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Cronaca San Giovanni / Via Appia Nuova, 197

Ucciso dal vaso 'killer' in via Appia: indagata proprietaria di casa

Come riportato da Il Messaggero la proprietaria dell'appartamento da dove è caduto il vaso che ha ucciso Christian Giacomini è indagata per omicidio colposo. Accertamenti anche sul balcone a fianco

Una fine assurda quella di Christian Giacomini, 13 anni, ucciso da un vaso caduto dal sesto piano di via Appia. Passeggiava, con la madre, andava per negozi, ultimava qualche acquisto per l'inizio della scuola, quando la 'bomba' di coccio gli è precipitata in testa spaccandogli il cranio. Inutile la corsa in ospedale, vani i tentativi di salvarlo. Il ragazzino è deceduto all'ospedale San Giovanni, poco dopo il ricovero d'urgenza.

L'autopsia aggiungerà qualche dettaglio tecnico ma non dirà niente di rilevante su quanto accaduto lunedì pomeriggio a pochi metri da piazza Re di Roma. Com'è caduto il vaso dal balcone? Era in bilico ed è precipitato da solo o qualcuno accidentalmente l'ha spinto? Ancora nessuna risposta ma le indagini sono partite e qualche particolare su possibili piste seguite dagli investigatori è emerso.

Come riporta Il Messaggero sul registro degli indagati della procura di Roma è stato iscritto il nome della proprietaria dell’appartamento di via Appia da dove è caduto il vaso. L’accusa che le viene contestata è quella di omicidio colposo anche se la donna al momento della tragedia non era in casa. Intanto si attendono i rilievi della polizia scientifica, non ancora pervenuti sulla scrivania del Pm, per capire dov'era precisamente il vaso e come sia potuto precipitare dal sesto piano.

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Il balcone incriminato è accanto, separato da un muretto basso, a quello di uno studio dentistico sul quale si stanno concentrando, come riporta ancora Il Messaggero, ulteriori accertamenti. Le verifiche riguarderebbero in particolare la presenza di due bambini che, secondo alcuni testimoni, stavano giocando sul terrazzino quando il vaso è caduto. Che sia stato spinto per errore? Questa una pista seguita, ma solo una pista ovviamente. Con loro c'erano i genitori (in cura dal medico) che, interrogati, pare abbiano negato qualunque coinvolgimento nella vicenda.

Poi ci sono le dichiarazioni rilasciate a Il Tempo dal marito della proprietaria: "Quel balconcino del dentista è diventato il luogo dei fumatori. Non voglio fare processi, ma i vasi non cadono da soli" ha dichiarato il 64enne. E ancora "sono trent'anni che quel coccio era lì. Ha resistito a tempeste e bufere. Non voglio fare processi a nessuno. Però è indubbio che chi va dal dentista qui vicino, è nella sala d'aspetto e vuole fumarsi una sigaretta, esce sul balcone attiguo al nostro e poi spegne la cicca nel vaso". Nessuna insinuazione comunque. "Non dico niente. Non lo so. Lo stabilirà la polizia".

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