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Lo Scopone scientifico in scena al Teatro Manzoni

Sul palco uno spaccato dell’Italia degli anni ’70, ma che sembra più attuale che mai. Brillanti interpreti dell’opera di Sonego sono Sydne Rome, Nicola Pistoia e Gabriella Silvestri

Fino al 18 gennaio al Teatro Manzoni di Roma, Sydne Rome, Nicola Pistoia e Gabriella Silvestri, saranno i protagonisti di “Lo scopone scientifico” di Rodolfo Sonego. L’opera è una commedia amara che propone uno spaccato sull’Italia degli anni ’70.

“Lo scopone scientifico” è la storia di Peppino "stracciarolo" e sua moglie Antonia, che attendono con ansia l'arrivo della vecchia miliardaria americana, per la consueta partita a carte, sperando in una grossa vincita che possa cambiare la loro misera esistenza... La vecchia americana gira il mondo con il suo segretario ed ex amante George, con cui ha fatto coppia ai bei tempi andati, che ora utilizza come partner per giocare a carte nelle varie località del mondo che visita per curare i suoi affari.

A Roma l'americana invita ogni anno nella sua lussuosa villa, Peppino e Antonia a giocare allo Scopone Scientifico. E Finalmente è arrivato il momento tanto atteso! I due poveri malcapitati si sono allenati tutto l'anno... sarà finalmente il tempo della grande rivincita? Naturalmente la vecchia signora, grazie alla forza dei soldi che le permettono di recuperare qualsiasi sconfitta, alla fine vince sempre, anche quando il pasticcione Peppino è sostituito dal baro del quartiere, Richetto. Sarà Cleopatra, la figlia di Antonia e Peppino, a risolvere definitivamente la sfida... "Il tema dell'avidità, del guadagno facile, della "svolta".

"Lo scopone scientifico" è un po' tutto questo, ma soprattutto, in considerazione degli anni ('70) in cui fu concepito dalla penna al vetriolo di Sonego, uno sguardo lungimirante sulla futura trasformazione della nostra società. Un paese, l'Italia, che vede tra le poche voci in attivo quelle del "gioco" e della economia ad esso collegata.

L'illusione della "vincita" che si legge sulle facce di un popolo che si affolla nelle giocate al superenalotto o nelle trasmissioni televisive del "pacco". Ma nessun italiano "che si rispetti" fa ai nostri giorni "lo stracciarolo", come l'ottimo Alberto Sordi degli anni '70, che mai rinuncia, pur nell'angoscia di un'esistenza grama, a un briciolo di umanità.
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