rotate-mobile
Cultura

Gli impressionisti provano a sfidare Caravaggio

Da sabato apre al Vittoriano la mostra “Da Corot a Monet. La sinfonia della natura”, l'unica in questa primavera capitolino in grado di avvicinare i numeri fatti segnare dalla mostra del Merisi alle scuderie del Quirinale

Dopo lo straordinario successo della mostra autunnale su Dada e Surrealismo e quello della scorsa primavera di Giotto, il Vittoriano si prepara ad ospitare una mostra che proverà a fare “concorrenza” a quella di Caravaggio, in esposizione dal 20 febbraio alle Scuderie del Quirinale.

Stiamo parlando della mostra “Da Corot a Monet. La sinfonia della natura”, che aprirà ufficialmente il prossimo 6 marzo per chiudere poi il prossimo 29 giugno. Oltre 170 opere tra dipinti, opere su carta e fotografie d’epoca, queste ultime mai esposte prima in Italia, ripercorrono l’evoluzione della rappresentazione della natura nella pittura francese dell’Ottocento, partendo dalle prime innovazioni ai canoni classici apportate dai pittori della Scuola di Barbizon, esplorando a fondo la rivoluzione degli Impressionisti, per arrivare al trionfo cromatico delle Ninfee di Monet.

Tanti prestigiosi musei di tutto il mondo, insieme ad importanti gallerie e collezioni private, hanno sostenuto questo ambizioso progetto.

La mostra offre inizialmente da un lato i paesaggi classicheggianti, alla maniera dei Salon, come l’imponente “Vista dell’isola di Capri” di Harpignies, dall’altro il nuovo approccio degli artisti della Scuola di Barbizon, che sceglievano, invece, di raffigurare luoghi meno spettacolari e di creare composizioni meno fedeli ai dettami della tradizione.

La Scuola di Barbizon comprende quegli artisti, tra cui Corot, Rousseau, Diaz de la Pena, Dupré e Daubigny, che a partire dagli anni trenta dell’Ottocento, si stabilirono proprio a Barbizon, una località della foresta di Fontainebleau, dove cominciarono a disegnare e, talvolta anche a dipingere, en plein aire con un’attenzione particolare agli effetti transitori della luce e dell’atmosfera.

La foresta di Fontainbleau, poco lontana da Parigi, rappresentava per i francesi dell’epoca un vero e proprio monumento naturale, da proteggere e preservare. La mostra si chiude con una testimonianza dello splendido ciclo delle Ninfee di Monet, oggi chiamato “Grandes Decorations”.
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gli impressionisti provano a sfidare Caravaggio

RomaToday è in caricamento