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Cronaca

Inventano 17 gravidanze in 19 anni per incassare indennità e bonus bebè: truffa all'Inps da 130 mila euro

La donna e il compagno sono stati sottoposti a misura cautelare. I due hanno presentato alla ASL Roma 1 e all'Ispettorato del Lavoro di Roma certificati medici falsi

Avevano messo in piedi un vero e proprio giro d'affari inventando ben 17 gravidanze in 19 anni. Il tutto per incassare "indennità di maternità" e bonus bebè dell'Inps per complessivi 130mila euro. Ad architettare la truffa una donna di 51 anni e il convivente di cinque anni più grandi.

A loro, dopo una lunga indagine, sono arrivati i Carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro di Roma che, nella mattinata del 22 gennaio, hanno eseguito un provvedimento di misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria emesso dal Gip, su richiesta avanzata dalla Procura di Roma.

Gravidanze inventate e documenti falsi per truffare l'Inps

La donna, dipendente di un MC Donald's della Capitale, tra il 2001 ed il 2019 aveva dichiarato al suo datore di lavoro di aver sostenuto ben 17 gravidanze conseguendo durante quindi la prevista "astensione dal lavoro" nonché la successiva indennità dall'Inps. 

Le indagini hanno permesso di accertare che la 51enne aveva di fatto solo tre figli, di cui l'ultimo concepito nel 2000 e che tutte le successive gravidanze dichiarate erano state invece inventate e le bugie sostenute grazie una documenti falsi

In particolare la donna, insieme compagno, hanno presentato alla ASL Roma 1 e all'Ispettorato del Lavoro di Roma certificati medici falsi (da loro stessi compitali e con la firma di una ignara ginecologa) che attestavano esistenza delle gravidanze in modo tale da ottenere per i primi 4 mesi "l'astensione dal lavoro facoltativo per gravidanza a rischio" e per i successivi 5 mesi il provvedimento di "astensione dal lavoro obbligatorio". 

Non solo. Per ottenere l'indennità di maternità ed il bonus bebè dall'Inps i due hanno presentato all'ente altrettante "dichiarazioni di nascita" falsi emessi dal Reparto Ostetricia - Ginecologia del Policlinico Umberto I, all'oscuro di tutto.  

I nomi dei figli mai nati

Gli accertamenti condotti dai Carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro hanno evideziato come la 51enne, in occasione del ritiro del provvedimento di astensione al lavoro, "si presentava al cospetto dei funzionari ASL mostrando una visibile prominenza sotto le vesti all'altezza dell'addome proprio per rendere credibile la gravidanza, per poi rimuoverla appena venuta in possesso del provvedimento". Una "prominenza" che non era altro che un cuscino ben legato. 

Le indagini hanno permesso di dimostrare anche che le "dichiarazioni di nascita", non trovavano riscontro nei registri del Policlinico Umberto I. Nei giorni indicati nelle dichiarazioni, è infatti emerso come non siano mai stati partoriti i neonati dichiarati dall'indagata, a cui la donna aveva addirittura dato i nomi di Benedetta, Letizia, Abramo, Angelica ed Ismaele. I due conviventi sono ora accusati di "falsità materiale ed ideologica", "errore determinato dall'altrui inganno e "truffa ai danni dell'Inps".
 

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