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Cultura

Lunetta Savino dal 3 al 15 marzo al Teatro Valle con “La Casa di bambola – L'altra Nora”

Leo Muscato rivede lo spettacolo di Henrik Ibsen in chiave moderna. Lunetta Savino interpreta una donna qualunque della porta accanto

Il Teatro Valle di Roma ospiterà dal 3 al 15 marzo lo spettacolo “La Casa di bambola – L'altra Nora”. Protagonista più attesa è Lunetta Savino, splendidamente diretta da Leo Muscato che rivede lo spettacolo di Henrik Ibsen, ambientandolo nel mondo contemporaneo, salvaguardando così il rapporto di vicinanza tra protagonisti e pubblico.

Il linguaggio è epurato da ogni stilema ottocentesco e dal testo sono stati eliminati tutti i riferimenti spazio temporali che potevano rimandare ad un tempo e un luogo più o meno lontani. La vita quotidiana rappresentata è dunque molto vicina a quella attuale nonostante la storia di Ibsen resti immutata.

Nel testo del drammaturgo norvegese, infatti, i personaggi erano membri della piccola borghesia. Nell'opera, che all'epoca suscitò scandalo, la famiglia veniva presentata come una condanna quotidiana e la religione come un palliativo per gli stupidi. Tutte le sovrastrutture venivano abbattute e la borghesia, messa a nudo, era costretta a giustificarsi, a esporsi.

Reale protagonista è la cronaca quotidiana, con un universo domestico che ci è congeniale. Emergono prepotenti le domande che un tempo resero cocenti e scandalose le denunce della Nora ibseniana, in una rivisitazione che salvaguarda il “rapporto di vicinanza” fra i protagonisti della storia e gli spettatori. Un vero e proprio percorso di rielaborazione, che arricchisce il testo di nuove seduzioni e di un umorismo satirico coerente e possibile.

In scena, una qualunque donna della porta accanto, che agisce secondo gli impulsi e le bizzarie di Ibsen, ma in un contesto attualizzato. Una donna “avvitata” nella difficoltà di sostenere le complessità familiari, di subire i dolori, di essere strana ma vitale, sempre depressa per il suo sacrificarsi per un marito che non la gratifica in nessun modo, mai. In fondo, anche in questa nuova casa di bambola emerge una realtà familiare inquietante, popolata da individui problematici, occupati a provocare l’un l’altro dolori e sofferenze, nel disperato tentativo di risanare vecchie ferite.

Si fa molto amare, quest’altra Nora alterata e maniacale, credibile e umana, con la sua personalità ferita: ammalata di inguaribile solitudine, abbraccia lucidamente l’unico finale possibile.
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