lo trovi qui



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