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Cronaca

La guerra in Ucraina e gli sciacalli delle finte raccolte solidali

Arrivano le prime denunce da parte di persone che hanno consegnato soldi o medicinali per aiutare la popolazione ucraina a persone poi sparite

Nel pieno di un conflitto che ha squassato l’Europa, mettendo in ginocchio un intero Paese, non mancano segnalazioni su persone che provano ad approfittare della situazione di incertezza e paura e a sfruttare la guerra in Ucraina facendo leva sulla solidarietà.

Le raccolte solidali sono infatti ormai partite, e al fianco di quelle istituzionali organizzate da enti e organizzazioni come Caritas, Croce Rossa, Emergency (soltanto per citarne alcune) hanno iniziato a moltiplicarsi quelle di comitati spontanei e associazioni nati appositamente per supportare l’Ucraina, oltre che quelle di singoli cittadini, parrocchie o gruppi di genitori. La maggior parte animati da buone intenzioni, ma complici anche i social non è difficile per i truffatori insinuarsi nella catena solidale e provare a spezzarne gli anelli.

Una dozzina di denunce su finte raccolte solidali: nel mirino soldi e medicinali

L’avvocato Guido Pascucci ha confermato che soltanto sul litorale laziale, tra Ostia e Fiumicino, in una settimana ha raccolto una dozzina di denunce in questo senso: “Le truffe che mi hanno segnalato e di cui mi sto occupando si articolano principalmente in tre modi - spiega - Ci sono persone che hanno consegnato soldi a privati che hanno lanciato appelli sui social o tramite volantini affissi al supermercato o altri luoghi pubblici, e che non hanno più avuto notizie né sui fondi né sulle persone cui li hanno dati. Le somme vanno dai 50 ai 200 euro, tutte consegnate nelle mani di persone che non hanno fornito ricevute né attestati di ricezione. Denaro impossible da tracciare, e gli organizzatori della fantomatica raccolta sono diventati irreperibili”.

L’altra strada su cui si sono mossi i truffatori riguarda i medicinali: “In alcuni casi, su gruppi o chat, son stati chiesti medicinali particolari, quelli che necessitano di prescrizione medica, morfina, oppiacei - spiega Pascucci - Alcune persone nel tentativo di dare una mano si sono fatte prescrivere in buona fede i farmaci e poi li hanno consegnati, ignari del fatto che le irregolarità sono diverse. Questi farmaci vengono pagati dal servizio sanitario nazionale, sono esenti. Inoltre chi li raccoglie deve avere una lunga serie di autorizzazioni, soprattutto se l’obiettivo è trasportarle a livello internazionale. Devono essere movimentate in un certo modo e in certe condizioni, e c’è una severa regolamentazione. In alcuni casi da me documentati chi ha consegnato questi farmaci in buona fede non ha più avuto notizie delle persone cui li ha dati, che si professavano impegnati nell’aiutare la popolazione Ucraina”.

Raggirato anche chi si offre di ospitare rifugiati

Un altro modo per approfittare della situazione, ancora più sottile, colpisce direttamente al cuore dei più solidali. Perché è capitato che chi ha dato disponibilità ad accogliere famiglie o bambini in fuga dall’Ucraina è stato contattato da persone che hanno chiesto copie di documenti e dati sensibili, sparendo poi senza dare aggiornamenti.

“La risposta solidale per questa guerra è stata incredibile, e centinaia, migliaia di persone si sono dette disponibili ad accogliere rifugiati, a prendere in affido bambini - spiega Pascucci - Mi sono stati segnalati alcuni casi a Fiumicino in cui le persone di riferimento si sono presentate come enti e comitati spontanei, che non sono ovviamente accreditati con tribunali, ministero o enti istituzionali, e hanno chiesto fotocopie di documenti, password di Spid, codice fiscale e poi sono scomparsi. In due casi, due persone il giorno successivo hanno subito un tentativo di clonazione della carta di credito o di accesso a piattaforme personali”.

“Non dico vi sia necessariamente una correlazione diretta, le indagini lo accerteranno - conclude l’avvocato - ma certamente è indispensabile prestare la massima attenzione in momenti delicati come questi e affidarsi soltanto ai canali ufficiali e istituzionali. Lo sciacallaggio purtroppo c’è: da martedì scorso sono centinaia i gruppi e i comitati spuntati online e sui social che si offrono di organizzare raccolte e fornire aiuti, e in questo caos è più facile si insinuino persone con cattive intenzioni”.

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