rotate-mobile
Cronaca Civitavecchia

Sequestrata e violentata in casa per tre giorni: per torturarla il suo aguzzino usava coltelli e peperoncino

A ricostruire la drammatica vicenda vissuta da una donna sono stati i carabinieri. Arrestato il suo compagno

Ferita alle braccia con un coltello, presa a calci e pugni al volto e ai fianchi, costretta a soddisfare le sue richieste sessuali, addirittura legata al letto con del nastro adesivo e, per punizione, anche maltrattata con un peperoncino piccante sugli occhi. Violenze brutali durate quasi tre giorni. Sessanta ore da incubo, quelle vissute da una donna di 36 anni che, nonostante sia stata sequestrata in casa e sottoposta ad una serie di violenze sessuali e fisiche, è riuscita a scappare e chiedere aiuto. 

La vittima, che ha spezzato le catene del suo aguzzini, che non era altri che il suo compagno 39enne, dopo essere stata portata in ospedale, ha iniziato un percorso di riabilitazione. Karin, nome di fantasia, ora è sostenuta sia sotto il profilo economico che psicologico, da una delle numerose associazioni anti violenza attive sul territorio, che la aiuteranno a ricominciare.

Picchiata, sequestrata e violentata dal compagno

Sono questi i contorni drammatici di una storia consumata sul litorale nord della provincia di Roma, a Civitavecchia. A ricostruirla i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Civitavecchia, appunto, e la locale Procura Repubblica. Gli investigatori hanno sottolineato come il compagno violento abbia agito con una "crudeltà gratuita". L'incubo per Karin, iniziato dopo appena pochi giorni di convivenza con l'uomo, ha avuto fine solamente nel tardo pomeriggio di sabato scorso quando ha colto la prima occasione utile per scappare.

Karin, lasciata sola e senza cellulare dopo quasi tre giorni di crudeltà, ha trovato la forza di reagire scappando in strada, per poi rifugiarsi in un negozio in un vicino negozio, chiedendo aiuto. Il titolare ha immediatamente contattato il 112, segnalando la gravità della situazione. Sono stati quindi i Carabinieri a soccorrerla, poi l'ambulanza l'ha portata all'ospedale San Paolo di Civitavecchia dove i medici le hanno riscontrato le violenze.

La serie di violenze subite

Karin, ascoltata in ospedale prima e in caserma poi, ha raccontato il suo incubo. Di come, in sessanta ore, è stata colpita più volte con un coltello da cucina alle braccia e picchiata al volto ed ai fianchi. Quindi è stata addirittura legata al letto con nastro adesivo e violentata dal compagno che, non soddisfatto, l'ha accecata e torturata con del peperoncino piccante sugli occhi, per poi abusare ancora di lei. Un rituale che si è ripetuto da giovedì fino a sabato quando poi Karin è riuscita a scappare.

Il compagno 39enne, rientrato a casa in nottata, ha subito capito che Karin fosse fuggita e così si è reso irreperibili. Anzi, usando addirittura il telefono delle donna che ormai aveva sequestrato, si è inviato tramite Whatsapp messaggi di (finte) minacce, proprio per screditare il racconto della ragazza. Karin, all'orario degli invii, però era già in ospedale guardata a vista da medici e Carabinieri e con lei, ovviamente, non aveva con sé alcun telefono.

Arrestato il compagno violento

Ormai braccato, senza riuscire a trovare rifugio da familiare o amici, domenica mattina il 39enne si è presentato spontaneamente alla caserma dei Carabinieri di Civitavecchia. Essendo stato fuori casa tutta la notte per paura che gli investigatori lo raggiungessero a casa, non aveva però fatto in tempo a far sparire gli strumenti usati per "torturare" la compagna e così i militare dell'Arma, durante una perquisizione, in casa hanno ritrovato gli indumenti intimi di Karin, il coltello ed i peperoncini utilizzati per brutalizzarla, le lenzuola sporche di sangue e anche diverse "tracce biologiche" in varie zone dell'appartamento.

Al termine dei rilievi e dopo l'ok della Procura, i Carabinieri hanno dunque dato esecuzione ad una "ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere" emessa dal Tribunale di Civitavecchia nei confronti del 39enne, ora accusato di reati gravissimi come quello di "sequestro di persona, lesioni personali continuate e pluriaggravate", e "violenza sessuale". Karin è salva e potrà riprendersi la sua vita.

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sequestrata e violentata in casa per tre giorni: per torturarla il suo aguzzino usava coltelli e peperoncino

RomaToday è in caricamento