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Cronaca Flaminio / Piazza Perin del Vaga

Terremoto, anche la Capitale ha i suoi sfollati: 23 famiglie nei residence di Roma Nord

Le prime due notti le hanno trascorse all'hotel Astrid di largo Antonio Sarti. Oggi verranno trasferite in altre strutture ricettive del quadrante nord: "Le informazioni sono confuse, non sappiamo ancora molto"

Hanno lasciato casa con lo stretto necessario, una valigia, qualche vestito, gli zainetti dei bambini con i libri di scuola. Le prime due notti d'emergenza le hanno trascorse chi all'hotel Astrid di largo Antonio Sarti, in dodici stanze messe a disposizione gratuitamente dagli albergatori, chi trovando posto da qualche amico o parente. Da oggi verranno trasferite in residence e strutture ricettive a carico del Comune fino a conclusione delle operazioni di messa in sicurezza. Sono le ventitre famiglie sfollate per il terremoto nella Capitale. 

La forte scossa di domenica si è fatta sentire anche a Roma, distante appena 200 chilometri dall'epicentro del sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia. Il più forte dal 1980. Centinaia gli interventi dei Vigili del Fuoco anche nella Città Eterna per verifiche sulla stabilità di edifici pubblici e privati. E in piazza Perin del Vaga, civico 4, nel cuore del Flaminio, uomini, donne e bambini sono stati fatti evacuare per delle lesioni sul vano della scala A. Profonde crepe già presenti nella palazzina Ater, dove la manutenzione, per anni, è mancata. Sette piani costruiti negli anni venti, metà degli alloggi ancora in affitto, altrettanti riscattati. 

"Molti evacuati sono giovani, coppie con figli, anche adolescenti, qualche anziano" racconta Giancarlo, dipendente dell'Astrid. Dal bancone della reception ha assistito al via vai dei nuovi ospiti. "Che devo dire, certo sì erano impauriti, molto, chi con qualche borsone, buste piene di effetti personali, qualcuno con il gatto o il cane". Non è la prima volta. "Lo scorso gennaio arrivarono qui sei famiglie del palazzo crollato a ponte Milvio". In piazza Perin del Vaga, per fortuna, è tutto in piedi. E c'è chi in fondo si definisce fortunato. 

"Non è niente in confronto a chi ha perso la casa nelle Marche". Ha 70 anni la prima signora che incontriamo nella hall. "Anche per noi comunque non è una situazione semplice". Preferisce l'anonimato, la voglia di parlare è poca e gli occhi, ripensando a quegli istanti di paura, si fanno lucidi. Seduta su un divano aspetta di capire cosa fare. Il telefono squilla senza sosta. "Abbiamo fatto un gruppo su whatsapp dove ci teniamo tutti informati, sa non ci conoscevamo bene prima pur stando nello stesso appartamento. Ora invece siamo come una famiglia". A lei e al marito è stato assegnato un appartamento nel residence Sacconi, sulla via omonima tra via Masaccio e viale Pinturicchio, una delle sistemazioni individuate dall'amministrazione capitolina. 

Vanessa invece non sa ancora dove verrà trasferita. Trentacinque anni, due bambine. "Non ci hanno detto ancora niente, stiamo cercando di capire". Sa pochissimo anche sui danni allo stabile. "Ci è stato solo spiegato che non si possono utilizzare le scale". Casa sua "era perfetta, ora è piena di crepe". Fino a oggi "siamo stati trattati bene". Sulle prossime ore però, le informazioni rimangono confuse. Qualcuno si è già spostato al Sacconi, altri tra il residence Parco Salario di via Suvereto e l'hotel Villa Maria Regina di via della Camilluccia. Al quinto piano dell'Astrid, nella stanza per la colazione, le famiglie rimaste si scambiano qualche dritta: bisogna chiamare la Protezione Civile per sapere a quale struttura si è destinati, il numero è lo 0667109220. 

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