Caravaggio alle Scuderie del Quirinale: sarà la mostra evento del 2010
La mostra è stata ideata per celebrare il IV centenario dalla morte del grande artista lombardo. Dal 20 febbraio al 13 giugno 2010 sarà possibile vedere i suoi quadri provenienti dai più importanti musei di tutto il mondo
Il 2010 sarà un anno all'insegna del Caravaggio. Anche Roma infatti celebrerà i 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi. Così, dopo la mostra Caravaggio - Bacon alla galleria Borghese, sarà la volta dell'esposizione alle Scuderie del Quirinale dedicata interamente ed esclusivamente all'artista lombardo.
La mostra, intitolata CARAVAGGIO, è stata ideata per celebrare i 400 anni della morte del grande artista. A partire dal 20 febbraio e fino al 13 giugno sarà possibile vedere 30 delle 40 opere dipinte dall'artista lombardo.
Il progetto espositivo presentato intende richiamare ancora l'attenzione del pubblico e della critica sul celeberrimo, e celebratissimo, "genio lombardo" secondo un'ottica radicalmente innovativa e aggiornata.
Opere tra le più rappresentative dell'artista lombardo come il Bacco dagli Uffizi, Davide con la testa di Golia dalla Galleria Borghese, I musici dal Metropolitan, la Cena di Emmaus dalla National Gallery di Londra, costituiranno, nella loro presentazione contestuale, una sorta di omaggio all'unicità di Caravaggio, a conclusione dell'anno dedicato alle sue celebrazioni.
La scelta di privilegiare l'autografia sicura dei dipinti ha indotto a escludere la produzione variamente riferita alla sua "bottega" - tenendo sempre presente quanto il termine sia improprio quando si parla del metodo di lavoro del maestro lombardo - , così come sono state poste a margine, ma sarebbe meglio dire che sono state lasciate momentaneamente in sospeso, le "ulteriori versioni" e le questioni su cui la critica si è più volte confrontata, continuando probabilmente a farlo usque ad infinitum con pareri non sempre concordi.
Ne scaturisce quindi un percorso coerente e circostanziato che getta una nuova luce sui diversi momenti del sofferto iter evolutivo del linguaggio del Merisi, tutto svolto in profondità, e che esalta l'eccezionalità e unicità della sua opera.
La mostra vuole così porsi come un nuovo e appassionato momento di riflessione critica, un ulteriore tentativo di penetrare l'essenza dell'arte del pittore, "terribilmente naturale", il suo rivoluzionario e sbalorditivo criterio di naturalismo, la sua ostinata, seppure dialettica, deferenza al vero, irriducibile a schemi e a scuola, solitaria nella sua grandezza e poesia.