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Cronaca

Promettevano posto in banca, poi davano la colpa a Monti. Sventata mega truffa

Garantivano l'assunzione presso un importante istituto di credito chiedendo in cambio fino a 5000 euro. Centinaia di giovani truffati in tutta Italia. A capo dell'associazione a delinquere tre donne: per loro è scattata la custodia cautelare

Una truffa organizzata nei minimi dettagli. Prima un colloquio individuale durante il quale veniva richiesto un ingente contributo di denaro (di solito 1500-2500 euro), poi i test di gruppo del tutto simili a quelli con cui l’istituto di credito selezionava i dipendenti. Al vertice dell’organizzazione tre donne ora in stato di detenzione cautelare (una in carcere, due ai domiciliari) con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a truffa, ricettazione e falso.

Una delle tre accusate lavorava come impiegata presso una filiale Bnl (banca totalmente estranea ai fatti e che anzi ha denunciato la truffa, ndr), l’istituto di credito di cui si millantava dirigente, ma sembra che a procacciare i ‘clienti’ , sempre tramite il passaparola, provvedesse la proprietaria di un atelier di moda di via Ludovisi – base logistica dell’organizzazione -  servendosi della complicità di altri tre indagati ora denunciati a piede libero.

I quiz sequestrati - foto di A. Piccirilli/Romatoday



Grazie a tale sistema sono stati  reclutati  centinaia di ragazzi da tutt’Italia (Napoli, Foggia, Milano, Forte dei Marmi, Calabria, Sicilia, Sardegna), quasi tutti giovani senza una stabile occupazione, disposti facilmente ad accogliere le richieste di denaro degli  indagati e allettati dalla prospettiva di trovare un posto di lavoro sicuro, considerando anche che le  promesse di assunzione  apparivano assolutamente verosimili.

Al colloquio individuale seguiva la prova di gruppo, divisa in cinque step: cultura generale, economia aziendale, lingua francese, test psicoattitudinali e di comprensione critica verbale. I fogli dei quiz erano marchiati con un logo contraffatto della Bnl e le prove si svolgevano a gruppi di quindici o venti ragazzi in lussuosi hotel della Capitale. Al termine della trafila per chi avesse sborsato la cifra pattuita l’agognata assunzione presso una filiale della banca.

La telefonata di conferma dell’assunzione però tardava ad arrivare e quando qualcuno riusciva a mettersi in contatto con la finta esaminatrice – la dott. De Angelis -  questa dava la colpa al momento di crisi e alle manovre del premier Monti.  Il giro era così ampio, si parla di milioni di euro, che anche la direzione dell’istituto di credito ne era venuta a conoscenza, denunciando l’accaduto dopo che i candidati avevano iniziato a parlare del concorso su alcuni forum esistenti su internet.

Stanchi per i continui rinvii, dopo molti mesi di attesa alcune delle vittime hanno sporto denuncia alla Polizia che ha fatto subito partire intercettazioni e vari servizi di osservazione. La perquisizione nelle abitazioni delle tre donne ha confermato i sospetti degli inquirenti e permesso di raccogliere numerose prove a carico delle arrestate: elenchi di nominativi con cifre versate, centinaia  di fascicoli personali  contenenti curriculum e documentazione individuale per l’assunzione nell’istituto di credito, nonché vari atti  con logo contraffatto.

Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti anche 7mila euro in contanti, solo una piccolissima parte del maltolto. L’importo complessivo della truffa dovrebbe infatti aggirarsi sui due milioni di euro, e sono ancora in corso le indagini per scoprire che strade abbia preso il resto del denaro, nonché per accertare eventuali affiliati dell’organizzazione, ipotesti che gli inquirenti, vista l’entità della truffa, ritengono molto probabile.

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