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Cronaca Tor Cervara / Via Tiburtina

Via Tiburtina e i continui allagamenti: le cause secondo i residenti

Un lungo tratto di strada, subito dopo il ponte della stazione Tiburtina, da anni raccoglie l'acqua piovana creando danni e disagi a residenti e negozianti. Perché?

I 120 millimetri di pioggia caduti giovedì 20 ottobre sulla Capitale non bastano a spiegare e a "giustificare" una strada ridotta ad un fiume in piena. Via Tiburtina ha pagato un prezzo alto per colpa di un nubifragio violento e in parte inaspettato. Ma lì gli allagamenti ci sono da decenni. E non è certo colpa soltanto di madre natura. Chiedetelo a residenti e negozianti. "E' arrivato il carico della carne, ma se domani qui si allaga di nuovo?", dice con aria sconsolata un dipendente del supermercato MA. Il grande magazzino che occupa i civici 423-435 ha riportato dei danni notevoli in seguito al temporale di giovedì scorso ed è stato chiuso. "Domani, forse, riapriremo - dichiara uno dei dipendenti a lavoro anche con le serrande abbassate per rimettere tutto in sesto -. Al pian terreno è entrata poca acqua, ma nei magazzini interrati ha raggiunto un livello di 2-3 metri. Siamo stati costretti a buttare decine di pedane e di riserve di prodotti, e ci sono voluti 3 giorni per tirar fuori l'acqua. Qui si allaga ogni volta che piove: già nel 1977, quando c'era la Standa, succedeva la stessa cosa...".

I segni dell'ennesimo allagamento lungo via Tiburtina sono ancora oggi ben visibili: sui muri permane la linea del livello raggiunto dall'acqua, molti negozi sono chiusi per inagibilità. Alcuni negozianti, stivali ai piedi, riempiono sacchetti di merce da mandare al macero, spazzano e asciugano i loro locali. E, da anni ormai, nessuno provvede alla sua sistemazione. Non nasconde un senso di rassegnazione il titolare di un negozio di intimo direttamente coinvolto dai disagi: "Nel mio magazzino l'acqua ha raggiunto 1 metro e 60 di altezza. Questo tratto di via Tiburtina, d'altronde, è come una grossa conca. Il problema, lo sanno tutti, sono le fognature: progettate per i fabbisogni di 30 mila persone, oggi devono bastare per 300 mila cittadini e chiaramente al primo acquazzone la rete va in tilt".

foto4-2A spiegare nei dettagli cos'è successo e perché l'emergenza si ripete da decenni fino ad esser diventata una costante all'arrivo dei primi scrosci autunnali, è l'amministratore dell'imponente stabile che fa angolo con via Beniamino De Ritis, Angelo Astrologo. "La Protezione civile ha impegato due giorni e mezzo per togliere l'acqua con le pompe idrovore. Il vero problema? Il collettore centrale fognario in questo tratto è decisamente vecchio e del tutto insufficiente. Costruito nel 1958-1960, non è mai stato ristrutturato e implementato, salvo piccoli interventi di manutenzione che non hanno risolto i problemi", dice l'amministratore.

Giovedì scorso tutto il palazzo, che va dal civico 437 di via Tiburtina al civico 21 di via De Ritis, è stato evacuato per pericolo di crollo e gli inquilini sono rientrati nelle loro case solo a tarda notte: la gran quantità di acqua accumulatasi e il fatto che tutta la zona sorge su una falda acquifera a pochi metri sottoterra, ha imposto il provvedimento precauzionale. Come se non bastasse, poi, è saltata la luce in tutto lo stabile che ospita centinaia di persone. Quale la causa? A ben guardare, sul marciapiede c'è una cabina elettrica dell'Acea: "Ogni volta che piove, l'acqua penetra dalle grate al livello della strada e va a ricoprire i fili scoperti della corrente. Così saltano tutti gli allacci della luce e noi stiamo al buio, sia in casa che fuori, perché si spengono anche i lampioni dell'illuminazione pubblica", dice un'anziana residente del palazzo che lamenta danni pure ai garage interrati.

Anche altri negozi della zona hanno dovuto fare i conti con gli allagamenti, come il megastore Trony e la Banca Sella. Quest'ultima, chiusa per inagibilità, a quanto pare non ha intenzione di riaprire. "Per forza - esclama un cliente avvicinatosi inutilmente al bancomat della filiale per prelevare del denaro -, non funziona nulla perché manca la corrente! E' chiaro che una filiale del genere non può andare avanti se si allaga ogni 20 giorni...".

I residenti, intanto, assuefatti all'emergenza, hanno comprato a proprie spese decine di sacchi di sabbia, riempiendo i bagagliai delle loro automobili. Li metteranno sui marciapiedi, davanti ai negozi e sulla cabina dell'Acea per evitare che l'acqua entri nei locali o penetri tra i fili elettrici. In attesa del temporale previsto domani. Incrociando le dita, come succede da troppo tempo.

Temporale Roma 20 ottobre 2011: nubifragio allaga la città

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