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Cronaca Parioli

"Casa facile": vendevano case non loro, scoperta maxi truffa immobiliare

La truffa emergeva quando il compratore truffato, dopo avere pagato il prezzo della compravendita si recava dal reale proprietario per effettuare le volture delle utenze

Una maxi operazione dei carabinieri ha smantellato un sodalizio criminale dedito alle truffe immobiliari.
In esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip presso il Tribunale di Roma, Dott.ssa Simonetta D’Alessandro, sono state arrestate sei persone e si sono eseguite 12 perquisizioni locali (5 a Roma, 3 a Fregene, 2 a Bologna, 1 a Napoli e 1 a Nepi) presso le abitazioni di proprietà o nella disponibilità degli arrestati, individuando e ponendo sotto sequestro documentazione ritenuta di interesse investigativo.

LE ACCUSE - Numerosi i capi di imputazione a carico degli arrestati, ritenuti responsabili a vario titolo, e con diversi ruoli e responsabilità, di “associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed al falso documentale, aggravata, continuata ed in concorso” (artt.110, 81, 61, 416, 640 e 497 c.p.), “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” (art.479 c.p.), “falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”(art.495 c.p.) e “possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi” (art.497 bis c.p.).

INDAGINE “CASA FACILE” - I provvedimenti scaturiscono dall’indagine denominata “Casa Facile”, avviata dalla Stazione Carabinieri di Roma Città Giardino nel dicembre 2011, in seguito all’arresto in flagranza di un soggetto trovato in possesso di una carta di identità risultata falsa, mentre in una banca tentava di prelevare del denaro da un c/c precedentemente aperto sempre con false generalità.
Le indagini immediatamente avviate hanno permesso l’individuazione e la disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nelle truffe immobiliari portate avanti con il medesimo modus operandi.
Gli arrestati, in particolare, operando principalmente nel quartiere Parioli, stipulavano con identità fittizie e documenti contraffatti, contratti di affitto con i legittimi proprietari di alcune abitazioni. Acquisite in tal modo le generalità del proprietario, e utilizzando la documentazione ottenuta per la stipula del contratto di locazione, formavano quindi appositi documenti di identità, con le generalità dei proprietari degli appartamenti, e vendevano a terzi in buona fede gli appartamenti locati, traendo in errore ignari notai dai quali si recavano per effettuare il rogito.

LA TRUFFA - La truffa, sovente, emergeva allorquando il compratore truffato, dopo avere pagato il prezzo della compravendita al finto proprietario, si recava dal reale proprietario per effettuare le volture delle utenze, scoprendo che la casa non era mai stata messa in vendita. Il meccanismo, sostanzialmente identico in tutti i casi attenzionati, prevedeva in sintesi le seguenti fasi: il sodalizio individuava (tramite periodici specializzati, in agenzie immobiliari etc..) un appartamento che il proprietario intendeva locare a terzi; si predisponevano falsi documenti di identità; si contattava il proprietario dichiarandosi interessati alla locazione; con il proprietario si stipulava un contratto di locazione, ottenendo in tal modo i documenti dell’abitazione e le generalità del proprietario; venivano predisposti nuovi documenti con le generalità del proprietario e l’effige di uno dei membri dell’associazione; veniva immesso sul mercato l’appartamento locato dal falso proprietario e veniva trovato l’acquirente; si stipulava l’atto di vendita, con i documenti falsi riportanti le generalità del vero proprietario; si aprivano conti correnti con documenti falsi, dove confluivano i proventi del reato, ed altri conti correnti di passaggio che servivano per rendere più difficoltoso il rintraccio del denaro; si aprivano conti correnti dai quali attingere per le spese necessarie per l’attività criminosa (es. pagamento della caparra e dei canoni iniziali di locazione da corrispondere al vero proprietario).

Tutto ciò con ripartizione certosina e costante dei ruoli da rivestire: il finto procacciatore d’affari, il finto locatario, il finto legale di fiducia per i rogiti notarili, i finti correntisti sui cui c/c confluivano gli introiti delle truffe.

IL CAPO - A capo dell’associazione, un pregiudicato (per reati specifici) con un passato da commercialista, e conseguente bagaglio culturale che lo ha verosimilmente agevolato nella predisposizione delle truffe realizzate.
Quattro i casi per i quali si procede. Nel corso dell’attività sono già stati sequestrati due c/c ed una somma di circa 170.000 euro ivi conservata, ritenuta di provenienza delittuosa.
A conclusione, emblematico appare un estratto dell’ordinanza del Gip che recita test: “…L’entità della vicenda è devastante, non solo per l’impatto economico non sottovalutabile: il disvalore effettivo del fatto è infatti da ragguagliare anzitutto alla interferenza delle condotte in esame con principi di primaria importanza; sono in gioco la trasparenza e la correttezza dell’attività economica; la tutela del mercato immobiliare, la stessa fede pubblica…”.
Le indagini proseguiranno al fine di verificare eventuali analoghi fatti criminosi commessi dai soggetti in questione.

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