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Cronaca

Via Costi: 150 fuggiti prima dello sgombero, 22 persone assistite dal Comune

Il palazzo sgomberato è stato restituito ai proprietari. La Questura presidierà la struttura per evitare che venga nuovamente occupato

Ventidue persone assistite dal Comune e accolte nelle strutture proposte dal Campidoglio. Quarantanove persone portate al centro identificazione di via Patini e soprattutto una stima di 150, tra uomini e donne, allontanatisi prima dell'arrivo della polizia. E' il bilancio dello sgombero di ieri in via Raffaele Costi. Il palazzo è stato restituito al legittimo proprietario, ottemperando così alla sentenza del tribunale che aveva fissato al 15 settembre il termine ultimo per la riconsegna dell'immobile. 

La Questura garantirà anche nei prossimi giorni la sicurezza dell'area, mentre il proprietario ha già informato che utilizzerà la vigilanza privata per impedire ulteriori occupazioni. Già perché il messaggio lanciato ieri dagli sgomberati non ha bisogno di molte interpretazioni: "Rioccuperemo". Non a caso ieri c'è stato chi ha deciso di accamparsi nei pressi del palazzo, presidiandolo a caccia del momento buono per rientrare. Al momento però l'operazione appare impossibile. 

Intanto chi è riuscito ad entrare nell'occupazione la racconta come una latrina a cielo. Tra rifiuti e topi, gli occupanti vivevano senza acqua corrente e con l'elettricità fornita da un generatore. All'esterno, ben visibile, un enorme montagna di rifiuti che dava alla zona le sembianze di una discarica a cielo aperto. 

Secondo quanto si apprende chi si è allontanato prima, ha trovato riparo presso altre occupazioni della zona, tra via Collatina e la Tiburtina, rispettivamente le strutture al civico 343 della prima e dell'ex fabricca della Penicillina. Anche qui, nelle prossime settimane, potrebbero arrivare i blindati per nuovi sgomberi. 

Soddisfazione per la conclusione di un lungo lavoro è stata ieri espressa dalla sindaca Raggi: "Contemperare il rispetto delle regole e la tutela dei diritti umani non è soltanto possibile: è prima di tutto doveroso e rappresenta un atto di rispetto imprescindibile per la nostra città. È questa la strada che vogliamo percorrere per contrastare degrado, abbandono, soprusi, illegalità e annullamento dei diritti, assicurando alle periferie centralità nella nostra azione politica. Un lavoro che portiamo avanti sulla base dei principi sanciti nella nostra Costituzione". 

Intanto in Comune si lavora per trovare le alternative per i prossimi sgomberi di quest'autunno. Si pensa di utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata per dotarsi di appartamenti destinati alle persone senza casa. Il progetto è stato soprannominato Sassat 2 e funzionerà come il Servizio di assistenza sociale e alloggiativa temporanea pensata per sostituire i residence. Ci sta lavorando l'assessorato alle politiche sociali e, fanno sapere, sarà destinato anche alle persone che resteranno per strada in seguito a uno sgombero. [LEGGI QUI TUTTO SUL PROGETTO]

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