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Cronaca

Anziani a lezione antitruffa dai carabinieri: "Raggiri in aumento, ecco come evitarli"

Aumentano i raggiri ai danni delle fasce più fragili di popolazione, ma le denunce restano ancora troppo poche: troppa la vergogna di essere caduti nel trucco

Anna, 72 anni, non ci è caduta: quando al citofono alcuni sconosciuti si sono identificati come carabinieri e le hanno chiesto di “aprire il portone” perché “dovevano parlare la sua vicina di casa e non riuscivano a raggiungerla” si è rifiutata di aprire, invitandoli a chiamare l’amministratore di condominio. Ma per una truffa sventata grazie alla prontezza di una potenziale vittima, decine di altre vengono messe a segno ai danni della fascia di popolazione più fragile, gli anziani, raggirati in modi sempre più creativi e fantasiosi.

“L’obiettivo è approfittare di un momento di fragilità - conferma il maggiore  Alberto Pinto, comandante della compagnia carabinieri Trionfale - di un momento in cui magari si è concentrati su altre cose o si viene colti in contropiede. Il truffatore cerca di conquistare la fiducia della vittima provando a metterla a suo agio, o in alternativa di confonderla”.

Pinto giovedì pomeriggio ha organizzato un incontro sul tema nella parrocchia di San Pio X, proprio con l’obiettivo di mettere in guardia contro vecchie e nuove fattispecie di truffa e fornire consigli su come comportarsi per prevenirle, fornendo alcuni semplici ma efficaci consigli universali: mai aprire la porta a chi non si conosce, verificare sempre con una telefonata se chi si ha davanti è chi dice di essere, e segnalare al 112 ogni tentativo di truffa. E anche ogni truffa riuscita.

I truffatori fanno leva sulle emozioni: "Confondono e mandano in tilt le vittime"

“Spesso per la vergogna l’anziano non denuncia, pensa di essere stato incauto e imprudente, è convinto che comunque non vedrà più i contanti o i gioielli rubati e non segnala - conferma il maggiore - In realtà la denuncia è fondamentale, e serve più a noi che alle vittime: se l’episodio viene denunciato abbiamo maggiori elementi di indagine, possiamo capire quali sono le zone prese di mira e agire di conseguenza”.

Non sempre però si riesce a vincere la vergogna di essere stati truffati, di essere caduti in quel raggiro che a posteriori è così evidente: “Proprio qui sta l’abilità del truffatore. Ha spesso una grande capacità di entrare in empatia con la persona che ha davanti, e così riesce a insinuarsi in casa - prosegue Pinto - Altri invece puntano tutto sulle emozioni e sullo stress: confondono l’anziano, lo investono di informazioni, oppure lo mettono in un grande stato di agitazione e lo spingono ad agire".

I dati, su questo, parlano chiaro. In due anni di pandemia i reati sono calati a livello generale e nazionale, ma quelli che sono aumentati, in contro tendenza, sono le liti e i maltrattamenti in famiglia e le truffe, in particolare agli anziani. Che spesso si ritrovano isolati e si sentono esclusi da un mondo che viaggia a una velocità cui fanno fatica a stare dietro: "Ci è capitato di ricevere segnalazioni da persone che hanno versato soldi perché il figlio o il nipote avevano avuto un incidente, una truffa tra le più classiche, ed è venuto fuori che neppure avevano un figlio o un nipote. Sembra assurdo, ma in quei momenti così concitati, quando all’altro capo del telefono c’è qualcuno che urla, piange o supplica, oppure qualcuno che si spaccia come un’autorità, la reazione automatica è obbedire e soddisfare le richieste per risolvere la situazione”. 

Dalla truffa sulle donazioni per i rifugiati ucraini sul taglio delle bollette

La truffa del finto incidente è tra le più comuni e utilizzate: la vittima riceve la telefonata di una persona che si spaccia per un familiare, o in alternativa per un avvocato o per un rappresentante delle forze dell’ordine. La persona spiega che c’è stato un incidente, e che è necessaria una somma di denaro per evitare la prigione, una sorta di “cauzione” che viene poi consegnata a un complice che si presenta allo stabile o alla porta per riscuotere. In alcuni casi le vittime hanno la lucidità e la prontezza di chiamare il parente in questione, o le forze dell’ordine, per verificare, in altri invece il truffatore riesce a "entrare" nella mente di chi ha davanti e a renderlo inerme.

“Un mio vicino di casa mi ha riferito di essere stato come ipnotizzato dal truffatore, può succedere una cosa del genere?”, ha chiesto con un pizzico di scetticismo e un po' di timore una pensionata. Pinto ha risposto senza dare nulla per scontato: “L’ipnosi è effettivamente improbabile, è più facile che si sia trattato di un abile gioco mentale in cui attraverso le parole il truffatore ha ‘mandato in tilt’ la vittima ed è riuscito a confonderla e ad agire. Capita raramente che i truffatori poi droghino le vittime, perché le sostanze che servono per farlo sono costose e la situazione potrebbe non essere più controllabile”.

C'è poi la truffa del finto corriere, quella del finto dipendente delle poste, quella del tecnico di aziende di fornitura acqua, luce o gas. E in quest'ultimo periodo stanno aumentando quelle legate a due temi di stretta attualità: la guerra in Ucraina, con persone che si spacciano per membri di associazioni o volontari che raccolgono fondi da donare alla popolazione ucraina o ai rifugiati, e il caro bollette.

In quest’ultimo caso i truffatori si presentano alla porta per proporre sconti e nuove soluzioni per risparmiare su gas ed energia elettrica, o di controllare gli impianti per evitare dispersioni, e una volta in casa si impossessano di quello che trovano, che siano contanti o gioielli.

"Mai aprire la porta, controllare sempre con il 112: è l'unica strada sicura"

“A me è successo che un uomo mi ha raggiunta sotto il portone e mi ha detto di essere venuto per controllare il mio bagno, perché nell’appartamento superiore c’era stata una perdita - racconta un’altra pensionata - Mi ha aspettato sotto casa e ha insistito. Io non l’ho fatto entrare, ma come dobbiamo comportarci in queste situazioni?”. Succede spesso, annuisce Pinto, ma il consiglio resta lo stesso: non fare mai entrare nessuno in casa, tenere sempre la catenella della porta inserita quando si parla con qualcuno all’esterno per evitare che si possa insinuare in casa.

Attenzione anche allo spioncino: “Spesso i truffatori chiudono lo spioncino con un dito, oppure usano la torcia del cellulare e la puntano contro per accecare chi guarda - spiega Pinto - anche in questo caso vale il consiglio già dato: mai aprire per vedere chi è, telefonare sempre al 112 per segnalare che c’è qualcuno davanti alla nostra porta e che non sappiamo chi sia. Mai credere neppure a chi mostra un tesserino di forze dell'ordine, perché per falsificarne uno ci vogliono veramente pochissimi minuti. Bisogna sempre, sempre verificare con il numero unico di emergenza. Non preoccupatevi della eventuale perdita di tempo: se la persona in questione è chi dice di essere non ci sarà alcun tipo di problema, se invece è un truffatore ci avrete aiutato a prenderlo”.

L'appello è rivolto anche a figli, nipoti e parenti: alla notizia della truffa messa a segno è indispensabile aiutare e accompagnare l'anziano a fare denuncia per consentire alle forze dell'ordine di raccogliere informazioni utili.

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