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Cronaca

Finti top manager truffano banche ed enti per richiedere prestiti, fra loro una talpa in Municipio

Le indagini concluse dai carabinieri nell'ambito dell'operazione Robin Hood

Come moderni Robin Hood rubavano ai ricchi ma invece di dare il denaro ai poveri lo intascavano, il tutto con la complicità di una 'talpa' in Municipio ed una all'Inps. Così dei finti top manager hanno truffato banche ed enti sotto falso nome richiedendo prestiti e finanziamenti.

Sono poi stati i Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina, a conclusione di una complessa attività d’indagine, denominata appunto “Robin Hood”, a dare esecuzione ad un’ordinanza per l’applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica in sede, nei confronti di 5 cittadini italiani (1 in carcere e 4 sottoposti ad arresti domiciliari), ritenuti responsabili di falso, truffa, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e sostituzione di persona.

Uno dei destinatari dell’ordinanza è deceduto prima di poter finire agli arresti domiciliari: l’uomo, di 67 anni, impiegato dell’INPS, è venuto a mancare a seguito di una grave malattia.

Fra le vittime del gruppo di truffatori arrestati oggi dai carabinieri nell'ambito dell'operazione chiamata 'Robin Hood' compaioni diversi nomi 'eccellenti'. Nel 'mirino' delle cinque persone arrestate c'erano fra gli altri Pietro Ciucci, ex presidente e amministratore di Anas, Raffaele Bonanni, ex segretario generale della Cisl, Vito Gamberale, ex manager con incarichi in Telecom e in Autostrade, Massimo Sarmi, ex ad del Gruppo Poste Italia. 

La truffa dei finti top manager

Gli indagati riuscivano ad ottenere prestiti, finanziamenti, cessioni del quinto, ovvero modifica delle coordinate per l’accredito della pensione, appropriandosi fraudolentemente della documentazione Inps (CUD, Statini Paga, ecc) appartenente a pensionati, grazie alla complicità del dipendente INPS, nonché reperendo dati effettivi dai documenti di identità, per il tramite di un dipendente del Comune di Roma (Municipio VIII, come riferito in una prima nota stampa delle forze dell'ordine). 

L'indagine è partita nel febbraio 2018 proprio dalla denuncia di Gamberale che non si è trovata accreditata la pensione mensile di 24mila euro che era stata dirottata su un altro conto all'estero.  'Mente' del gruppo, come accertato dall'indagine coordinata dal pm Antonio Clemente, era Luigi Pisano, con un passato da truffatore e già finito in carcere per reati specifici mentre ai domiciliari sono finite altre quattro persone.

Operazione Robin Hood: le vittime della banda dei finti top manager 

Le vittime sono tutti ex manager di importanti aziende ed enti pubblici italiani per conto dei quali gli indagati hanno richiesto finanziamenti, mutui, cessioni del quinto e cambio ufficio pagatore per centinaia di migliaia di euro. 

A riscontro dell’attività, sono stati già eseguiti 3 arresti in flagranza di reato e 5 persone sono state denunciate a piede libero per i reati - a vario titolo - di truffa e falso. Grazie anche alla collaborazione dell’Inps, sono stati recuperati e restituiti: 24.000 euro, derivanti dalle pensioni delle vittime, che erano stati dirottati su un conto corrente tedesco; un’autovettura Fiat 500 L del valore di euro 15.000, acquistata mediante la sottoscrizione di un finanziamento con documentazione risultata falsa. A seguito di tempestivo intervento, i Carabinieri riuscivano anche ad impedire l’acquisto di merce (1 televisore, 1 playstation ed 1 iPhone) presso un esercizio commerciale di Roma per un valore di euro 3000,00, mediante il tentativo di accensione di un finanziamento.

In relazione a quanto riferito è poi arrivata la precisazione del presidente del Municipio VIII di Roma Amedeo Ciaccheri: "Abbiamo appreso dai media che un dipendente del Municipio Roma VIII sarebbe coinvolto nelle truffe ai danni di banche ed enti. Nessun dipendente del nostro Municipio è stato arrestato e risulta essere coinvolto in tale inchiesta. Infatti nell'ordinanza si legge che il dipendente è in servizio nella sede di via Prenestina che di certo non si trova nel nostro territorio. Chiediamo a tutti gli organi di informazione di rettificare immediatamente la notizia perché sta recando un danno di immagine enorme nei confronti dell'istituzione che rappresento e dei lavoratori che ogni giorno si impegnano al massimo per far funzionare al meglio i servizi alla cittadinanza. Chi ha sbagliato paghi, ma nulla c'entra con il Municipio Roma VIII".

Articolo aggiornato alle ore 9:00 del 17 ottobre 2019 

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