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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Tor Bella Monaca / Viale Santa Rita da Cascia

"Io, aggredita e minacciata di morte dai Moccia per un parcheggio"

Tiziana Ronzio, fondatrice dell'associazione "Tor più Bella", è finita nel mirino di una nota famiglia, già al centro delle cronache della città

"Te do foco, ammazzo te e i tuoi figli. Te sei un infame, te la fai con i carabinieri". Sono queste alcune delle urla che hanno riecheggiato ieri a Tor Bella Monaca, quartiere alla periferia est di Roma. Bersaglio di quelle minacce è stata Tiziana Ronzio, 49 anni, operatrice sanitaria, che il capo dello Stato Sergio Mattarella, ha voluto recentemente nominare Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. A pronunciarle Giuseppe Moccia - coinvolto in passato in diverse indagini per droga e cognato di Vincenzo Nastasi detto 'O Principe' - ferito lo scorso 30 marzo in un agguato in via dell'Archeologia quando da uno scooter, un uomo gli sparò 4 colpi pochi giorni dopo la sua scarcerazione. 

Tiziana abita nel quartiere, in una delle torri dell'Ater di 15 piani di viale Santa Rita da Cascia, per anni uno spazio utilizzato dagli spacciatori. Da anni si dedica al recupero sociale del quartiere di Tor Bella Monaca e nel 2015 ha fondato l'associazione 'Tor più Bella' con cui ha realizzato iniziative per riqualificare, dal punto di vista strutturale ma anche sociale e rendere più vivibile e sicuro il quartiere.

Per questa sua attività Tiziana Ronzio è stata più volte minacciata e aggredita. Nel marzo 2017 l'Associazione ha ricevuto la visita della Presidente della Camera Boldrini, il 6 maggio 2019 il giornalista Salvo Sottile ha dedicato una puntata del programma di RaiTre "Prima dell'alba" al 'Tor Più Bella' e recentemente - per due mesi - ha avuto anche la scorta, tolta lo scorso 2 maggio "il giorno del mio compleanno", dice Tiziana a RomaToday, mentre racconta la sua disavventura - per usare un eufemismo - vissuta ieri. Sotto casa. Iniziata con lite banale per un parcheggio poco prima di cena. 

Il racconto di Tiziana Ronzio dell'aggressione subita

Il figlio di Tiziana discute con un uomo, lei scende per difenderlo, si crea trambusto, l'attenzione di molti viene attirata e Moccia si intromette. Forse perché quel "chiasso" dà fastidio agli affari. Quelli del clan. A fare da paciere, ma neanche troppo, Giuseppe Moccia che riconosce subito Tiziana Ronzio. "Mi ha urlato di tutto, minacce di morte. Quella, secondo lui, è zona sua, quindi non potevo permettere di far valere i miei diritti", racconta a RomaToday. Moccia, stando al racconto della donna, si avvicina al figlio 25enne, lo schiaffeggia e, rivolgendosi ai suoi familiari rivolge altre minacce: "Questa me la dovete toglie da qui. Fa meno la coatta, te metto a posto. Infame. Te qua non ce puoi più sta". 

Momenti di tensione aumentati anche quando è arrivata anche la mamma di Giuseppe Moccia: "Mi ha graffiato il viso più volte e poi si autolesionata per far vedere che fossi stata io a picchiarla, ma così non è stato", dice Ronzio che in nottata è andata anche al policlinico Casilino dove è stata refertata con tre giorni di prognosi. "Con lei avevo avuto già un diverbio, mi aveva minacciata per un post su Facebook che avevo scritto dopo che chiusero il loro bar", racconta Tiziana. A calmare definitivamente gli animi sono stati i carabinieri di Tor Bella Monaca che hanno fermato Moccia dopo una colluttazione, con le accuse di minacce e resistenza a pubblico ufficiale. 

"Mi aspetto che qualcos'altro possa accadere"

Il clima però intorno a Tiziana resta pesante, mentre è al telefono con le persone del quartiere che chiedono come sta si sentono altre minacce dai balconi. Quando gli chiediamo se ha paura, lei tira dritto: "Mi aspetto che qualcos'altro possa accadere, e accadermi. Spero però che questo episodio, che per qualcuno potrà sembrare normale o banale, possa scuotere in quartiere. Quello che ho subito è stato un attacco annunciato, probabilmente con l'onorificenza che ho ricevuto di recente farà anche clamore mediatico, ma se fossi stato un qualsiasi altro residente del quartiere non se ne sarebbe parlato, basta con queste prepotenze", conclude elogiando il lavoro dei carabinieri: "Ci sono sempre, quando mi hanno minacciato in questi anni sono venuti a sostenermi anche da altre caserme. È impensabile però che Tor Bella Monaca si possa reggere solamente su una stazione". Durante il processo per direttissima tenuto oggi, l'arresto di Giuseppe Moccia è stato convalidato, l'uomo è però stato portato a casa, libero senza misura cautelare, in atteso del processo. 

Zingaretti vicino a Tiziana Ronzio

Sul caso è intervenuto anche il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che etichetta l'aggressione subita da "esponenti del clan Moccia" da Tiziana Ronzio e suo figlio come "un fatto gravissimo che non può essere accettato" ringraziando i carabinieri "che sono intervenuti in tempo evitando il peggio": "Tiziana Ronzio in questi anni anche con la Regione Lazio ha realizzato progetti per migliorare la vita del quartiere in un grande lavoro di squadra. Quanto accaduto ieri sera non deve più avvenire. Tiziana Ronzio non può e non deve essere lasciata sola dalle Istituzioni, va difesa e sostenuta nelle sue battaglie. Noi come Regione saremo sempre al suo fianco contro la malavita di Tor Bella Monaca ma soprattutto continueremo a realizzare con lei iniziative per riqualificare il quartiere". 

Libera e Tor Più Bella sostengono Tiziana Ronzio

"Un forte abbraccio a Tiziana", arriva anche da Libera: "Questi episodi indicano che i personaggi criminali  non vogliono rinunciare al controllo del territorio ma, anche, che si è sulla strada giusta consapevoli che il  cambiamento dei territori e la sconfitta della violenza criminale passano attraverso l'impegno di tutti. A Tiziana, ai volontari dell'Associazione che incrociamo quotidianamente con le nostre attività  rinnoviamo ancora con più forza questo nostro  impegno. Nessuna intimidazione fermerà il percorso che si sta realizzando".

L'associazione 'Tor Più Bella', nel frattempo, si stringe intorno la propria presidente: "Non si tratta di un atto isolato ma solo dell'ultimo episodio di una serie di atti intimidatori che ormai da mesi colpiscono Tiziana e chi le sta intorno.  Quando abbiamo fondato Tor Più Bella, l'idea che guidava il nostro agire era riconnettere le persone nella riscoperta del proprio quartiere. Tutto il quartiere è casa per chi lo abita; far passare questo messaggio significava far sentire le persone sicure anche fuori dalla porta della propria abitazione a partire dal pianerottolo. Sapevamo che questo avrebbe comportato confrontarci anche coloro che quei pianerottoli li occupano, depredando risorse e sfruttando il quartiere per negargli un futuro diverso. Per molto tempo, questi hanno goduto di campi aperti, in cui poter agire liberamente, credendo di poter disporre di Tor Bella Monaca e dei suoi abitanti a proprio piacimento. Eppure, il quartiere non appartiene a loro, ma a tutte quelle persone che a Tor Bella Monaca vogliono vivere con dignità". 

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