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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via del Corso

Filma il fermo di un ambulante, giornalista portato al Comando e denunciato dalla Polizia Locale

Il racconto di Cosimo Caridi: "Negato il diritto di cronaca"

Prima la mano davanti la telecamera poi l'ordine: "Lei non può riprendere senza autorizzazione, appena manda in onda queste immagini viene arrestato". A vedersi negato il diritto di cronaca Cosimo Caridi, giornalista e videomaker freelance, spesso impegnato in servizi in Paesi teatro di guerra. Trentasette anni, nato a Torino, il cronista vive da qualche anno a Roma e collabora anche per Il Fatto Quotidiano, giornale per il quale si trovava a realizzare un servizio in Centro a Roma nel pomeriggio di martedì 10 dicembre.

Terminata la manifestazione. Cosimo Caridi si avvia su via del Corso con la sua attrezzatura da giornalista quando, all'altezza di via Minghetti, vede due agenti della Polizia Locale di Roma Capitale fermare un venditore ambulante straniero. A quel punto "prendo la mia telecamera e spingo Rec. Nemmeno il tempo di iniziare che mi si para davanti una vigilessa, mentre il collega nel frattempo immobilizza in terra l'ambulante". 

"Lei non può riprendere senza autorizzazione - le parole riferite dalla agente al giornalista che si sentono nel video reso pubblico poi su Il Fatto Quotidiano -. Appena manda in onda queste immagini viene arrestato". "A quel punto - spiega ancora a RomaToday Cosimo Caridi - mi ha chiesto i documenti e di interrompere le riprese nonostante mi fossi qualificato da subito come un giornalista facendo appello al diritto di cronaca essendo tra l'altro in uno spazio pubblico in pieno giorno e davanti a decine di persone e turiste che alle 15:00 affollavano via del Corso". 

Nel frattempo arrivano altre due pattuglie della Polizia Locale "mentre l'ambulante viene fatto salire sull'auto di servizio e portato via". "Mi si avvicina un secondo agente che dopo avermi spiegato come devo fare il mio lavoro senza colpo ferire mi dice 'Ringrazia Dio che sto in divisa perché se sto senza divisa ti spacco questa in testa'", riferito alla telecamere che nel frattempo continua a riprendere il diverbio fra il 37enne e gli agenti della Polizia Locale. 

Caridi viene invitato ad andare con gli agenti nel Comando in Comune "dove mi tengono per quasi tre ore. Alla fine mi fanno eleggere domicilio per una denuncia di interruzione di pubblico servizio". Alla base di questo "il fatto che intercetendo con la mia telecamera non ho permesso agli agenti di poter controllare altri venditori ambulanti riusciti, sempre secondo la vigilessa, a scappare in quanto distratta dalla mia telecamera e dal mio intervento".

Giornalista e videomaker freelance, Cosimo Caridi si occupa soprattutto di politica estera e ha girato molti servizi in Paesi in guerra: "Ho avuto a che fare con la polizia di tutto il mondo - spiega ancora il 37enne -. Sono stato in Giordania, al confine con la Siria, in Egitto, in Israele, a Vera Cruz in Messico dove c'è una delle più alte percentuali di giornalisti uccisi. Ho persino documentato gli squadroni della morte di Duterte nelle Filippine con tutte le difficoltà ed i rischi che questo comporta. Mai mi sarei aspettatto in pieno Centro a Roma di essere denunciato per aver esercitato il mio diritto di cronaca".

Solidarietà a Cosimo Caridi è poi arrivata dall'Associazione Stampa Romana che in una nota stampa scrive: "In luogo pubblico nessun limite alla cronaca. Solidarietà a Cosimo Caridi. Associazione Stampa Romana esprime solidarietà nei confronti di Cosimo Caridi, collega freelance videomaker in servizio per il sito del Fatto Quotidiano. È stato invitato con parole offensive a non riprendere una operazione in corso nei confronti di un ambulante da parte di due vigili urbani in pieno centro".

"Al suo rifiuto di non smettere di svolgere il suo compito di informare l’opinione pubblica è stato accompagnato in caserma e trattenuto per un paio d’ore. Vale la pena ribadire un principio - conclude Assocazione Stampa Romana -: ciò che avviene in luogo pubblico se ha valore di notizia non ha limiti di sorta. La privacy non c’entra nulla con l’azione delle forze dell’ordine che appunto lavorano come strumento generale e pubblico e non come un gruppo privato. Non sono tollerabili limitazioni al diritto di cronaca"

Solidarietà al 37enne è arrivata anche dal Sindacato dei Cronisti Romani che in una nota stampa scrive: "Basta con le intimidazioni ai cronisti che svolgono il proprio lavoro documentando ciò che avviene nelle strade della capitale. Il Sindacato dei Cronisti Romani chiede al sindaco di Roma di intervenire affinché vengano individuati e sanzionati gli agenti della polizia municipale che hanno minacciato il videomaker del Fatto Quotidiano, Cosimo Caridi, ‘colpevole’ di aver ripreso un fermo di un venditore ambulante avvenuto, tra l’altro, nel pieno centro storico davanti a decine di persone. Il Sindacato dei Cronisti Romani esprime la massima solidarietà nei confronti del collega Caridi e ricorda che minacce e intimidazioni non possono essere accettate soprattutto se provengono da chi indossa una divisa".

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