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Cronaca San Lorenzo / Via Cupa

Via Cupa, rifugiati prelevati per l'identificazione: è la quarta volta

Nel corso dell'operazione scattata questa mattina all'alba sono stati prelevati circa 80 migranti, di cui 15 minori. I volontari: "Questa non è una risposta"

Qualcuno è stato trascinato a forza dagli agenti delle forze dell'ordine. Altri, per salire sul pullman della polizia, non hanno opposto resistenza. Nuova operazione di identificazione, la quarta, questa mattina presso la tendopoli di via Cupa allestita da volontari romani per ospitare rifugiati. L'operazione, iniziata all'alba, è stata disposta con ordinanza di servizio dal Questore D’Angelo e condivisa in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. In totale sono stati prelevati circa 80 migranti, di cui 15 minori, e portati per l'identificazione nell'Ufficio Immigrazione di via Patini.

Scrive in un comunicato la Questura di Roma: "L’obiettivo è quello di mantenere sotto controllo la presenza di migranti in luogo al di fuori del circuito di accoglienza previsto. La posizione di ciascuno dei presenti, sarà vagliata dopo il fotosegnalamento e la conseguente identificazione con l’adozione di provvedimenti di inclusione nel sistema di richiedenti asilo, di assistenza nei casi di particolare disagio o di minori, ovvero di espulsione dal territorio nazionale ove ve ne ricorrano i presupposti. All’operazione partecipano anche le strutture deputate all’assistenza del Comune di Roma. Al vaglio la posizione di due persone accompagnate al Commissariato per resistenza a pubblico ufficiale".   

Critici i volontari che sulla pagina Facebook 'Baobab Experience' hanno pubblicato un video delle operazioni con il commento: "Questa non è una risposta". Andrea Costa, coordinatore degli attivisti di Baobab, all'Agenzia Dire ha spiegato come oggi, diversamente dalle volte precedenti, "non sono intervenuti né la Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, né l'Ama. Quest'ultima di solito accompagna le operazioni di polizia perché, essendoci meno gente, è più facile pulire la strada. Il tutto aiuta anche a tranquillizzare gli animi, a fare capire che l'identificazione è un'operazione di routine. Stavolta non c'è stato modo di preparare le persone a quest'intervento che comunque, da quando ci sono atti di terrorismo, è una cosa dovuta". 

Tra gli ospiti della tendopoli è stato registrato anche qualche malore causato, sostiene Costa, dall'agitazione: "Ci risulta che i migranti censiti oggi siano già stati identificati più volte. I due ragazzi che hanno opposto resistenza lo hanno fatto perché sono stufi, non ne possono più. Per molti di loro la divisa è sinonimo di violenze subite, anche nei paesi di transito. Hanno bisogno di psicologi, vengono tutti da viaggi durissimi. Hanno paura, non riescono a definire tra i poliziotti libici e quelli italiani. Comunque abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che torneranno tutti a via Cupa nelle prossime ore. Intanto - conclude - abbiamo attivato Save the Children e il nostro team legale a via Patini. E' necessario che tutti si adoperino per un'accoglienza degna, forze dell'ordine comprese".

Di ieri la nota della Presidente del Municipio Francesca Del Bello e l’assessore alla politiche sociali Cecilia D’Elia: “Sin dal nostro insediamento l’emergenza umanitaria determinatasi a via Cupa, dovuta al flusso di migranti nel nostro territorio, è stata per noi una priorità. Abbiamo subito chiesto un incontro al Comune e abbiamo lavorato insieme all’assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre, da noi invitata e intervenuta al Consiglio Straordinario   che il Municipio ha dedicato a questo tema” si legge nella nota. “Abbiamo collaborato per cercare soluzioni idonee all’accoglienza anche temporanea dei migranti oggi presenti a via Cupa, riconoscendo il valore dell’assistenza organizzata volontariamente da tanti cittadini".

Continuano: "Nel rispetto dei diritti delle persone, siamo favorevoli a soluzioni che al più presto li trasferiscano e accolgano in luoghi idonei all’ospitalità, in strutture della rete esistente o in nuove strutture da adibire temporaneamente, in vista di una soluzione non emergenziale. Partecipiamo al tavolo cittadino che sta elaborando un progetto strutturale e organico di accoglienza temporanea dei migranti , che possa fornire una prima assistenza sociale, sanitaria, legale e indicare i luoghi in cui essere accolti a Roma. A tal fine la Commissione politiche sociali del Municipio promuoverà con la Giunta un’attività di ricognizione degli spazi del territorio per individuare strutture adeguate, che possano essere utilizzate in futuro in questo progetto. Roma deve essere città dell’accoglienza e il nostro Municipio sta facendo la sua parte". 


Alla fine della giornata la Questura di Roma trasmette questo bilancio: delle 87 persone sottoposte alla procedura di identificazione tramite fotosegnalamento e rilievi dattiloscopici sono 20 decreti di espulsione, mentre per altre10 posizioni sono in corso ulteriori valutazioni; due i denunciati per resistenza a Pubblico Ufficiale; una persona ricoverata in ospedale per essere sottoposto ad esami clinici per una sospetta scabbia. E ancora: 13 i minori identificati; 8 di questi sono stati già collocati presso alcune strutture d’accoglienza del Comune di Roma. 43 immigrati hanno richiesto asilo, per loro è stata attivata la procedura di “relocation”, varata dall’Unione Europea nel maggio 2015 (di questi 8 donne sono state  collocate a Rocca di Papa, mentre i 35 uomini, sono stati sistemati presso la struttura romana di via Ramazzini). Un poliziotto durante le operazioni di contenimento, rese necessarie dal massiccio tentativo di fuga degli stranieri, è rimasto ferito ad una mano con una prognosi di 15 giorni. 

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