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Cultura

L'architettura di Michelangelo in mostra ai musei Capitolini

Da domani al 7 Febbraio prossimo in esposizione a Roma 150 opere che raccontano i segni lasciati dal Buonarroti nella città eterna. L'esposizione curata da Pina Ragionieri e da Mauro Mussolin

Il “Segno” di Michelangelo a Roma in 17 sezioni per un totale di 105 opere ai Musei Capitolini. Una mostra grazie alla quali è possibile tracciare un profilo di Michelangelo architetto a Roma attraverso i due principali momenti in cui l’artista visse nella città tra 1505 e 1516 e dal 1534 fino alla morte nel 1564.

Un'esposizione curata da Pina Ragionieri, direttrice della Fondazione Casa Buonarroti, e da Mauro Mussolin, storico dell’architettura, che riferisce puntualmente delle molteplici e prestigiose committenze romane dell'artista dagli anni della giovinezza alle straordinarie invenzioni della vecchiaia. Grazie soprattutto ai molti disegni del Maestro provenienti dalla Collezione della Casa Buonarroti, custode del maggior numero al mondo di studi e progetti di architettura realizzati da Michelangelo.

Il cuore della mostra è proprio lo straordinario nucleo di oltre 30 disegni autografi dell'artista relativi a opere romane di proprietà di Casa Buonarroti, il cui apporto comprende anche pregevoli stampe e due ritratti di Michelangelo. Ai disegni autografi del Maestro si alterneranno in mostra, come un prezioso compendio di meravigliose appendici, antiche stampe, disegni, modelli, volumi e documenti originali dell'epoca concessi in prestito da importanti collezioni italiane.

Divisa in diciassette argomenti disposti in ordine cronologico, la mostra prende avvio dai tempestosi rapporti di Michelangelo col Papa Giulio II della Rovere, per il quale l'artista progettò un monumento sepolcrale che lo coinvolse fra alterne vicende fino alla sua morte. Il secondo argomento affrontato è la passione per l'arte classica che accompagnò Michelangelo per tutta la vita, testimoniata attraverso l'esposizione dei bellissimi fogli di studio dall’antico, noti come copie di Michelangelo dal cosiddetto Codice Coner, celebre taccuino cinquecentesco contenente i rilievi di antiche architetture romane. Paolo III Farnese e le sue grandi committenze sono la terza tappa del lungo itinerario alla scoperta della Roma michelangiolesca.

Fu proprio questo pontefice infatti che affidò a Michelangelo le trasformazioni di Piazza del Campidoglio e, dal 1546, il completamento di Palazzo Farnese. In questo stesso anno venne conferita al Buonarroti la carica di architetto della Fabbrica di San Pietro. L'episodio doloroso della morte del giovanissimo Cecchino Bracci, che dettò all’artista una serie di ispirati epitaffi, è presente in mostra come un momento di privata biografia. La sezione riguardante i progetti per la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e per Porta Pia documenta, con una serie di emozionanti disegni, uno dei vertici assoluti della progettazione architettonica di Michelangelo.

La mostra si conclude con le esperienze estreme, in termini cronologici ma soprattutto di innovazione compositiva, della Cappella Sforza e della trasformazione delle terme di Diocleziano nello spazio sacrale e mistico di Santa Maria degli Angeli.
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