rotate-mobile
Cronaca San Basilio / Via di Scorticabove

Via Scorticabove accampamento a cielo aperto, l'appello: "Le istituzioni trovino soluzione per i 120 rifugiati"

Giovedì, secondo quanto si apprende, l'incontro con il Comune. Intanto la solidarietà di associazioni e romani in aiuto dei rifugiati

Una via stretta nel cuore della Tiburtina valley, tra la via Tiburtina e San Basilio, lontana dal centro di Roma e dai riflettori. Se via Scorticabove non è diventata già una nuova piazza Indipendenza è per questo. Le immagini sono le stesse: valige ammassate in un angolo, materassi ai margini della strada, gazebo per fare ombra e la dignità umana messa in un angolo. Vivono così, da tre giorni e tre notti, i 120 rifugiati sudanesi cacciati da una struttura di via Scorticabove giovedì. Allontanati dalla loro casa perché la cooperativa che dal 2015 li ha mollati al loro destino non ha pagato l'affitto. Così è arrivato lo sfratto, in barba ai progetti presentati al Comune per mantenere unita la comunità sudanese insieme da 13 anni e agli appelli lanciati nel tempo al Campidoglio. [GUARDA IL VIDEO]

Campidoglio che, a conoscenza dello sfratto, si è palesato solo insieme alle forze dell'ordine, offrendo assistenza nei centri accoglienza extra Sprar. Solo in due hanno accettato. Il resto ha deciso di resistere e di chiedere che il loro desiderio di comunità e soprattutto il loro diritto alla protezione internazionale venga rispettato. Con l'assessora Laura Baldassarre, secondo quanto si apprende, l'appuntamento è fissato per giovedì prossimo. Nel frattempo però la forza di questa comunità sta venendo fuori in queste ore proprio in via Scorticabove. 

Gli appelli si susseguono. Aboubakar Sohumahoro dalla sua pagina facebook, nel dare la notizia dell'incontro con il vescovo Don Paolo Lojudice e con il direttore di Migrantes Roma, Don Pierpaolo Felicolo, rilancia nei confronti della sindaca Raggi: "Un appello ad assumere le proprie responsabilità dando dignità a questi esseri umani già perseguitati"

A supportare i rifugiati accampati tanti romani e tante associazioni. Di ieri l'appello di Anpi Roma alle istituzioni. "L’ANPI provinciale di Roma esprime profonda preoccupazione e contrarietà per l’azione messa in atto lo scorso 5 luglio nei confronti di 120 rifugiati sudanesi a Via Scorticabove a Rom. Al momento non abbiamo notizia di nessuna soluzione prevista per queste persone, sopravvissute alle guerre, alle persecuzioni e alle torture. Non possiamo tollerare, come cittadini, come antifascisti e come essere umani che per l’ennesima volta, in questa città, gli interessi privati vengano prima delle persone e che centinaia di uomini, donne e bambini vengano buttati in strada senza un’alternativa".

Sgombero via Scorticabove, i rifugiati: “Noi restiamo qui”. Soumahoro: "Raggi deve prendersi le sue responsabilità"

Quindi l'appello "a tutte le istituzioni, a cominciare dall'amministrazione comunale, che hanno la responsabilità dell'attuazione dei principi inderogabili di solidarietà proclamati dalla Costituzione, di adoperarsi a trovare una soluzione urgente per i 120 rifugiati politici. Ci auguriamo, inoltre, di non dover assistere durante le settimane che verranno, a nuove azioni simili a quella di Via Scorticabove, che colpiscono i più deboli costretti a trovare una soluzione di fortuna all’emergenza abitativa".


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Via Scorticabove accampamento a cielo aperto, l'appello: "Le istituzioni trovino soluzione per i 120 rifugiati"

RomaToday è in caricamento