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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Truffa alle slot: pagate vincite mai avvenute per 1,5 milioni di euro

Il sistema messo in piedi da due fratelli. Uno di loro aveva accesso al sistema Gtech in quanto operante come consulente informatico esterno

I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno portato a termine un’articolata operazione di polizia che ha messo fine all’attività di una banda di 11 soggetti, 10 italiani e un romeno, specializzati negli accessi abusivi al sistema informatico di Gtech S.p.a. (già Lottomatica), cui hanno sottratto un milione e mezzo di euro attraverso false vincite conseguite con apparecchi e congegni da divertimento, ossia le così dette videolottery.

FRATELLI ROMANI - Gli organizzatori di questa truffa sono due fratelli romani di 43 e 47 anni. Uno dei due aveva accesso al sistema di Gtech in quanto operava come consulente informatico esterno della stessa società, che è uno dei concessionari incaricati della gestione dei giochi pubblici con vincite in denaro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In tal modo aveva libero accesso al sistema informativo che gestisce giocate e vincite e poteva inserire fraudolentemente i dati dei beneficiari di vincite in realtà mai avvenute.

PROVVIGIONE DEL 20 PER CENTO - I soldi venivano poi fatti transitare sui conti correnti di persone compiacenti, individuate dall'altro fratello, che, a fronte del riconoscimento di una provvigione del 20 per cento circa, si prestavano a quella che è una vera e propria operazione di riciclaggio. La truffa è stata però smascherata dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma che, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, sono riusciti anche a sequestrare, a seguito di apposito provvedimento emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari, l'intero 'gruzzolo' messo da parte dagli indagati, costituito da disponibilità finanziarie per circa 800 mila euro nonché immobili ed esercizi commerciali, per un valore stimato in circa 700 mila euro.

500MILA EURO SOSPETTI - Le indagini hanno preso avvio a seguito di una denuncia presentata nel marzo scorso dalla stessa Gtech, allorquando un suo dipendente addetto alla validazione informatica delle vincite si era accorto, nell’inserire i dati relativi alla prima pratica del giorno, che sul data base era stranamente presente una precedente validazione di una vincita dell’importo considerevole di 500.000 euro, inserita attraverso un indirizzo informatico (ID) non riconducibile a nessuno degli operatori abilitati della società. Le prime conseguenti verifiche consentivano di individuare altri ordini di pagamento non corrispondenti ad alcuna vincita reale, inseriti sempre attraverso il medesimo ID.

I CAPI E I COMPLICI - I conseguenti approfondimenti delle Fiamme Gialle consentivano di risalire alla persona che aveva effettuato gli accessi abusivi al sistema informatico della società, ancorché realizzati Comando Provinciale ricorrendo a tre differenti 'hostname', progettati con il chiaro intento di rendere anonimo l’autore dell’intrusione. Una volta scoperto il consulente informatico si è passati alla individuazione dei complici che avevano il compito di trasferire le somme di denaro e del fratello, da considerarsi con molta probabilità la mente dell’intero meccanismo criminale.

TRUFFATA ANCHE L'INPS - A questo punto sono scattate le perquisizioni, che hanno consentito non solo di confermare le ipotesi accusatorie ma anche di reperire documentazione atta a comprovare una autonoma truffa i danni dell'I.N.P.S. da parte del fratello consulente informatico, che aveva usufruito delle indennità previste dalla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria anche quando lavorava presso la Gtech. In pratica il malvivente aveva costituito una società, affidandone la rappresentanza legale alla convivente del fratello, pur essendone di fatto il dominus, dalle quale era stato poi messo in Cassa Integrazione, come un qualsiasi dipendente, inducendo così in errore l’ente previdenziale. Al tempo stesso lavorava per la Gtech come consulente informatico.

VIOLENZA COME SOLUZIONE - Un sistema senza scrupoli che risolveva i problemi con pestaggi ed aggressioni. Come nel caso di uno dei riciclatori, immortalato da alcune telecamere mentre viene pestato da due scagnozzi della banda.

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