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Cronaca Prati / Via Carlo Poma

Via Carlo Poma vent'anni dopo: tra fantasmi e indifferenza

Due delitti in 6 anni nello stesso stabile. Il più noto è il caso Cesaroni. A vent'anni dalla morte della 21enne Simonetta e dopo l'assoluzione di Renato Busco, cosa commentano gli abitanti del palazzo?

Difficile ricordarla per le gesta eroiche di Carlo Poma, martire mazziniano giustiziato un secolo e mezzo fa. La strada intitolata al patriota repubblicano deve la sua fama a tutt’altre gesta, che di eroico hanno poco.  Al terzo piano del civico 2, il 7 agosto 1990, la 21enne Simonetta Cesaroni fu uccisa con 29 coltellate. Un delitto irrisolto che ancora fa parlare, soprattutto dopo l’assoluzione dell’ex fidanzato Raniero Busco.

“Delitto? Quale delitto?”. Scherzano dal gabbiotto della portineria, lo stesso dove, a controllare i movimenti dello stabile, stava Pietrino Vanacore, primo nella lista degli indagati, morto suicida nel 2010. Ovviamente la portiera che siede al suo posto sa perfettamente di cosa parliamo, e, tra una risata e l'altra, vince la resistenza. “Sono qui da 11 anni, quindi quando è stata uccisa non c'ero. E non c'è più nessuno di quegli anni. Al terzo piano dove hanno ritrovato il corpo della giovane c'è uno studio notarile”. Già, la targhetta del notaio Fabrizio Guerritore sostituisce quella dell'Ostello della Gioventù e una splendida buganville copre in parte il terrazzo dell'orrore.via poma 3-2

Tutto il palazzo è popolato di uffici, molti di avvocati. “Ma ci sono anche diversi appartamenti sfitti”. Colpa della crisi, per Silvia, o magari, della cattiva fama di via Poma, forse percepita come poco “accogliente” e forse luogo ideale per fanatici di spiriti e fantasmi. “Ma quali fantasmi e fantasmi” commenta la portiera “una volta mi hanno chiesto se avevo paura visto che l'assassino poteva essere ancora libero, ma di cosa devo avere paura? Io cosa c'entro?”. “Beh certo – fa eco l'addetto agli ascensori dello stabile – io non ce la farei a lavorare tutti i giorni nella stanza dove quella poveretta è stata assassinata”. Spiritelli a parte, la voglia è quella di dimenticare. “Nessuno ne parla più – continuano i guardiani del civico 2 – è un continuo via vai di persone qui dentro, molte non sanno niente”. E pare siano rari anche i curiosi che fino a qualche anno fa si vedevano passare dalla via e indicare il balcone maledetto.

Vero che di acqua sotto i ponti ne è passata, ma è vero anche che i recenti risvolti giudiziari hanno riportato il caso sotto i riflettori. L'ex fidanzato, ultimo accusato dell'omicidio, è stato assolto. Le prove a sua carico non hanno convinto, il caso Cesaroni rimane un giallo, e non si può non commentare. “Se l'hanno assolto un motivo ci sarà” commenta perplesso Nicolino, portiere dello stabile al civico 4.  Qualcuno pensa alle conseguenze di indagini a vuoto. Per Silvia “la vicenda ha rovinato la vita di tante persone, anche quella di Busco e della sua famiglia” . Poi c'è chi è sicuro “Io mi sono fatto una mia idea precisa – incalza l'ascensorista – e sono certo che non sia stato Busco”. Che idea? “Eh no, non la dico”.

Ma il delitto Cesaroni non è l'unica macchia. Qualche anno prima (1984) Renata Moscatelli, 68 anni, fu trovata morta, massacrata nella sua camera da letto, nel palazzo a fianco, civico 4, scala E. Un altro caso irrisolto, un'altra morte misteriosa. “Semplicemente un caso – commenta la portiera – cosa vuoi che c'entri con la Cesaroni?”
 

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