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Venerdì, 19 Aprile 2024
"Basta aggirare le regole"

Villa Chigi, bassotto ucciso nell'area cani

L'episodio è avvenuto domenica sotto gli sguardi impotenti degli altri frequentatori del parco

Ucciso nell'area cani di Villa Chigi da un cane di grossa taglia che gli si è avventato contro sotto gli occhi degli altri frequentatori del parco. È morto così Peep, bassotto di un anno che domenica pomeriggio stava giocando nell'apposita porzione di parco riservata agli animali, un episodio che riaccende le polemiche sulla gestione dei parchi e delle aree verdi delle ville storiche della Capitale.

Se è vero, infatti, che il bassotto è morto in un'area in cui i cani possono circolare liberi dal guinzaglio, così come previsto dal regolamento comunale, vi sono comunque regole precise di condotta da tenere, alcune dettate dal buon senso, altre proprio dal regolamento, che non sempre viene rispettato. I padroni di cani che hanno mostrato comportamtni potenzialmente aggressivi verso altri cani - "indole aggressiva", si specifica nel regolamento - devono tenerli al guinzaglio e con la museruola, una regola che il padrone del cane di taglia più grande non ha rispettato, con esiti tragici per il bassotto.

L'aggressione nell'area cani: bassotto ucciso da un altro cane

L’aggressione si è verificata domenica pomeriggio, sotto gli sguardi impotenti degli altri frequentatori del parco: inutile la corsa dal veterinario, per il bassotto Peep - questo il nome del cane - non c’è stato purtroppo nulla da fare. Sotto choc sia i proprietari dei due cani coinvolti sia le persone che hanno assistito alla scena, e che sul tragico episodio hanno puntato i riflettori per chiedere che vi sia una gestione più accurata e più controlli non soltanto delle aree cani, ma in generale delle aree verdi.

La premessa è d’obbligo: l’aggressione si è verificata in un’area in cui i cani possono circolare senza guinzaglio, così come previsto, come detto, dal regolamento comunale sulla tutela degli animali (approvato ormai nel lontano 2005): “Nei luoghi aperti dove non sono presenti altre persone e nelle aree appositamente attrezzate i cani possono essere condotti senza guinzaglio e senza museruola sotto la responsabilità del proprietario e del detentore - si legge nel documento - I cani di indole aggressiva sono comunque condotti con guinzaglio e museruola”.

La normativa sposta dunque la gran parte della responsabilità nelle mani dei proprietari dei cani, basandosi anche sul presupposto che tutti riconoscano l’eventuale “indole aggressiva” del loro cane e decidano di conseguenza di tenerlo all’interno dell’area cani con guinzaglio o museruola. Non tutti però sono a conoscenza delle regole da adottare nei parchi, e capita - come sottolineato da cittadini e comitati di quartiere - che vengano infrante, e di vedere cani liberi anche in aree non destinate a loro.

Il nodo delle aree cani nei parchi incustoditi

“Quando si parla di accessi alle aree cani è sempre fondamentale rispettare regole di buon senso e prestare la massima attenzione - spiega Maurilia Amoroso, responsabile Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Roma - Episodi di questo genere purtroppo accadono, e molto fa il comportamento dei padroni per evitarli. Resta però il fatto che è necessario che Municipi e Comune diano il loro contributo per rendere questi spazi verdi a misura di persone e animali. I quartieri hanno bisogno di aree cani regolamentate, anche perché è un atto di sensibilizzazione. Quando ci sono, queste aree sono totalmente incustodite come d’altronde gli interi parchi. A Villa Ada capita che passi il carabiniere a cavallo ma non è una sorveglianza dedicata e costante, ci vorrebbe come in alcuni altri parchi della riserva verde la figura del guardaparco, che sono addetti alla custodia delle aree a 360 gradi. Capisco sia difficile avere una cosa di questo genere, occorrerebbe un dispiego di risorse economiche e di personale che magari non ci sono, ma quando succedono fatti così gravi il problema della mancanza di un presidio di riferimento si fa sentire. Sarebbe poi necessario curare le aree verdi e le aree cani, con cartellonista ad hoc che ricorda le regole da tenere”.

In attesa di capire se la padrona del bassotto deciderà di sporgere denuncia per quanto accaduto, i comitati di quartiere hanno comunque deciso di prendere l’iniziativa e presentare un esposto per chiedere maggiori controlli, non soltanto sul fronte cani ma anche sull'intera gestione e sulla manutenzione di parchi e ville storiche romane, per molti "praticamente inesistente".

“Sono mesi che cerchiamo di puntare i riflettori sulla situazione dei parchi, e non solo di Villa Chigi: sono un disastro - conferma l’avvocato Stefania De Bellis, presidentessa del comitato Regina Margherita - I cani vengono lasciati costantemente senza guinzaglio anche fuori dall’area cani, e quanto accaduto a Peep è stata una scena orribile cui assistere. È vero che è avvenuto in un'area destinata ai cani, ma è soltanto la punta dell'iceberg di una serie di episodi che mostrano come spesso le regole vengano aggirate anche perchè mancano i controlli. Per questo come comitato ci siamo consultati con altre persone attive nel quartiere e abbiamo deciso di presentare un esposto alle autorità in materia di pubblica sicurezza in queste aree. Quello di Villa Chigi è solo l’ultimo episodio, ma le segnalazioni sul degrado e il mancato rispetto delle regole arrivano da diverse zone, da Villa Borghese a Villa Ada passando per il parco Don Baldoni. Molte persone non si adeguano ai regolamenti, lasciando i cani liberi dappertutto, anche in zone in cui ci sono famiglie con bambini che giocano”.

"Istituire un nucleo dedicato ai controlli in parchi e ville storiche"

Anche Lucio Perlavecchio, gestore della pagina Facebook Reporter Montesacro e attivista di quartiere, ha unito le forze con De Bellis e lanciato un appello social per raccogliere altre segnalazioni da portare prima sul tavolo del Municipio e poi su quello del sindaco Roberto Gualtieri.

La richiesta è quella di istituire un apposito nucleo delegato al monitoraggio e al controllo dei parchi e delle ville storiche per garantire il rispetto delle regole e staccare sanzioni in caso di violazioni, o in alternativa di aumentare i controlli: “I problemi non riguardano soltanto la gestione dei cani, ma anche lo stato in cui versano i parchi in generale e le aree cani in particolare - concludono Perlavecchio e De Bellis - In alcune zone non sono neppure separate dal resto dell’area, e i cani di fatto possono circolare liberamente”.

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