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Un anno senza Francesco Ginese: amici e famiglia ricordano il giovane morto alla Sapienza

Ad un anno dalla tragica scomparsa di Francesco Ginese, deceduto dopo essersi ferito gravemente durante una festa alla Sapienza a Roma, nasce l’associazione 'Gina', che sensibilizza alla raccolta di sangue per le emergenze

Era la notte tra il 21 e il 22 giugno 2019, quando Francesco Ginese, nel tentativo di scavalcare una cancellata dell’Università La Sapienza di Roma, si recise l’arteria femorale. A nulla valse il ricovero all’ospedale Umberto I e la gara di solidarietà per donare sangue. Dopo 24 ore la vita di Francesco si spense. Le scorte di sangue a disposizione non furono sufficienti per sopperire alla grave emorragia. 

La morte di Francesco, tanto drammatica quanto beffarda, ha alimentato negli amici del ragazzo la voglia di creare una associazione che possa aiutare a raccogliere sangue. L’acronimo G.I.N.A. (Grandi Idee Nascono Amando) ricorda anche il cognome di Francesco che viene ricordato dagli amici come un vulcano in eterna eruzione. Un ragazzo dalla grande personalità, e istinto da leader, qualità che lo portarono a diventare rappresentante di istituto. Ma Francesco era soprattutto un ragazzo generoso, attento alle esigenze del prossimo, come testimonia il suo impegno nel volontariato. 

L’amica Fabrizia lo ricorda come un ragazzo che si è sempre reso al servizio degli altri, ma sempre in modo silenzioso, sia a Bologna (dove conseguì la triennale) attraverso la collaborazione con diverse associazioni studentesche, che a Foggia nella parrocchia Gesù e Maria. Il suo impegno nel sociale proseguì anche a Roma, dove si era trasferito per studiare alla Luiss, aiutando i senzatetto.

"Per noi era un dono di grazia, del Cielo. Francesco è un turbine, una persona piena di voglia di vivere, che ha creato attorno a sé tanta voglia di stare insieme, di fare delle cose. Noi lo stiamo continuando a scoprire ancora oggi", racconta papà Roberto. Francesco era una persona dalla grande forza aggregante, una qualità evidente, tangibile anche ora che non c'è più. Un dono dalla grandezza immensa, che giorno dopo giorno mamma Concetta e papà Roberto scoprono con piacere attraverso il ricordo dei suoi amici, ma anche quei piccoli particolari che, paradossalmente, si notano maggiormente quando un nostro caro ci lascia.

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