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Cronaca

Trema il centro Italia: distrutte Amatrice e Accumoli. Sfollati nelle tendopoli

La conta di morti, feriti e case inagibili è ancora in corso dopo 12 ore di soccorsi ininterrotti. La scorsa notte, alle 3 e 36, la prima violentissima scossa

Mentre scriviamo si scava ancora. I numeri oscillano di ora in ora e i bilanci non possono essere che provvisori: 38 morti alle 10 del mattino, 63 alle 16, 73 alle 17. Circa 150 feriti. E ancora 700 uomini della Protezione Civile nei paesi più colpiti a cavallo tra Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo: Amatrice, già rasa al suolo dalla violenza delle prime scosse, Accumoli, epicentro del sisma con 2500 sfollati, Pescara di Tronto, frazione di Arquato, provincia di Ascoli Piceno. Piccoli borghi appesi ai monti dell'appennino umbro marchigiano, ridotti a cumuli di macerie dal terremoto che questa notte ha dilaniato il centro Italia.

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Si è sentito da Rimini a Napoli. La prima scossa, violentissima, di grado 6 della scala Richter, ha fatto tremare anche la Città Eterna. Alle 3 e 36, quando i macchinari dell'Ingv hanno registrato il primo sobbalzo terrestre a una profondità di 4 chilometri nel reatino, tanti romani spaventati sono scesi in strada. Poi hanno acceso il pc, restando svegli incollati agli schermi in cerca di notizie. Nessun danno, per fortuna, nella Capitale. Ma c'è già chi lo ha ribattezzato "il terremoto dei romani", per i tanti concittadini che stavano trascorrendo gli ultimi scampoli d'estate tra i borghi di montagna messi in ginocchio dal sisma. Qualcuno ha perso i familiari, qualcun altro racconta di salvataggi in extremis, di scavi a mani nude nei cumuli di calcinacci accanto alle squadre di soccorritori che dalle prime luci dell'alba hanno raggiunto i luoghi più colpiti. 

Terremoto in centro Italia | foto Ansa

Mentre scriviamo si scava ancora. Bambini terrorizzati chiedono aiuto, gridano intrappolati in quel che è rimasto delle mura sbriciolate delle loro stanze. Due di 4 e 6 anni, romani, sono stati estratti dalle macerie a Pescara del Tronto. Chi ce l'ha fatta verrà ospitato nelle tendopoli in allestimento. Tra Accumoli e Amatrice verranno attrezzate aree per un totale di 1430 posti. Qui la Protezione Civile porterà tutti gli aiuti necessari alla popolazione. Anche se in molti non vogliono abbandonare le loro case, preferiscono dormire in macchina. "Le abitazioni sono tutte inagibili, non è rimasto quasi niente, non vedo speranze per il futuro". Il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, è quasi in lacrime. Parole drammatiche che riecheggiano in quelle del vicino primo cittadino di Amatrice, Sergio Pirozzi. "Il paese non esiste più", ripete da questa mattina, quasi fosse impossibile da credere e accettare.   

Le foto scattate dagli elicotteri delle forze dell'ordine hanno fatto il giro della rete, vero simbolo del disastro: una distesa di edifici ridotti in polvere. Quasi gli scatti di un bombardamento. Distrutta la chiesa di Amatrice, inagibile l'ospedale Grifoni con medici e infermieri che hanno allestito un punto di primo soccorso all'aperto. Crollato il campanile di Castelluccio di Norcia. Evacuato l'ospedale di Amandola, gravemente danneggiato. I vigili del fuoco parlano di danni anche a Gualdo e Mogliano nel Maceratese. 

Amatrice dopo il terremoto: foto dall'alto

Un bollettino destinato a crescere, mentre l'Italia ancora piange in quelle terre tra le più fragili sulla mappa del rischio sismico della Penisola. Lacrime che rimandano indietro nel tempo a sette anni fa, quando il terremoto de L'Aquila scosse la stessa terra, alla stessa ora e con la stessa potenza. Solidarietà agli abitanti è arrivata dai più alti rappresentanti delle istituzioni. Dal Pontefice al presidente degli Stati Uniti, dai sindaci dei comuni vicini, Roma in testa, ai rappresentanti di Palazzo Chigi. Il premier Renzi è nel reatino intorno alle 17. Ripete le parole già espressa in conferenza stampa: "Nessuno verrà lasciato solo".

Parole ma anche aiuti concreti dai Comuni vicini, Roma compresa. La sindaca Raggi ha dato precise disposizioni dal Campidoglio: "A breve avremo indicazioni dai sindaci di queste città con i quali siamo in contatto per capire esattamente di cosa avranno bisogno. Fino a quel momento prego tutti di non iniziare con raccolte disordinate di vestiti e cibo. Daremo informazioni precise anche su questo per agevolare la protezione civile nella migliore modalità di raccolta di questi beni". Troppo tardi, più o meno ordinata la macchina solidale è già partita.

Terremoto nel reatino

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