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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Terrorismo a Bari, tre fermi: nei cellulari dei jihadisti foto di Colosseo e Circo Massimo

Cinque in tutto i destinatari del provvedimento. Secondo gli investigatori, avrebbero 'mappato' i possibili bersagli di azioni terroristiche, nel capoluogo pugliese ma anche in altre città italiane ed europee

Nei cellulari di alcuni di loro sono state trovate, tra le altre, foto di Londra e Parigi ma soprattutto immagini di alcuni obiettivi sensibili della Capitale, quali il Colosseo ed il Circo Massimo. Operazione antiterrorismo in Puglia dove i carabinieri del Nucleo Investigativo e del Ros, su disposizione della Dda di Bari hanno fermato tre persone, con altri due cittadini stranieri attivamente ricercati, ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I FERMATI - In manette sono finiti due cittadini afghani: il 23enne Hakim Nasiri, accusato di terrorismo internazionale, domiciliato presso il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari-Palese, con lo status di protezione sussidiaria, e il 29enne Gulistan Ahmadzai, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, domiciliato presso Borgo Libertà a Cerignola (Foggia), con lo status di protezione umanitaria. Un terzo soggetto, un cittadino pachistano di 25 anni, è stato fermato questa mattina a Milano, nei pressi di Porta Romana.

LE INDAGINI - Le indagini sono state avviate dal Nucleo Investigativo e dalla Sezione Anticrimine il 16 dicembre 2015,  quando una pattuglia della Compagnia di Bari San Paolo, durante un normale servizio preventivo, notò e controllò 4 afgani (2 dei quali muniti di permesso di soggiorno, gli altri nella posizione di richiedenti asilo politico e domiciliati presso il CARA del capoluogo pugliese), mentre erano intenti ad effettuare riprese all’interno del centro commerciale di Santa Caterina. 

Operazione antiterrorismo a Bari

SITO WEB TALEBANO - La successiva attività investigativa ha permesso di accertare come uno dei due regolari, un 30enne afgano, mantenesse stabili collegamenti telematici con un noto sito talebano, scaricando video e proclami inneggianti alla jihad e fotografie raffiguranti un noto capo carismatico talebano, ucciso durante un raid dell’aviazione statunitense, il 13 ottobre 2015, mentre come l’altro, un 28enne afgano, avesse effettuato sia il filmato girato nel menzionato centro commerciale, sia la ripresa dell’area d’imbarco, accessibile solo a seguito di check-in, dell’aeroporto di Bari – Palese

FOTO NEI CELLULARI - Nei cellulari sono state rivenute anche foto di armi, di forze dell'ordine italiane e statunitensi, e delle città di Londra, Parigi e Roma. La presenza di questo materiale fotografico, secondo gli investigatori, proverebbe la volontà, da parte degli indagati, di 'catalogare' obiettivi sensibili da colpire in possibili attentati. Entrambi rientravano in aereo, in patria, il 18 dicembre 2016. Uno dei due stranieri in attesa di asilo (il 23enne afgano Nasiri sottoposto a fermo), è risultato invece in possesso di un’arma d’assalto (tipo M16), con la quale si era anche fatto immortalare in diverse foto.

IL FAVOREGGIAMENTO DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA -  L’inchiesta ha inoltre messo in luce un altro 'filone', relativo all'immigrazione clandestina. Questo 'filone' vede coinvolto l'altro fermato, il 29enne  Gulistan Ahmadzai. Dietro lauti corrispettivi in denaro, il 29enne e altri soggetti avrebbero offerto sostegno logistico a immigrati clandestini, con la possibilità di regolarizzare la loro posizione in Europa attraverso documenti contraffatti, nonché reperire luoghi di dimora e titoli di viaggio aerei per muoversi nel Continente

MISURE RESTRITTIVE - Nei confronti del 29enne è stata adottata una misura restrittiva d’urgenza, in quanto lo stesso, nella mattinata di ieri, ha ricevuto il riconoscimento di rifugiato e ha manifestato l’intento di recarsi in Calais (Francia), dove risulta avere una stabile dimora e gestire i predetti traffici illeciti. In relazione ad altri due destinatari del fermo, rientrati nel Paese d’origine, saranno avviate le procedure di internazionalizzazione dei provvedimenti emessi nei loro confronti, attraverso gli ordinari canali di cooperazione di polizia. (da BariToday). 

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